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Unire senza cancellare i piccoli Comuni

Unire senza cancellare i piccoli Comuni

Tagliare i costi riunendo i centri con meno di cinquemila abitanti, ma senza minacciare l’identità dei territori. Il Governo stima un risparmio in Sicilia di 70 mln l’anno, ma l’Anci dissente

PALERMO – Si è riacceso negli ultimi mesi, sia a livello nazionale che locale, il dibattito sulla riorganizzazione degli Enti locali.
A livello nazionale, la proposta di Legge “Landolini” è all’esame della Commissione Affari costituzionali: l’accorpamento, secondo una stima basata su dati del ministero dell’Interno a livello nazionale, potrebbe permettere alla Sicilia di tagliare poco più di 70 milioni di euro all’anno.
Ma non la pensano così all’Anci, dove stimano il peso dei piccoli Comuni sulla spesa pubblica complessiva intorno all’1% e denunciano il rischio di perdere il valore delle differenti specificità culturali che stanno alla base della ricchezza della Sicilia.
Meglio, secondo l’associazione dei Comuni, puntare sulle Unioni e sulla gestione congiunta dei servizi per i cittadini.
 
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