Osservatorio Agenzia delle Entrate: aumento del 9,4% del numero delle compravendite nel settore residenziale. In Sicilia, nel IV semestre dello scorso anno, riscontrato un incremento del 6,1% rispetto al 2014
PALERMO – La vivacità dell’economia italiana si misura anche dalle compravendite immobiliari, le quali sembrano aver conosciuto di recente, almeno per quanto attiene il settore residenziale, uno sblocco significativo dopo anni di tendenziale peggioramento.
Le ultime note dell’Osservatorio del mercato immobiliare dell’Agenzia delle entrate, diffuse lo scorso 3 marzo, certificano infatti questa inversione di rotta. Il settore residenziale, in particolare, nel IV trimestre 2015, ha conosciuto a livello nazionale un aumento del numero di abitazioni compravendute, pari al 9,4% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. I settori non residenziali, invece, non registrano performces altrettanto positive e, soprattutto in certe aree geografiche, mostrano qualche segnale di sofferenza.
Le regioni del Sud, Sicilia compresa, si inseriscono coerentemente in questo quadro, sebbene la crescita rilevata sia più contenuta. Relativamente al settore residenziale, nel IV trimestre 2015, parliamo infatti di un +6,1% rispetto al IV trimestre 2014, mentre sia al Nord che al Centro la crescita supera il 10%.
Concentrandoci sempre sul residenziale, anche le principali otto città italiane, suggeriscono un risveglio non indifferente, sia su base annua che su base trimestrale. A livello trimestrale, Palermo è la città che ha registrato le crescita maggiore (14,8%) dopo Milano (23,6%). Un risultato che incide positivamente sulla variazione annua, che si attesta al 13%. Sebbene più contenuto, l’aumento si riscontra anche nel resto della provincia (11,2% su base trimestrale e al 5% su base annua).
Similmente si è registrato un aumento dei mutui ipotecari per l’acquisto delle abitazioni. Nel 2015, le compravendite di immobili residenziali compiute da persone fisiche avvalendosi di un mutuo con iscrizione di ipoteca sulle abitazioni acquistate a garanzia del credito, sono cresciute del 19,5% in tutto il territorio nazionale rispetto al 2014. Al Sud si ha la crescita più ampia in termini di capitale erogato: per tale voce l’aumento si attesta infatti al 20,5%, contro il 20,1% del Nord e il 16,9% del Centro. È interessante notare come l’aumento dei mutui si accompagni a maggiori vantaggi legati proprio all’offerta creditizia. Più piccola è infatti la rata media iniziale (-6,6% al Sud) e più contenuto il tasso di interesse medio della stessa (-0,69%). In altre parole, sembrerebbe questo un momento propizio per comprare, visto che anche i prezzi, dopo aver subito significative contrazioni nel 2008 e nel 2012, cioè nei periodi di maggiore crisi del mercato immobiliare, si sono poi mantenuti stazionari.
Meno ottimistico è il quadro per i settori non residenziali. Nel terziario, infatti, l’andamento del mercato risulta in calo del 3% al Nord e dell’11,3%. Fa eccezione il Centro, dove anzi si registra un buon +27,5%. Roma e Firenze sembrerebbero le città con i maggiori scambi di immobili inerenti al terziario, rispettivamente con l’80,8% e con il 74,3%. Palermo, invece, chiude il trimestre con un lieve calo del 3,7%.
Stesso discorso vale per il commerciale, il cui mercato degli immobili, nel IV trimestre 2015, conosce una crescita solo nelle regioni del Centro (+4,4% rispetto al IV trimestre 2014). Al Nord e al Sud, invece, ci sono state flessioni rispettivamente del 5,6% e del 3,4%. Una nota di merito, però, ve riconosciuta a Palermo, che risulta essere il capoluogo con la variazione più ampia in questo settore (+34,6%).
Il mercato immobiliare del settore produttivo, invece, è in calo soltanto al Nord (-4,9%), mentre al Centro l’aumento si attesta al 13,2% e nelle regioni del Sud al 2,1%. Su base annua, però, le regioni meridionali registrano un calo complessivo del 2,8%, mentre a livello nazionale il calo è del 3,5%. Palermo, comunque, va controcorrente e, nel IV trimestre 2015, registra una variazione positiva del 74,8% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Per il settore non residenziale, dunque, non c’è un quadro unitario e il mercato si evolve anche a seconda delle caratteristiche del territorio.