UniPa, la "no tax area" non piace alle associazioni degli studenti - QdS

UniPa, la “no tax area” non piace alle associazioni degli studenti

Gaspare Ingargiola

UniPa, la “no tax area” non piace alle associazioni degli studenti

giovedì 06 Aprile 2017

Scontro con il Rettorato sul nuovo regolamento tasse che agevola gli iscritti con Isee inferiore a 13.000 €. Micari ribatte: “Abbiamo operato una ridistribuzione dei contributi più equa”

PALERMO – È scontro aperto tra il rettorato dell’Università di Palermo e le associazioni studentesche sul nuovo “Regolamento per la contribuzione studentesca”, che per la prima volta raccoglie in un testo unico le norme sulla tassazione universitaria e sul diritto alle esenzioni per gli studenti dell’Ateneo. Il provvedimento recepisce la Legge Finanziaria 2017 che, fra le altre cose, istituisce una “no tax area” per gli studenti appartenenti a nuclei familiari con reddito Isee inferiore a 13mila euro che si iscrivono al primo anno di un corso di laurea. Per le stesse fasce di reddito, l’esenzione dal pagamento del contributo onnicomprensivo viene estesa anche agli iscritti agli anni successivi, fino al “primo anno fuori corso”, purché si sia in possesso di requisiti di merito ragionevolmente accessibili, ossia il conseguimento nell’anno precedente di almeno 10 crediti formativi (Cfu) per gli iscritti al secondo anno o di 25 Cfu per gli iscritti dal terzo anno in poi.
Secondo l’Udu Palermo, però, la finanziaria ha di fatto “costretto” gli atenei a “istituire una ‘no tax area’ per i redditi più bassi senza garantire un’adeguata copertura finanziaria, forzando gli atenei ad aumentare la contribuzione degli altri studenti. Pur riconoscendo come questo provvedimento non sia stato propriamente voluto dall’ateneo ma sia la diretta conseguenza di una politica governativa grossolana e poco attenta alle reali esigenze del mondo universitario, l’Udu ha comunque deciso di dichiararsi contraria in Consiglio degli Studenti e di elaborare una contro-proposta”.
A Palermo oltre diecimila studenti potranno usufruire della “no tax area”. Oltre alle esenzioni, il nuovo Regolamento prevede una consistente riduzione delle tasse per gli studenti appartenenti a nuclei familiari con redditi compresi tra 13.000 e 30.000 euro. In questo caso, fermi restando i requisiti in termini di crediti conseguiti e di iscrizione in corso, o al più al primo anno fuori corso, il contributo onnicomprensivo viene ridotto a una quota pari al 7% della parte di reddito Isee eccedente i 13.000 euro. Le riduzioni saranno estese anche agli iscritti ad anni successivi al primo fuori corso, purché con reddito Isee inferiore a 30.000 euro ed in possesso dei requisiti di merito, ovvero il conseguimento di almeno 25 Cfu nell’anno precedente. Di questi sconti gioveranno altri ottomila studenti, portando la platea dei beneficiari delle riduzioni (totali o parziali) a circa la metà dell’intera popolazione studentesca palermitana.
In aggiunta, nel Regolamento sono state rinnovate o introdotte altre tipologie di studenti che godranno di esenzioni e riduzioni: i fuori sede, i diplomati liceali con voti non inferiori a 97 (in precedenza erano richieste votazioni maggiori), le famiglie con più di un iscritto e gli studenti palermitani che “rientrano” in sede dopo un periodo di studio in altri atenei. Allargate anche le fasce di reddito per il diritto all’esenzione di studenti delle cosiddette categorie protette. Il rettorato conferma le difficoltà generate dalla parziale copertura economica da parte dello Stato: “La quota di compensazione che dovrebbe essere assegnata all’Università di Palermo sarà proporzionale al numero di studenti che godranno dell’esenzione totale ma non è al momento nota. Dovrebbe attestarsi, stando alle previsioni, sugli 1,8 milioni nel 2017 e sui 3,5 milioni dal 2018, con un differenziale a regime di 2,5 milioni, non sostenibile dal punto di vista economico. Si è resa quindi necessaria una rimodulazione degli importi, rispetto a quelli del 2016/17, che avrà effetti esclusivamente sugli studenti che non usufruiscono delle riduzioni, ovvero quelli appartenenti a nuclei familiari con Isee superiore a 30.000 euro o non in possesso dei requisiti di merito richiesti per l’applicazione delle nuove agevolazioni”.
Il Consiglio degli Studenti ha prevedibilmente espresso parere non favorevole ma il rettore Fabrizio Micari rintuzza le critiche: “Abbiamo complessivamente ridotto la tassazione studentesca ed operato una più equilibrata redistribuzione dei contributi. Sono state azzerate le tasse per le fasce di reddito più basse, livellate quelle per le fasce intermedie e lievemente incrementate quelle per le fasce alte e per i settori a più elevato costo della formazione. Oltre 18mila studenti vedranno diminuite o addirittura azzerate le tasse, con una riduzione media pro capite di oltre 300 euro. Per la rimanente popolazione studentesca è stata effettuata una rimodulazione, in funzione del reddito e della tipologia dei corsi di studio che mediamente comporta un incremento inferiore a 100 euro per studente. Con questo intervento il volume complessivo della tassazione studentesca è inferiore di 3,5 milioni rispetto all’anno passato”.
L’Udu contesta però all’ateneo di “aver riformulato l’intero sistema di tassazione quasi come se non dovessero arrivare fondi nazionali, cercando le risorse necessarie esclusivamente dagli studenti. Questo ha comportato un aumento sproporzionato della contribuzione studentesca a discapito delle fasce medie, ma soprattutto degli studenti in difficoltà in corso e gli studenti fuori corso”.

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