Dodici Paesi e associazioni internazionali promuovono la lotta alla perdita di biodiversità. Prestigiacomo soddisfatta: “Compiuti passi avanti verso il vertice di fine anno”
SIRACUSA – “Sapevamo che a Siracusa non avremmo sottoscritto un negoziato, ma un passo in avanti verso Copenhagen è stato fatto”. Con queste parole il ministro Stefania Prestigiacomo ha sintetizzato il G8 Ambiente che si è concluso ieri. Un summit mondiale che non voleva porsi l’ambizione della sottoscrizione di un documento che fosse un impegno internazionale vincolante per i Paesi partecipanti, ma solo una tappa d’avvicinamento al vertice danese di fine anno.
L’evento non sarà ricordato sugli annali dei trattati di politica internazionale per l’accordo sulle riduzioni delle emissioni, ma per la “Carta di Siracusa” che (si spera) rappresenta una svolta in materia di biodiversità. Un documento firmato da 12 paesi (Australia, Brasile, Cina, Repubblica Ceca, Egitto, India, Indonesia, Messico, Repubblica di Corea, Sud Africa, Svezia) e le organizzazioni internazionali partecipanti al meeting siracusano. Decisa la tutela la biodiversità in quattro aspetti principali: clima, economia, servizi ecosistemici e scienza e ricerca
In sintesi, il contenuto della carta di Siracusa (24 azioni e 5 proposte) prevede di arrivare a un completamento del negoziato sul regime internazionale di accesso e condivisione dei benefici delle risorse entro il 2010, attraverso un cammino comune, anche attraverso l’identificazione di opzioni normative vantaggiose.
Lo stesso ministro Prestigiacomo ha accolto con soddisfazione la condivisione del documento anche se “l’anno prossimo raggiungeremo solo una parte degli obiettivi di conservazione che c’eravamo posti”. Non tutti, all’evento di Siracusa, hanno riconosciuto la valenza internazionale e l’efficacia sulle politiche ambientali di ciascun paese partecipante. Fra questi, Ciro Pesacane, presidente del Forum Ambientalista, sottolineando a suo dire l’ambiguità di fondo del vertice del castello Maniace. “è un puro teatrino antidemocratico in cui vengono proposte ricette ostili alla natura e allo sviluppo sostenibile. Non a caso si è tenuto nel triangolo della morte vicino Siracusa, ovvero in una delle zone più inquinate d’Europa per la presenza delle industrie chimiche”. Quella di Pesacane appare più una critica di stampo ideologico al sistema G8 (che esclude dal sistema decisionale la gente comune) che una critica di merito e nel merito. “Mentre i ministri erano chiusi nel palazzo a decantare pessimi accordi sulla biodiversità – ha aggiunto Pesacane – quasi quattromila persone hanno manifestato in maniera decisa e pacifica contro le politiche dei grandi criticando il sistema dei G8”.
Una valutazione di merito giunge dal Wwf Italia. Nella nota, si valutano successi e obiettivi mancati del vertice. “ Il Wwf ritiene positivo che da Siracusa sia uscito un forte impegno perché i pacchetti anti-crisi economica siano orientati alla costruzione della green economy. Il vertice di Siracusa non ha però rappresentato un passo avanti di rilievo nell’aiuto alle trattative per il raggiungimento di un accordo globale sul clima a Copenhagen, in sede Onu”.
Tra luci e ombre, chiude i battenti il G8 Ambiente di Siracusa. I grandi si sono dati appuntamento a Copenhagen a dicembre.