E allora perché non far rientrare in questo quadro chi ruba nei supermercati, chi punta la pistola per prendersi il portafogli, chi non paga le tasse, chi corrompe nelle aste pubbliche per aggiudicarsi gli appalti non essendo competitivo?
No, cari Di Maio e Cancelleri, questa non la dovevate dire, e neanche pensare. Voi sapete che noi abbiamo simpatia per il M5s, per la ventata di novità che tende a spazzare gli innumerevoli privilegi delle diverse caste, ma quella frase è considerata una caduta di bassa lega (Salvini non c’entra) perché detta per accaparrare i voti degli abusivi.
E allora perché non dire di evitare di pagare le tasse, così anche tutti gli evasori saliranno sul carro del M5s? E perché non dire di smettere di pagare le cartelle esattoriali, così da attirare anche i morosi?
Sappiamo che la prossima campagna elettorale, in vista delle elezioni regionali in Sicilia del 5 novembre, sarà un test fondamentale, checché ne dica Renzi, per le elezioni nazionali di primavera 2018. Ma c’è un limite alle cazzate che vengono dette per attirare la simpatia di quelle categorie di cittadini che commettono illeciti o irregolarità amministrative.
Vogliamo pensare che la sparata sia frutto di un’improvvisazione, piuttosto che di un convincimento. Se così non fosse, sarebbe molto grave perché significherebbe che i più alti esponenti del Movimento 5 stelle non percorrono la via dei valori etici, ma, come tanti altri politicastri di questi ultimi decenni, pur di acquisire i consensi venderebbero l’anima al diavolo. Gente non meritevole di alcun credito; gente che invece merita tutte le esecrazioni da parte dei Cittadiniperbene.
Non vorremmo che il M5s fosse una riedizione della vecchia Democrazia cristiana, in cui tutti gli interessi privati erano mediati.
Se egli perseguirà la linea delle demolizioni, avrà vanificato l’abuso di necessità. Se invece comincerà a prendere (o a perdere) tempo, vorrà dire che gli uomini di Alfano e i loro accoliti hanno avuto ragione nel mandare a casa il sindaco antiabusi edilizi.
Non ci vorrà molto per saperlo: già in settembre capiremo se la Regione, nel nominare il commissario straordinario e nell’impartirgli opportune istruzioni, avrà interpretato la linea del rigore, ovvero vorrà entrare in concorrenza con il M5s tutelando il diritto all’abuso di necessità.
Qualcuno potrebbe obiettare che l’attività di demolizione degli immobili abusivi non sia ordinaria, bensì straordinaria. Non siamo di questo avviso, perché le demolizioni sono conseguenti a disposizioni dell’Autorità giudiziaria, quindi non è facoltà del sindaco o del commissario disattendere tali disposizioni, con la conseguenza che l’abbattimento dei mostri rientra nell’attività ordinaria per ripristinare lo stato dei luoghi ante abusi.
Si potrebbe ancora obiettare che i Comuni non hanno le risorse necessarie a procedere agli abbattimenti. Le risposte a tale obiezione sono almeno due: la prima è che attivando l’opportuna procedura giudiziaria i proprietari procedano all’abbattimento, consapevoli che le spese, che comunque dovranno pagare qualora a provvedervi fosse il Comune, saranno sicuramente superiori (certo, se i proprietari sono nullatenenti questa leva non funzionerebbe). La seconda risposta riguarda l’indirizzo politico della Regione, che dovrebbe mettere a disposizione dei Comuni un Fondo di rotazione cui ogni sindaco potrebbe accedere, con rivalsa sui proprietari inadempienti.
Abuso di necessità, una balla grossa come una casa abusiva, anche essa da abbattere.
