Home » Mettere in concorrenza i servizi pubblici

Mettere in concorrenza i servizi pubblici

Premiare o pensionare i dirigenti

Il Governo si appresta a varare la legge di Stabilità e la legge di Bilancio 2017 in unico documento, come prescrive la riforma, da presentare alle Camere obbligatoriamente martedì 20 ottobre prossimo. Il documento, nello stesso giorno, dev’essere inviato all’Unione europea.
Vi sono poco meno di due mesi per elaborare gli strumenti e la linea politico-economica del prossimo anno. Il Governo ha già fatto la scelta di ridurre le tasse, cioè la pressione fiscale, recuperare così risorse che, insieme al maggior indebitamento richiesto alla Ue (la cosiddetta flessibilità), dovranno essere indirizzate a investimenti, soprattutto nella costruzione di opere pubbliche, grandi, piccole e medie.
Al di là degli equilibri fra entrate e uscite e alla capacità di realizzare questo progetto, che dovrebbe fare aumentare il Pil 2017 di 1,2 punti (cioè circa 20 miliardi), vi è l’indispensabile necessità di fare funzionare la Pubblica amministrazione, che deve eseguire il programma di governo, procedendo ad effettuare le spese relative agli investimenti con un crono-programma preciso e controllato.

La Pa così e com’è non può essere resa efficiente, perché strutturalmente e mentalmente arretrata. Nella stessa vi sono tante capacità e professionalità, ma altrettante zavorre.
Per questo è necessario che la riforma inserisca un elemento del tutto nuovo e sconosciuto, cioè mettere i servizi pubblici in concorrenza: gli stessi servizi pubblici. Come? Sdoppiando, duplicando o anche sestuplicando gli stessi servizi, in rapporto alla mole delle istanze che cittadini e imprese inviano alla stessa Pa.
La regola enunciata vale per qualunque servizio pubblico. Per esempio, le anagrafi comunali suddivise in servizi plurimi con a capo un dirigente e lo stesso numero di dipendenti. Alla fine di ogni mese si contabilizza il numero dei provvedimenti emessi e si formula una sorta di graduatoria degli stessi servizi così in competizione, premiando i dirigenti al vertice della stessa e sanzionando quelli che sono in coda.
Non stiamo inventando nulla, così la Pa funziona in molti Paesi avanzati, fra cui Singapore, nel quale vi è il più alto reddito pro-capite del mondo.
 

Programmare i servizi pubblici non è difficile, partendo dagli obiettivi che devono raggiungere. Saprei come fare, utilizzando modelli delle più grandi società di consulenza del mondo, quali McKinsey o Accenture o la Arthur Andersen e rendere efficiente la Pa della Regione siciliana in un anno di lavoro, aiutato da quel centinaio di bravissimi dirigenti che ci sono, ma senza le pastoie di quei sindacati che proteggono i fannulloni e gli incapaci. Con questo comportamento i sindacati vanno contro gli interessi dei Cittadini perbene.
Però, sono proprio i Cittadini perbene che debbono iniziare a partecipare alla Cosa pubblica, sempre, tutti i giorni e non solo in occasione delle elezioni. In quel momento non serve a nulla.
I Cittadini perbene, oltre a sbarcare il lunario e ad occuparsi della loro famiglia, hanno il dovere di occuparsi anche della Cosa pubblica. Ognuno di essi è una goccia, è vero, ma ricordiamo che tante gocce fanno il mare.

I processi organizzativi dei servizi pubblici sono noti in tutto il mondo, lo abbiamo scritto più volte: si programma, poi si formulano le regole per attuare la programmazione, quindi si gestisce l’attuazione e, infine, si controlla con un crono-programma tempestivo che i tempi della stessa siano rigorosamente rispettati.
Ecco il metro che serve a premiare i bravi dirigenti o a sanzionare gli incapaci, altro che assegnare il massimo a tutti costoro. Tutti bravi, nessuno è bravo. Ci chiediamo come i dirigenti bravi e capaci possano ancora tollerare che i loro colleghi di tipo opposto ricevano gli stessi compensi. è proprio la connivenza nel non denunciare i cattivi comportamenti dei dirigenti uno degli elementi più negativi di questa Pubblica amministrazione.
Ora è venuto il tempo di ribaltare questa incredibile situazione. Ognuno deve assumere le proprie responsabilità di fronte ai Cittadini perbene.
Sono inutili le scuse se si mantegono comportamenti omertosi.