Approvata mozione che prelude a un atto di indirizzo rivolto al governo regionale per l’adesione davanti alla Corte Costituzionale. Cirone (Pd): “Sollecito Crocetta a combattere la partita con la difesa dell’autonomia speciale”
PALERMO – “L’Aula aveva messo in conto la possibilità d’impugnativa su alcuni articoli della legge di Stabilità regionale, tra questi anche quello sulle tasse automobilistiche. Adesso, diventa importante vedere le motivazioni dell’impugnativa e vedere in che termini vorrà porsi il Governo regionale”. Con queste parole il deputato all’Ars Maria Cirone (Pd) commenta la decisione del Consiglio dei ministri (il 10 maggio scorso) d’impugnare alcuni articoli della Legge regione Sicilia n. 3 del 17 marzo 2016 “Disposizioni programmatiche e correttive per l’anno 2016. Legge di Stabilità regionale” (
vedi articolo in materia del QdS di ieri).
L’Assemblea regionale siciliana, però, reagisce al “colpo inferto” da Roma e “martedì sera ha approvato una mozione – prosegue Maria Cirone – in cui si chiede al Governo regionale di fare una comunicazione ufficiale all’Aula circa le impugnative e circa le motivazioni delle impugnative che provengono dal Governo nazionale. A seguito di questa comunicazione la mozione chiede anche che il Governo precisi in Aula quali sono i suoi intendimenti, se vuole dunque adire o meno alla Corte Costituzionale”. “L’Aula, con l’ok a questa mozione, si riserva di approvare un atto d’indirizzo rivolto al governo regionale tutte le volte che il Governo nazionale dovesse impugnare una legge regionale. Mi conforta il fatto che l’Assemblea regionale abbia ribadito la sua volontà di essere protagonista in queste vicende di relazione tra il Governo regionale e quello nazionale. Prima il Governo regionale decideva autonomamente; la novità è costituita dal fatto che adesso dovrà riferire in Aula su articoli impugnati, motivazioni e atteggiamento che pensa di poter assumere. Si tratta di un passo importante” ha concluso la deputata.
Rispondendo alle domande della nostra redazione in merito alle ripercussioni sulle tasse automobilistiche per i veicoli ultraventennali di particolare interesse storico e collezionistico interessati dall’impugnativa, Cirone ha sottolineato che “è intenzione dell’Assemblea combattere la partita e sollecitare il Governo a difendere l’Autonomia speciale e quindi quegli articoli dello Statuto che ci danno competenze in materia. Non posso, però, interpretare la volontà del Governo regionale in merito ad un possibile ricorso alla Corte Costituzionale”.
La partita per i collezionisti, dunque, è ancora aperta. In tutto il Paese, nel frattempo, continua la “ Fuga dalle auto storiche”, per citare un articolo apparso nell’edizione di lunedì scorso de “Il Giornale”. In occasione di Verona Legend Cars, sabato scorso, Roberto Loi, presidente di Asi (Automotoclub storico italiano), ha dichiarato: “Il primo segnale che avvertiamo è il calo degli iscritti nei registri dei veicoli storici, che alla fine di quest’anno toccherà probabilmente il 10%. Sta succedendo quello che era facilmente prevedibile: pur con tutta la passione per il proprio ‘gioiellino’, non tutti possono permettersi di pagare anche qualche migliaia di euro all’anno e sono costretti a vendere». Di questa tendenza stanno approfittando i compratori esteri, tedeschi in primis, che si accaparrano esemplari rari talvolta a prezzi di realizzo, prosegue il sito ufficiale Asi. Paolo Zabeo della Cgia di Mestre, per l’occasione, ha chiosato: “La confusione [sulla tassa automobilistica] regna sovrana anche perché le Regioni che hanno mantenuto l’esenzione, salvo colpi di scena, sembrano destinate a soccombere, dovendo attenersi alla normativa introdotta nel 2015”.
Da una prima ricognizione, effettuata con alcune associazioni di collezionisti, sembrerebbe, infatti, che le amministrazioni regionali che hanno deciso di ripristinare il bollo ridotto per i veicoli storici youngtimer (20-29 anni) sono sette: Lombardia, Emilia Romagna, Trento, Basilicata, Veneto, Sicilia e Bolzano. Le prime due regioni citate sembrerebbe che siano le uniche a non aver subito impugnativa da parte del Consiglio dei ministri perché si sono mosse a favore dei collezionisti prima dell’introduzione della legge di Stabilità 2015 n. 190 del 24 dicembre 2014. La Provincia autonoma di Trento, la Basilicata, il Veneto e la Sicilia hanno ricevuto l’impugnativa dal Consiglio dei ministri mentre a Bolzano la situazione non è ancora chiara.