Gli si addebbita che abbia nominato persone di sua fiducia a gestire le società partecipate della Regione, che hanno un organico di settemila persone e perdono 250 milioni di euro l’anno. è giusto che il Presidente della Regione nomini persone di sua fiducia, a condizione che siano manager provetti e onesti. Non vi è dubbio che un sergente non possa scegliere un capitano, ma sceglierà qualche caporale, magari rozzo e guercio.
Il crollo del Pil dal 2013 ad oggi, l’aumento dei disoccupati, soprattutto quelli nella fascia giovanile, il decremento delle esportazioni, i gravi problemi dell’agricoltura, l’incapacità di adottare piani per la produzione di energia alternativa, la totale assenza di iniziative per accelerare la costruzione delle infrastrutture stradali e ferroviarie, l’abbandono della manutenzione delle strade provinciali e degli edifici scolastici: sono tutti fatti che accusano senza scampo l’inconcludenza del Presidente della Regione.
A sua discolpa, si potrà portare l’argomentazione che è stato eletto da poco meno di settecentomila elettori, che rappresentano il 15% dell’intera popolazione. Per traslato, la responsabilità è dunque di quei settecentomila elettori. Ma una più grande reponsabilità ce l’hanno gli oltre due milioni di elettori siciliani che non hanno votato, consentendo così a un nullafacente di diventare Presidente della Regione.
Sembra il solito ritornello: vi è una irresponsabilità di chi è stato chiamato a gestire le istituzioni regionali (mandatario), ma vi è maggiore responsabilità di chi lo ha eletto a quell’incarico (mandanti).
Non si capisce come sia possibile che una macchina come la Regione, che paga centomila stipendi l’anno, compresi quelli della sanità e delle partecipate, non abbia al proprio interno venti esperti.
Però, si capisce benissimo perché tanta gente è entrata negli organici senza qualificazione, senza la selezione dei concorsi pubblici, di cui all’art. 97 della Costituzione, ma solo in base alla cultura del favore e allo scambio del voto con il bisogno.
Ricordiamo che il precedente Presidente della Regione, Raffaele Lombardo, fece una “infornata” di ben 5.000 dipendenti senza aver mai verificato la necessità di assumerli, la finalità e le loro qualifiche professionali.
Si dice che nelle aziende ospedalieri (Ao) e nelle aziende sanitarie provinciali (Asp) vi siano buchi di organico. Probabilmente mancano medici ed infermieri, ma è anche probabile che molti medici ed infermieri in organico non ottemperino ai loro doveri facendo altro, magari attività private, o sono dislocati presso le segreterie partitocratiche.
In ogni caso, vi è un eccesso di personale amministrativo ed addetto ad altri servizi, che tuttavia non è idoneo a produrre in house molti servizi che vengono appaltati all’esterno.
Si capisce da quanto scriviamo che vi è una sorta di corruzione burocratica, che magari non è rilevante sul piano penale ma lo è sicuramente sul piano etico, perché impedisce il buon funzionamento e una media soddisfazione degli utenti , cioè dei cittadini, cioè dei malati.
Il quadro rappresentato ha anche un soggetto responsabile: il Pd che non ha avuto il coraggio di mandare a casa già due anni fa Crocetta evitando così il proseguire dei disastri che egli ha compiuto e compirà fino ad ottobre 2017.
