PALERMO – La confusione degli ultimi anni non ha certo agevolato l’accurata analisi della gestione delle foreste dell’Isola. Tra i casi più comuni di errore l’inserimento in un solo grande calderone delle guardie del Corpo forestale regionale e dei lavoratori forestali, che, invece, hanno numeri e compiti assai diversificati.
In vista del 2017, quando dovrebbe essere operativo l’accorpamento all’Arma del Corpo forestale dello Stato, così come previsto nella riforma della Pa, abbiamo voluto calcolare costi e numerosità del Corpo regionale, che è escluso dalla riforma, in rapporto alla gestione presente in altre Regioni che, con superficie boscate superiori e unità inferiori, operano ugualmente al meglio e mantengono il loro patrimonio verde in condizioni eccellenti. Risultato? Il solito disequilibrio siciliano, “giustificato” dall’Autonomia regionale.
In vista del 2017, quando dovrebbe essere operativo l’accorpamento all’Arma del Corpo forestale dello Stato, così come previsto nella riforma della Pa, abbiamo voluto calcolare costi e numerosità del Corpo regionale, che è escluso dalla riforma, in rapporto alla gestione presente in altre Regioni che, con superficie boscate superiori e unità inferiori, operano ugualmente al meglio e mantengono il loro patrimonio verde in condizioni eccellenti. Risultato? Il solito disequilibrio siciliano, “giustificato” dall’Autonomia regionale.
(Per leggere l’inchiesta completa abbonati qui o acquista il giornale in edicola)

