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Politici incapaci, burocrazia in cancrena

Il fine giustifica i mezzi

Matteo Renzi, a “Porta a Porta” di lunedi 5 settembre, fra gli altri argomenti, ne ha usati diversi indirizzati verso il ceto più povero della popolazione. L’aumento delle pensioni minime fino a 900 euro al mese che farebbe uscire ufficialmente dalla povertà, forse un milione di cittadini, riducendola a 3,5 milioni.
Ricordiamo che la soglia ufficiale europea per esser fuori dallo stato di povertà è di 9.000 euro annui, mentre la No tax area italiana, è di 8.000 euro annui.
Ha inoltre indicato, come elementi della Legge di Stabilità 2017, bonus per lavoratori autonomi  e anticipato l’Ape per l’uscita dei pensionati nati dal 1951 al 1953. Ha inoltre confermato l’apertura concreta della trattativa per i 3,2 milioni di dipendenti pubblici.
Questo coacervo di annunci ha l’evidente scopo di accontentare vaste fasce di cittadini, in modo da attirarle verso il Sì alle riforme costituzionali.
Comprendiamo lo spirito e lo strumento usati da Renzi, perché, come ricordava Nicolò Machiavelli (1469 – 1527), il fine giustifica i mezzi, ovviamente un fine lecito.

Il fine è l’approvazione della riforma costituzionale, mentre oggi viene contrastata da quelli che vogliono che nulla cambi, in modo da confermare privilegi e conservazione, come fa D’Alema, che non è riuscito a fare le riforme costituzionali.
Se l’impianto burocratico non funziona, se le leggi sono volutamente complicate, se le procedure sono strumentalmente complesse, se l’attività della Pubblica amministrazione continua a essere opaca per non consentire il controllo dei cittadini attraverso la trasparenza, se tutto ciò continua, nessuna riforma può essere attuata e la strada della crescita si allontana sempre più.
Dispiace che Renzi non abbia capito questo nodo centrale del declino socio-economico dell’Italia: la cancrena della Pubblica amministrazione. Se l’avesse capito, avrebbe dovuto mettere all’ordine del giorno dell’attività di Governo, insediatosi il 22 febbraio 2014, la relativa riforma. Cosicché, a distanza di due anni e mezzo, oggi sarebbe stata in funzione e avrebbe prodotto i suoi effetti, primi fra i quali l’introduzione dei valori di Merito e Responsabilità. Mentre ancora la riforma Madia (l. 124/15) è in fase di lenta attuazione attraverso i decreti legislativi.
 

Il disastro di Roma – l’abbiamo scritto – è conseguente alle metastasi della corruzione diffuse nella sua  amministrazione; il disastro della Sicilia è conseguente alla totale disorganizzazione e inefficienza della Pa regionale, non sappiamo se contaminata anche dalla criminalità organizzata e dalla corruzione.
Le regioni del Nord vanno meglio di quelle del Sud perché sono efficienti e funzionano al servizio dei cittadini. Non che anche lì non vi sia qualche infiltrazione della criminalità organizzata o non vi siano cellule cancerogene; però, nel suo complesso, i servizi sono prodotti con una buona efficienza e i cittadini sono trattati da clienti e non da sudditi.
Questo non è l’elogio delle amministrazioni del Nord e il disprezzo delle amministrazioni del Centro-Sud, ma una semplice fotografia suffragata dai fatti che continuano a emergere. La questione che ancora una volta evidenziamo non è tanto la collusione fra Pa e mafia, che ci può essere, ma la totale carenza di efficienza all’interno della Pa e l’incapacità di funzionare secondo i principi di una semplice e ordinaria amministrazione.   

In questo quadro hanno una precisa responsabilità ministri e sottosegretari per il Governo, presidenti e assessori regionali per il secondo livello istituzionale, sindaci e assessori comunali per il terzo livello.
Sono, infatti, tutti codesti responsabili delle istituzioni, che hanno il dovere oggettivo di far funzionare la burocrazia cui sono preposti, nominando dirigenti adeguati, sostituendo quelli incapaci, indirizzando con continuità l’azione amministrativa verso gli obiettivi politici, ma e soprattutto, hanno il compito di controllare che tali obiettivi vengano raggiunti in tempi certi e determinati.
Quando le figure istituzionali citate vengono meno al loro preciso dovere di indirizzo e controllo delle amministrazioni che governano, assumono la responsabilità oggettiva della loro inefficienza e quindi del mancato servizio ai cittadini, e perciò stesso dovrebbero essere cacciate.
Ma questo in Italia non avviene.