Dati osservatorio Cerved: +9,4% rispetto al 2014 ma nell’Isola sono aumentate solo di 34 unità. Possibile crearle anche partendo da 1 euro, capitale investito inferiore a 10.000 €
CATANIA – Il tessuto imprenditoriale italiano sembra aver conosciuto, nel 2015, un risveglio significativo, soprattutto se parliamo di Srl semplificate, ovvero di quelle società a responsabilità limitata che è possibile creare anche partendo da un capitale simbolico di 1 euro.
Il dato emerge dall’ultimo osservatorio Cerved sull’“Imprenditoria in Italia”, diffuso proprio questo mese, secondo cui le nuove Srls (ovvero quelle non riconducibili a vecchie imprese già costituite) sarebbero cresciute del 9,4% rispetto al 2014. In termini assoluti, si parla di ben 87 mila imprese in più su tutto il territorio nazionale. Nello specifico, in Sicilia queste sono passate dalle 6.077 del 2014 alle 6.111 del 2015. Un aumento abbastanza contenuto, soprattutto se confrontato con quello di altre regioni, come la Lombardia, dove nel 2014, le nuove Srls ammontavano a 13.898, mentre nel 2015 se ne sono contate 14.971.
Il boom delle nuove Srls compensa gli andamenti in calo delle altre forme societarie. La nascita di nuove imprese individuali, per esempio, è scesa in Italia del 2,5% rispetto al 2014, mentre quella di nuove società di persone è scesa addirittura del 9,1%. In altre parole, sempre meno imprenditori scommettono su queste forme societarie, e in tale contesto la Sicilia non fa eccezione. Se, infatti, nel 2014 la nostra Isola contava 14.460 nuove imprese individuali, un anno dopo se ne contano 13.380. Quanto alle nuove società di persone, nel 2014 in Sicilia erano 1.669, mentre nel 2015 il numero scende a 1.500.
Come possiamo spiegare la fortuna delle Srls rispetto alle altre tipologie societarie? Al di là del fatto che, come accennato all’inizio, è possibile creare una società di questo tipo anche partendo da 1 euro, un altro vantaggio significativo è che, in caso di fallimento, gli eventuali debiti della società si ripercuotono solo sul capitale investito e non sul patrimonio personale dei soci. Tuttavia, è anche vero che, proprio l’aspetto della responsabilità limitata, assieme al basso capitale investito (che non può superare i 9.999,99 euro), fa sì che le Srls non godano di grande credibilità agli occhi delle banche, che quindi difficilmente concederanno presititi.
Vantaggi o svantaggi a parte, è plausibile pensare che proprio l’introduzione delle Srls, pensate soprattutto per startup e giovani imprenditori, abbia favorito la nascita di un numero sempre maggiore di startup in Italia. Sempre secondo Cerved, infatti, la nascita di nuove startup nel 2015 è cresciuta del 5,4% rispetto all’anno precedente. In termini assoluti, sono 1.600 le startup nate nell’ultimo anno, che aggiungendosi a quelle già esistenti danno un totale di oltre 5 mila.
Quanto pesa, in tale quadro, la presenza delle startup siciliane? Stando al Registro delle imprese, aggiornato al 7 marzo 2016, le startup dell’Isola sono 245, ovvero il 4,6% del totale nazionale. Un’incidenza molto più contenuta rispetto a quella che si riscontra in altre regioni, come ad esempio la Lombardia, dove si contano ben 1.151 startup (ovvero il 21,9% del totale), o come l’Emilia Romagna e il Lazio, dove si contanto rispettivamente 599 e 532 startup, oltre il 10% del totale nazionale. Meglio della Sicilia vanno anche Veneto, Toscana, Piemonte e Campania, dove la percentuale delle startup presenti sul territorio va dal 5% all’8%. La Sicilia, in altre parole, regge a fatica il passo sostenuto dalle altre regioni del Paese: la vivacità imprenditoriale e la capacità di innovare crescono lentamente, senza riuscire a dare un effettivo slancio all’economia dell’Isola.