Giancarlo Trotta: "Massimo rigore a tutela degli imprenditori onesti" - QdS

Giancarlo Trotta: “Massimo rigore a tutela degli imprenditori onesti”

Francesco Sanfilippo

Giancarlo Trotta: “Massimo rigore a tutela degli imprenditori onesti”

mercoledì 12 Luglio 2017

Forum con Giancarlo Trotta, comandante provinciale Guardia di Finanza di Palermo

Quali risultati sono stati ottenuti nel 2016 e quali, invece, quelli raggiunti in questo primo scorcio del 2017?
“Secondo gli indirizzi governativi, ci siamo impegnati lungo tre direttrici principali e cioè il contrasto all’evasione e all’elusione fiscale, la lotta agli sprechi di risorse pubbliche e il contrasto alle altre forme d’illegalità economico-finanziaria. In particolare, ci siamo dedicati al riciclaggio e all’accumulo di patrimoni illeciti da parte della criminalità organizzata. I dati dell’attività sono molti, ma vorrei soffermarmi sulle ipotesi di danno erariale che abbiamo segnalato alla Procura Regionale della Corte dei Conti. Questi ultimi ammontano a ben 151 milioni di euro, così come le irregolarità in materia di appalti che si sono attestate oltre i 40 milioni di euro. Significativa è stata anche l’azione tendente a recuperare i beni illecitamente acquisiti da persone indiziate o condannate per reati di mafia. Nel 2016 abbiamo sequestrato immobili e aziende del valore complessivo di oltre 100 milioni di euro, mentre sono stati definitivamente confiscati beni per circa 283 milioni di euro. È anche opportuno ricordare lo sforzo in atto in materia di contrasto all’immigrazione clandestina, che ci impegna continuamente. Quest’ultima ha avuto il suo culmine di recente, con lo smantellamento di un’organizzazione che trasportava persone e sigarette di contrabbando dalla Tunisia verso le coste siciliane. Nel 2017 stiamo continuando questo percorso in tutti i settori di competenza della Guardia di Finanza. Vorrei infine rilevare come la nostra attività abbia dei contenuti di prevenzione: anche quest’anno è stato sviluppato il progetto ‘Educazione alla legalità economica’, spiegando a oltre 3.000 studenti di 31 scuole della provincia il ruolo della polizia economico-finanziaria”.

Quali sono le criticità maggiori della provincia palermitana?
“Anche se qualche segnale di ripresa comincia a vedersi, permangono i problemi della disoccupazione, soprattutto giovanile, e dell’aumento delle imprese che chiudono, in particolare per fallimento. Inoltre, il tessuto economico è composto per la stragrande maggioranza da imprese di piccole dimensioni, gestite a livello familiare e con scarsa propensione all’investimento. Perciò, è difficile che esse riescano a crescere e a generare valore aggiunto. A maggior ragione in queste condizioni occorre il massimo rigore nel tutelare gli imprenditori onesti. Questi pagano le imposte, mettono in regola i loro dipendenti e combattono contro l’inquinamento dell’economia attuato dalla criminalità organizzata. Pur fra mille difficoltà, fanno l’interesse dell’economia siciliana, guardando avanti nell’ottica di una crescita. Chi fa ricorso alle ‘scorciatoie’ dell’evasione e del lavoro nero alimenta, invece, un circolo ‘vizioso’ che finisce per impoverire tutto il sistema economico, quindi paradossalmente anche loro stessi. Infatti, è evidente che tutto questo si traduce in un’alterazione della libera concorrenza e questa distorsione si ripercuote sull’intero mercato, finendo per travolgere anche chi ne è responsabile”.
Dopo 20 anni il vostro Codice deontologico è stato aggiornato e rappresenta una guida di condotta per coloro che appartengono al Corpo. I principi di integrità, correttezza, buona fede, trasparenza ed equità devono orientare l’azione investigativa, sempre mirata alla massima economicità, efficienza ed efficacia. Da alcuni lettori, in buona parte imprenditori, ci giungono delle lamentele sulla non sempre applicabilità di tali principi in sede ispettiva. Anche al vostro Comando arrivano lamentele in tal senso e quale messaggio vuole dare ai suoi collaboratori, così come agli imprenditori?
“Premesso che non sono pervenute al Comando segnalazioni di questo tipo, vorrei sottolineare come i principi sanciti dal Codice deontologico siano oggetto di approfondimento durante l’addestramento iniziale dei nostri militari, nonché pressoché quotidianamente da parte di ogni comandante nei confronti dei propri collaboratori. In particolare, tutti i finanzieri sanno che durante gli interventi presso le aziende occorre svolgere il proprio lavoro con attenzione e discrezione, in modo da non interferire in alcuna maniera con la normale attività dell’impresa. Inoltre, l’idea che il contraddittorio, l’ascolto delle ragioni altrui sia alla base di ogni tipo di servizio svolto dalla Guardia di Finanza è ben radicata. Sono dispiaciuto che vi siano giunte segnalazioni di segno diverso e suggerisco a tutti gli imprenditori di rivolgersi con fiducia al Comando di appartenenza dei militari o ai Comandi superiori qualora si dovessero verificare episodi in cui le previsioni del Codice deontologico dovessero essere disattese”.

Avete avviato collaborazioni con i Comuni al fine di stanare gli evasori?
“Le collaborazioni sono in corso, raggiungendo risultati apprezzabili. Segnalo in particolare, il Protocollo d’intesa stipulato tra il Comune di Palermo, l’Agenzia delle Entrate e la Guardia di Finanza che si pone proprio l’obiettivo di ‘sistematizzare’ i dati e che ci ha permesso di individuare molti casi di evasione fiscale”.
Qual è il trend riguardo ai reati contro la Pubblica amministrazione?
“Questo è uno dei settori sui quali i nostri sforzi si concentrano maggiormente. Per corruzione, concussione e peculato nel 2016 sono state denunciate 57 persone, accertando condotte illecite per un valore di circa 9 milioni di euro”.

Quali sono i vostri obiettivi per l’anno in corso?

“Sul lato della prevenzione, intendiamo continuare con gli incontri presso le scuole per stimolare nei giovani la cultura della legalità economica. Siamo peraltro pronti a discutere qualsiasi altra iniziativa che abbia il medesimo scopo. Sul terreno più propriamente repressivo, gli obiettivi sono di migliorare la nostra azione nei comparti che ho più volte richiamato. Ci concentreremo sui fenomeni che appaiono più pericolosi per la libertà d’impresa, per la concorrenza e, in ultima analisi, per la democrazia”.

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