Istat: preoccupante il consumo di alcolici tra i più giovani, in aumento i casi di binge drinking (7,8%). In Sicilia i più pigri (58,3%), ma in diminuzione rispetto allo scorso anno (60,4%)
PALERMO – Gli italiani sono ancora poco attenti a mantenere un corretto stile di vita e a tenere sotto controllo i fattori di rischio che minacciano il benessere psico-fisico. È questo il quadro che emerge dall’ultimo rapporto sul Benessere equo e sostenibile 2016 presentato dall’Istat qualche giorno fa. Tasso di sedentarietà, eccesso di peso e consumo di fumo e alcol, i principali indicatori analizzati dall’Istituto nazionale di statistica nel tentativo di fotografare lo stato di salute degli abitanti della Penisola.
Nonostante sia in calo il numero degli italiani in sovrappeso (43,2 % della popolazione nel 2015 contro il 44,6 % dell’anno precedente), restano stabili le quote di sedentari (circa 39 italiani su 100) e di fumatori (20,2% degli abitanti con più di 14 anni), dopo il trend di progressiva diminuzione registrato negli anni scorsi. Trend confermato, però, da altri indicatori analizzati nel Rapporto Istat. Sono in calo, infatti, il numero medio di sigarette fumate al giorno (11,6 %) e la quota di forti fumatori (persone che consumano più di 20 sigarette al giorno) che si assesta al 4,3% e che negli ultimi anni è scesa di circa due punti percentuali.
Qualche peggioramento, invece, arriva dal fronte del consumo di alcol. Il trend rimane preoccupante, soprattutto tra i più giovani. L’Istat ha registrato, infatti, un aumento dei casi del cosiddetto binge drinking (il fenomeno dell’ubriacatura sporadica). La percentuale riportata è del 7,8 % contro il 6,9 % dell’anno precedente. Stando al Rapporto sullo sviluppo equo sostenibile, inoltre, il 16 % degli italiani dai 14 anni in su presenta abitudini di consumo di alcol considerate "a rischio".
Come se la cavano i siciliani? Dal Bes 2016 emerge l’immagine di una Sicilia sconfitta sotto quasi ogni punto di vista. Sono disastrosi, infatti, i dati su istruzione, lavoro, reddito medio e fiducia nelle istituzioni che vedono l’Isola sempre tra gli ultimi posti della classifica nazionale. In questo quadro impietoso, un piccolo, lieve spiraglio di luce arriva proprio dagli indicatori relativi ai fattori di rischio.
Nonostante in Sicilia si viva ancora male (la speranza di vita alla nascita è circa un anno sotto la media nazionale) e 46 siciliani su 100 risultano essere in condizione di sovrappeso (contro i 43 della Penisola), gli isolani sembrano essere tra i più attenti in Italia a tenere sotto controllo i fattori di rischio. I siciliani fumano poco e bevono meno rispetto ai loro connazionali. A fumare sigarette sono, infatti, circa 20 abitanti su 100 (dato in linea con la media nazionale). Bene anche il consumo di alcol. La Sicilia è la regione in cui si beve meno. Solo dieci siciliani su 100, dai 14 anni in su, assumono alcolici (contro il dato nazionale che si aggira intorno al 16%).
Servono ancora molti passi in avanti, invece, per sconfiggere le abitudini sedentarie dei siciliani. Gli abitanti dell’isola sono ancora troppo pigri e sembrano non prestare molta attenzione all’attività fisica. La Sicilia si piazza infatti ultima nella classifica delle regioni italiane con una percentuale di tasso di sedentarietà del 58,3% contro il 39,7% della media nazionale. Il dato però può essere letto positivamente: lo scorso anno, infatti, il Bes aveva registrato nell’Isola un tasso di sedentarietà pari al 60,4%.