Home » Raccomandazioni Ue e caos istituzionale

Raccomandazioni Ue e caos istituzionale

Furbizia dei parlamentari e voto segreto

Sono passate quasi sotto silenzio le 13 raccomandazioni che l’Unione europea ha fatto all’Italia lo scorso mese.
Le riportiamo a galla in questo momento di caos istituzionale, in cui l’Accordo dei quattro sembra saltato, anche se abbiamo l’impressione che vi sarà un recupero in zona Cesarini, quando la Commissione, ove il Ddl di riforma è ritornato, lo riprenderà in esame.
Quello che è accaduto la settimana scorsa sembra tratto da una commedia di Georges Feydeau (1862–1921), ricca di equivoci e di qui pro quo esilaranti. La vicenda cui accenniamo, però, non ha nulla di esilarante, ma denota il comportamento subdolo e furbesco di chi dimostra di non avere onore non rispettando i patti.
Complice della questione è ancora l’anacronistico sistema di votazione segreta, che dovrebbe essere riservata esclusivamente ai casi in cui si fanno valutazioni sui parlamentari. Valutazioni che ognuno ha il diritto di fare secondo coscienza.
Quando però si votano leggi, non si capisce la ragione del voto segreto se non quella di far esercitare il veto da parte dei cespugli e di altri che, pur facendo parte dei gruppi, agiscono per proprio conto.

Ora, non vi è dubbio che il singolo parlamentare possa votare secondo le proprie valutazioni ai sensi dell’articolo 67 della Costituzione, perché egli è sganciato dai partiti pur avendo un obbligo etico nei confronti dei propri elettori che, invece, lo hanno eletto in quanto facente parte di una lista elettorale.
Però, pur dovendo dare conto soltanto alla propria coscienza, il parlamentare ha il dovere di supportare con la faccia le proprie decisioni senza preoccuparsi delle conseguenze.
Il vulnus istituzionale è dunque nel voto segreto, che andrebbe eliminato con una semplice modifica del Regolamento votata dal Consiglio di presidenza di ogni Camera.
In Italia, vi è la grave malattia portata dalla lentezza delle decisioni e delle attuazioni; ma ve n’è una seconda ancora più grave, che è la furbizia dei parlamentari che non hanno il pudore di dire apertamente come la pensano e di votare di conseguenza, preferendo nascondersi dietro il voto segreto.
 

Ma torniamo all’Ue e alle sue raccomandazioni all’Italia: approva la correzione del deficit strutturale per il 2017 dello 0,2% del Pil e non apre alcuna Procedura d’infrazione. Tuttavia, sospende il giudizio rinviando all’autunno l’esame del rispetto del criterio del debito, senza escludere nuovi aggiustamenti al Bilancio 2017.
La Commissione europea sottolinea gli impegni ambiziosi sulle riforme, credibili se attuate. Poi, mette sul piatto la Legge di stabilità 2018 in cui deve essere previsto un aggiustamento con correzione del deficit strutturale dello 0,6% del Pil, pur inserendo il correttivo che non bisogna mettere pesanti vincoli per evitare il rallentamento della crescita. Un colpo al cerchio e uno alla botte…
La Commissione butta il sasso nello stagno: ripristinare l’Imu sulla prima casa per abbassare le tasse sui fattori produttivi, mentre ammonisce sul calo degli investimenti nel 2016 rispetto al 2015, pari a 1,6 miliardi, invitando il Governo ad aumentare gli investimenti produttivi nel 2017/2018.

La Commissione chiede inoltre incentivi per la pulizia e la ristrutturazione dei bilanci bancari e una complessiva revisione delle normative relative alle insolvenze e alla riduzione dei crediti deteriorati.
Una particolare raccomandazione riguarda poi la giustizia, con la richiesta di ridurre i tempi dei processi civili e una più intensa lotta alla corruzione. Il dito dell’Ue punta anche sul ritardo delle riforme nella Pa e sulla incapacità di dare efficienza alle aziende pubbliche.
Infine, chiede l’approvazione urgente della Legge sulla concorrenza, l’attuazione di politiche attive del lavoro, indirizzando meglio la spesa sociale, e una maggiore occupazione femminile.
Il Governo Gentiloni è chiamato ad affrontare le questioni elencate ma anche a non disperdere i Ddl su Codice antimafia, biotestamento, Ius soli, processo penale, tortura e cannabis.
Ce n’è d’avanzo per arrivare a fine legislatura, mentre il Parlamento sarà costretto a correggere le attuali leggi elettorali come le ha statuite la Corte costituzionale, in osservanza alla pressante richiesta del Capo dello Stato.