Dati forniti da Promofarma e pubblicati dall’Ansa, relativi a luglio, certificano un’avanzata sul cartaceo. Nella nostra regione l’87,8% delle ricette mediche è emesso nel formato digitale
PALERMO – L’87,8% delle ricette mediche in Sicilia è emesso in formato digitale, il restante 12,2% su carta.
La media italiana di ricette digitali rispetto al totale di quelle emesse è del 77%. La nostra Isola, dunque, si piazza sopra la media nazionale ed è tra le regioni virtuose: Campania e Veneto totalizzano l’89,5% delle ricette dematerializzate, segue il Molise (88,4%) al terzo posto e al quarto posto la Sicilia. In coda la Calabria (26,7%) e la provincia autonoma di Bolzano (2,6%). I dati, forniti da Promofarma e pubblicati dall’Ansa, sono relativi al mese di luglio e certificano una progressiva avanzata del digitale sul cartaceo.
La media nazionale delle ricette mediche digitali a marzo di quest’anno si attestava al 75,3%, in Sicilia 87,3%. Da segnalare, inoltre, che la nostra Isola è stata la prima regione ad aver imboccato la fase a regime della digitalizzazione, già nel settembre del 2013 (vedi Qds del 27 maggio 2016).
La falsa partenza della Calabria e della provincia autonoma di Bolzano, scrive Federfarma, ha precise responsabilità. In Calabria “si sono messi di mezzo i medici di famiglia, che non hanno trovato l’intesa con l’assessorato alla Salute sugli incentivi all’informatizzazione” scrive infatti il sindacato dei titolari. “A Bolzano invece sono emerse difficoltà tecniche nel collegamento in rete delle farmacie, e così la Provincia – che nel frattempo aveva rinnovato le scorte di ricettari – si è fatta sempre più fredda”.
La normativa che regola il processo della ricetta dematerializzata, si legge nel sito di Promofarma, è contenuta in due provvedimenti legislativi e in un Decreto Ministeriale. In primo luogo l’ Art. 11 della Legge 30 luglio 2010, n. 122 ha previsto che “L’invio telematico dei predetti dati (delle ricette, n.d.r.) sostituisce a tutti gli effetti la prescrizione medica in formato cartaceo”.
In attuazione di questa stringata norma, è stato approvato il D.M. del 2 novembre 2011 concernente la “De-materializzazione della ricetta medica cartacea, di cui all’articolo 11, comma 16, del decreto-legge n. 78 del 2010 (Progetto Tessera Sanitaria)”.
Successivamente l’Agenda Digitale (decreto-legge 18 ottobre 2012, n. 179 convertito dalla legge di conversione 17 dicembre 2012, n. 221), all’Art. 13 ha dettato i tempi per l’attuazione del progetto prevedendo che le prescrizioni dematerializzate dovessero essere il 60% entro il 31 dicembre 2013, l’80% entro la fine del 2014 e il 90% entro il 2015.
Rispetto agli obiettivi fissati dall’Agenda Digitale, dunque, il Paese registra un ritardo ma si può affermare che, a parte le due citate eccezioni, il processo ha preso il volo portando con se notevoli risparmi per la sanità pubblica. “Se si considera che in un anno di impegnative per farmaci se ne fanno circa 600 milioni e che ognuna costa 40 centesimi solo per la stampa e la carta fornita dal Poligrafico di Stato (con filigrana antifalsificazione), il risparmio per il solo 2017 potrebbe essere di almeno 250 milioni.
A cui aggiungere i risparmi nel trasporto per portare i ricettari da Roma verso il resto d’Italia e quelli che derivano dal controllo informatizzato delle ricette al posto di quello manuale”, chiarisce all’Ansa Daniele D’angelo, direttore di Promofarma, società di informatica di Federfarma.