I numeri e le inchieste - QdS

I numeri e le inchieste

Maria Francesca Fisichella

I numeri e le inchieste

sabato 19 Dicembre 2009
Lo scenario dell’editoria, a livello nazionale e mondiale, suscita non poche preoccupazioni negli addetti ai lavori. È di questi giorni la notizia riguardante le disposizioni sui contributi per l’editoria introdotte nella Finanziaria 2010 dalla Commissione bilancio della Camera, che hanno generato allarme e una certa preoccupazione tra gli editori associati alla Fieg. E questo è solo l’ultimo dei colpi inferti ad un settore già duramente provato dalla crisi. Quest’ultima ha aumentato le difficoltà economiche delle famiglie italiane, mettendole di fronte alla necessità di dare un taglio ai budget destinati a consumi ritenuti non essenziali, tra questi i prodotti editoriali.
E in particolare i giornali stampati già penalizzati, nel nostro Paese, da una politica culturale indifferente alla forza strategica di questo importantissimo strumento di promozione civile e democratica, come messo in luce dallo studio recentemente pubblicato dalla Federazione italiana editori giornali e dedicato all’andamento della stampa in Italia dal 2006 al 2008. Secondo gli editori, il calo della domanda, insieme alle difficoltà incontrate dalle imprese nella gestione della produzione, ha dato vita a squilibri sempre più marcati fra costi e ricavi.
Viste le premesse non possono che essere degni di nota i numeri e i traguardi raggiunti dal “Quotidiano di Sicilia” il quale sembra essere stato immune al calo della domanda. Distribuito in abbonamento dal 1979 è in edicola dal 3 ottobre del 2006, 200.000 i contatti medi giornalieri, più di 40.000 le copie diffuse, tabloid a 24 pagine, di cui 12 a colori, propone quattro inchieste al giorno, molte delle quali sono state riprese da testate nazionali, come quelle riguardanti gli sprechi della Regione. Ricordiamo qualche titolo: “Ars, un usciere costa centomila euro”, “La luculliana mensa del Parlamento siciliano”, “Ars: dimore da nababbi a disposizione dei parlamentari”, “Il Parlamento della Lombardia costa la metà dell’Ars”.
Ci sono poi i servizi speciali che hanno messo a nudo il Bilancio della Regione e il carico del personale: “Regione: un miliardo e 200 milioni per i ventimila dipendenti”.
E tra quelle che hanno raccontato gli alti costi degli enti collegati alla Regione, ecco “Consorzi bonifica, dopo la riduzione costano il triplo”, “Da Province a Consorzi, un risparmio da un miliardo”.
Le inchieste del “QdS” hanno portato alla luce diffusi malcostume (“Mobbing rosa, un fenomeno che resta avvolto nel silenzio”) ed evidenziato altre storture: il fatto che il gratuito patrocinio sia diventato in  Sicilia una sorta di ammortizzatore sociale per giovani avvocati (“Udienze socialmente utili”) assommandosi ai costi delle lungaggini della giustizia (“Processi in Sicilia, nel 2008 in 1.600 hanno chiesto  risarcimento”).
Non meno incisive le inchieste sul tema che lega l’energia all’inquinamento (è l’unico quotidiano che pubblica ogni giorno una pagina su questo argomento). Tra le inchieste più recenti “Il “triangolo della morte” e lo sviluppo insostenibile”, “Oasi del Simeto, abusivismo e costruzioni illegali”, “Vogliono distruggere la Sicilia con i mostri eolici” (lanciata ben prima della scoperta del racket delle pale).
Il QdS si conferma l’unico quotidiano regionale a dedicare nove pagine all’approfondimento dei fatti delle nove province siciliane, da cui giungono altre inchieste, che ci raccontano le inefficienze, gli sprechi, i disservizi nero su bianco. Qualche titolo per evidenziare i filoni seguiti, dall’abusivismo, al degrado edilizio, alle inefficienze della pubblica amministrazione: “Ecco come la Regione siciliana ‘valorizza’ gli immobili saccensi (in cui si racconta dell’ex sede dell’ospedale di via Figuli in condizioni disastrose); “Ospedale, storia infinita: ancora ritardi” (a Marsala, in provincia di Trapani, doveva aprire entro il 2008 ma…); a Palermo il “Business dell’acqua sotto accusa. La privatizzazione non va giù”; a Gela (Cl) con l’occupazione a rischio, per il “Petrolchimico è l’ora dei timori”; a Messina con “Edilizia, sulla strada Panoramica ancora abusivismo e vane attese”; ad Agrigento con gli “Urp: in alcuni comuni della provincia se ne sconosce del tutto l’esistenza”…
Una citazione, poi per le 1800 personalità che in questi anni sono state ospiti dei forum del quotidiano, tutti prestigiosi protagonisti del panorama nazionale e regionale della politica e dell’economia.
Un’informazione, dunque, che si rivolge alla classe dirigente, al ceto medio alto. Non è un caso se la testata conta 70.000 imprese abbonate. Anche se Raffaella Tregua, il vicedirettore, sottolinea la volontà di allargare sempre di più il target di lettori, dal momento che – continua il vicedirettore – “per il nostro quotidiano il trentennale che stiamo festeggiando, ha rappresentato un momento importante di conferme, un punto d’arrivo e di partenza, al tempo stesso, per nuovi progetti”.

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