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Con un sì ti imbrogli, con un no ti sciogli

Ognuno di noi nella propria vita è chiamato a prendere decisioni, alcune volte di modesta importanza, altre volte di grande importanza. Ogni decisione è come un bivio: andare a destra o a sinistra può fare una grande differenza. Se si va a destra, poi si incontrano successivi bivi e, per ognuno di essi, bisogna prendere decisioni. La strada che va a destra è diversa da quella che va a sinistra e a seconda della decisione primaria può cambiare la vita di una persona.
Come prendere decisioni? Anche qui è una questione di metodo e di passaggi concatenati ed indispensabili. In primo luogo, bisogna informarsi, cioè assumere tutte le notizie relative alla questione sulla quale prendere la decisione.
Assumere l’informazione non è semplice, perché bisogna sapere cosa cercare. E poi bisogna concatenare le informazioni che via via ci pervengono, in modo da trasformare gli elementi cognitivi in una conoscenza, cioé mettere insieme in ordine logico le informazioni ricevute.

Successivamente, bisogna soppesare la conoscenza, valutarne i pro e i contro. Si può usare un semplice sistema prendendo un foglio e divindendolo in due parti: nella prima le ragioni del sì, nella seconda quelle del no. Alla fine si tira una linea orizzontale e si vede se sono preponderanti le prime rispetto alle seconde, o viceversa.
Fatta l’analisi degli elementi a favore o a sfavore di una ipotesi di decisione, bisogna procedere alla valutazione per vedere quale peso abbiano ciascuna di esse. E si continua nel percorso che deve scaturire nel momento finale: appunto quello della decisione.
Quindi, tutto il tempo necessario per ponderare, per riflettere, per valutare, dopodiché nel decidere si deve seguire il proprio istinto, cioè quell’imponderabile che ci proviene da subconscio, non valutabile  da noi, ma che ci spinge in una direzione piuttosto che in un’altra
Ovviamente l’istinto non deve assecondare il desiderio, ma deve tenere conto del ragionamento che si è fatto durante il percorso. Presa la decisione, bisogna attuarla sapendo che si possono correre rischi, ma anche che i rischi fanno parte della vita. Qualche imbecille ritiene che chi non fa non sbaglia. Così rimane un’ameba.
 

Attuando la decisione presa si incontrano difficoltà, vi sono problemi da affrontare. Tuttavia, bisogna essere sempre positivi, cercando di volta in volta le soluzioni in modo da superarle ed andare avanti verso l’obiettivo, che va raggiunto senza mezzi termini.
Quindi, ponderazione prima della decisione, determinazione e capacità per realizzarla, senza farsi distogliere da false questioni o da elementi di disturbo. Insomma, bisogna sapere quello che si vuole e perseguirlo senza tentennamenti.
Va da sè che tutto quanto precede è subordinato alle regole etiche, fra cui quella del rispetto verso i terzi e dell’equità, che deve esserci in ogni nostro atto, sapendo bene che bisogna ricevere sempre qualcosa in meno di quanto si dà.
Guai a chi è ingordo o egoista. Guai a chi vuole calpestare i diritti altrui, guai a chi manca di rispetto nei confronti dei terzi dai quali però bisogna sempre pretendere analogo rispetto.
Vi deve essere un equilibrio nei rapporti con le persone, senza alcuna prevaricazione di una sull’altra.

Ritorniamo al momento decisorio. Quando le ragioni del sì e del no si equivalgono, quale delle due deve prevalere? Un vecchio saggio mi ripeteva questa frase lapidaria: con un sì ti imbrogli, con un no ti sciogli. è la sintesi di come ognuno dovrebbe prendere una decisione. Vale a dire  che le ragioni del sì devono essere sempre preponderanti rispetto a quelle del no. Quando si equivalgono, è quest’ultimo che deve prevalere.
Non fare un’azione quando non vi sono sufficienti motivi per farla. Farla, invece, quando essi la sostengono.
Tutto questo è facile a dirsi, più difficile a farsi. Però, se ci pensate bene, è il metodo che ci fa capire su quale strada dobbiamo andare. Sono le regole della vita che ci informano sui nostri comportamenti. Perciò è necessario apprendere continuamente senza mai stancarsi fino all’ultimo giorno della vita terrena, perché nella vita spirituale di queste regole non vi è bisogno.
E anche pensando alla prosecuzione della vita del nostro spirito dobbiamo avere la capacità di tenere la rotta, fondata sui valori in questa parte della vita, che è quella del corpo.