Priolo, il rigassificatore che disprezza i morti - QdS

Priolo, il rigassificatore che disprezza i morti

Priolo, il rigassificatore che disprezza i morti

venerdì 20 Novembre 2009

Basta degrado nel Triangolo della morte

Il presidente dei siciliani, Raffaele Lombardo, ha comunicato innumerevoli volte che il rigassificatore di Priolo non doveva vedere la luce in quanto non avrebbe portato utilità ai siciliani. L’affermazione è conseguente alla presa d’atto che la Sicilia è regione esportatrice di energia, subendo però le gravi conseguenze dell’inquinamento. Che soprattutto nel Triangolo della morte (Augusta, Priolo e Melilli) vi sono riflessi gravissimi per la salute degli abitanti e tutto questo non è nell’interesse dei siciliani.
Contrariamente a questo impegno pubblico e formale abbiamo notizia che l’assessore al ramo, Marco Venturi, ha convocato una conferenza di servizio per emettere il provvedimento autorizzativo all’installazione di questo rigassificatore.
Non sappiamo come e perché l’assessore prenda un’iniziativa opposta a quella del presidente, il che denota che non vi è un’unica linea all’interno della politica del Governo.

Non solo. Non spiega, eventualmente, quali possano essere  i vantaggi per quel territorio e, invece, quali sono gli svantaggi ambientali, primo fra i quali l’enorme pericolosità di insediare ulteriori serbatoi in mezzo e insieme ad altre centinaia di serbatoi di petrolio e di raffinato.
Tutta l’area è potenzialmente una bomba e non sappiamo quali immani conseguenze potrebbe causare in caso di un serio terremoto o, peggio, di incendi soprattutto nella fatiscente raffineria ex Agip.
L’assessore non può evadere la richiesta di un gruppo industriale non siciliano, misto, della famiglia genovese Garrone (Erg) e Lukoil (russo), del cui gruppo fa parte la Ionio Gas che vorrebbe costruire il rigassificatore in partecipazione fra Erg e Shell. Anzi, l’assessore dovrebbe comunicare che è interesse della Sicilia una diminuzione della produzione di raffinato che fa enormi danni in termini di diffusione di Co2 per km quadrato e che nel Triangolo della morte raggiunge gravi quantità insopportabili, con conseguenze per la salute.
La colonizzazione della Sicilia deve cessare. Subito. Non siamo più disponibili ad accettare insediamenti di industrie pesanti.

 
I giochi e i giochini dentro le stanze dei signori, che vogliono comandare sulla pelle dei siciliani, sono stati scoperti. L’opinione pubblica, che trova espressione nella classe dirigente (politica, imprenditoriale, economica, sociale), ormai reagisce con determinazione, respingendo prevaricazioni e soverchierie, sopportate troppo a lungo in questi decenni.
Chi non si rendesse conto che non è più possibile danneggiarci impunemente, troverà una ferma e forte reazione anche in quel ceto politico che ha capito come non si possano più ottenere consensi uccidendo la gente. Nell’inchiesta pubblicata all’interno vi sono dati di morti per cancro, di nati malformati, di aumento di aborti terapeutici per feti malformati ed altri orrori che sono inoppugnabili. L’assessore deve spiegare all’opinione pubblica come possa rilasciare autorizzazioni per insediare industrie pesanti che aggravano questo stato di cose.
In quello che scriviamo, ovviamente, non c’è nulla di personale. Riportiamo dati e i dati parlano da soli. Naturalmente siamo disposti a pubblicare spiegazioni supportate da altri dati. Le chiacchiere stanno a zero. 

Il Governo regionale, comunque e da chiunque formato, ha il preciso compito di far salire il Pil della Sicilia senza danneggiare l’ambiente e i siciliani, ma puntando a quelle attività (verdi o blu) che creino occupazione produttiva.
Rileviamo il silenzio assordante di ambientalisti, verdi e opposizione. Silente è anche il sindacato che dovrebbe difendere il lavoro pulito e non quello inquinante.
Non sappiamo se questa linea editoriale possa essere condivisa da chi abbia interessi di parte e, per la verità, non ce ne importa molto. Sappiamo solo che quando passiamo attraverso il Triangolo della morte spesso l’aria è irrespirabile, con odori velenosi che fanno morti e ammalati. Non comprendiamo perché l’Asp di Siracusa e l’assessorato regionale al Territorio e Ambiente, più volte sollecitati, non comunichino quali interventi intendano mettere in campo per riportare i dati sulla sanità di quella popolazione alla media della Sicilia. Quello che non è più sopportabile è il disprezzo per la vita, dopo avere disprezzato i morti.

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