“Assopetroli è un’associazione nazionale aderente alla Confcommercio che si dedica al commercio di prodotti e di servizi energetici e che partecipa attivamente a tutte le commissioni, ai comitati e ai gruppi di lavoro istituiti presso i ministeri, le regioni e gli enti locali. Sul piano nazionale e locale rappresenta e tutela gli interessi sociali, morali ed economici di oltre mille imprese che operano nel settore del commercio di prodotti petroliferi per l’industria, l’agricoltura, la marina, l’aviazione, il riscaldamento e l’autotrasporto. Che si occupano in generale di servizi per l’energia e di gestione degli impianti per la climatizzazione e che sono impegnate nella distribuzione di carburanti, combustibili ed energia attraverso stazioni di servizio e depositi di oli minerali che sono presenti su tutto il territorio. Assopetroli è inoltre socio fondatore dell’Upei (Union of european petroleum indipendents) che raggruppa le associazioni nazionali del settore e promuove lo sviluppo delle imprese tutelando il consumatore e favorendo le relazioni fra gli associati per lo studio e la soluzione dei problemi comuni”.
“Siamo presenti in modo capillare su tutto il territorio attraverso 15 coordinamenti regionali accreditati presso le regioni e gli enti locali. L’associazione è inoltre articolata trasversalmente attraverso le aree business relative all’energia, all’extrarete e alla rete carburanti per le quali offriamo consulenza giuridica, tecnica e fiscale. Le nostre imprese sono titolari di circa il 40 per cento delle stazioni di servizio presenti sul territorio nazionale”.
“Assopetroli offre svariati servizi. Oltre a realizzare la raccolta normativa relativa al settore petrolifero ed energetico dal 1934, divulghiamo periodicamente tutte le notizie che riguardano le normative dei settori di competenza e le novità del settore energetico. Alle nostre aziende offriamo servizi di assistenza, coordinandole nei rapporti con le istituzioni centrali, regionali e locali. Nel 2001 abbiamo inoltre istituito un comitato giovani di cui fanno parte circa 50 membri di aziende associate. Il nostro scopo è quello di promuove lo sviluppo professionale dei giovani imprenditori e di fornire un valido supporto all’attività dell’associazione. L’interesse dei nuovi associati è indirizzato verso la diversificazione delle fonti energetiche e verso lo sviluppo delle fonti rinnovabili”.
“L’Italia di certo non si distingue fra i paesi europei quale pioniera nelle attività di sviluppo sostenibile, dato che è in forte ritardo rispetto agli obiettivi comunitari che per il 2010 obbligherebbero ad avere una produzione lorda di energia da fonti rinnovabili pari al 22% del totale. Tuttavia rispetto al Sud, al Nord ci sono molte aziende che investono nelle fonti rinnovabili. Al Sud la mentalità è diversa, è più legata al passato e per tal motivo la situazione è totalmente deficitaria. è un po’ un paradosso, viste le favorevoli condizioni climatiche e la maggiore possibilità rispetto alle regioni del nord di sfruttare l’energia prodotta dal vento e dal sole”.
“In effetti la Sicilia produce il 40 per cento del greggio nazionale, ma i prezzi di listino dei distributori sono ancora i più alti d’Italia. Tuttavia noi dobbiamo rapportarci al prezzo industriale dato che non siamo produttori e che acquistiamo all’ingrosso. Al 30 novembre abbiamo avuto un margine lordo di 151. A questi vanno aggiunti i costi per i trasporti speciali stabiliti dalle tariffe nazionali e le quote dei gestori che sono state concordate con i sindacati”.
“è necessario riformulare l’aspetto della rete nella nostra regione. C’è un basso erogato e un progressivo peggioramento degli incassi. Siamo fuori dalla media europea. L’attività svolta dalle aziende rivenditrici nel campo petrolifero ed energetico è poco riconosciuta dalle istituzioni. Il piccolo o medio imprenditore del comparto energia rappresenta un anello di congiunzione, ed è indispensabile per garantire un efficiente funzionamento del mercato. Vorrei sottolineare che la nostra categoria gode di una remunerazione sostanzialmente fissa per quantità di prodotto venduto e non si avvantaggia al variare dei prezzi del mercato. Dunque quando vendiamo un litro di gasolio, che il prezzo sia 1 euro o 1,50, noi guadagniamo sempre lo stesso importo fisso, dato che versiamo allo Stato per le accise circa il 50 per cento di ciò che incassiamo. In un sistema dagli equilibri così precari, il differenziale temporale tra quando paghiamo il prodotto alle compagnie e quando riusciamo a incassare dal cliente, costituisce un elemento determinante. Oggi questo differenziale genera un saldo talmente negativo per le nostre aziende, in termini di esposizione finanziaria, da risultare ai limiti della sostenibilità sia sotto il profilo dei costi che della possibilità di ricorrere al credito. Abbiamo problemi in termini di rotazione finanziaria del capitale a causa del peggioramento degli incassi”.