La "Leggina" Ars pro abusi edilizi graziata dal Consiglio dei ministri - QdS

La “Leggina” Ars pro abusi edilizi graziata dal Consiglio dei ministri

Antonio Leo e Rosario Battiato

La “Leggina” Ars pro abusi edilizi graziata dal Consiglio dei ministri

giovedì 26 Ottobre 2017

Impugnati diversi articoli del collegato alla Legge di stabilità regionale, ma non la norma sulle demolizioni. La deputata Mannino aveva presentato un’interpellanza urgente: “Governo complice”

CATANIA – Gli abusi edilizi restano un totem intoccabile. Almeno così parrebbe andando a scavare nei retroscena di quello che è successo martedì, quando il Consiglio dei ministri ha deciso di impugnare il collegato alla Legge di stabilità regionale, quello approvato con un colpo di coda agostano dall’Ars per fare gli ultimi regali di fine stagione.

Tra le norme impugnate dal Governo non c’è traccia della “leggina” che strizza l’occhio agli abusivi
– di cui abbiamo dato per la prima volta notizia il 7 settembre scorso (leggi Abusi edilizi: spunta una "leggina"), grazie a un articolo del nostro Pierangelo Bonanno – e che è stata denunciata in Parlamento da Claudia Mannino, ex deputata del Movimento cinque stelle ed oggi nel Gruppo misto. Una scelta  in controtendenza con quanto dichiarato dal ministro Delrio giusto qualche settimana fa, ovvero che l’esecutivo avrebbe contrastato ogni provvedimento regionale in odore di compiacere i proprietari di fabbricati illegali.
Si staranno fregando le mani quei deputati siciliani che hanno votato la norma, guarda caso, in pieno clima vacanziero, tra una granita alle mandorle e un tuffo a mare. Una disposizione sibillina, annidata nel collegato alla legge di stabilità regionale (art.49 della L.r. n.16/2017, pubblicato nella Gazzetta ufficiale n.29 del 25 agosto scorso), che di fatto limita, ma forse sarebbe meglio dire “sterilizza”, l’intervento della Regione in caso di ritardo nelle demolizioni.
Proviamo a sintetizzare la faccenda: attraverso le solite operazioni taglia e cuci, per cui certi nostri legislatori sono diventati chirurghi di chiara fama, viene fuori che la Regione non può più intervenire nei confronti dei dirigenti poco solerti con le ruspe. Potrà inviare commissari ad acta solo ed esclusivamente per sostituire gli Organi di governo dell’Ente locale, cioè sindaco, giunta e Consiglio comunale. La “furbata” è tutta qui: si tratta di organi che sul punto non hanno alcuna competenza. Solo i dirigenti possono emanare le ingiunzioni demolitorie e quindi un eventuale commissariamento dei vertici istituzionali non avrebbe alcuna conseguenza sul piano pratico.
Una situazione “cristallizzata”, dunque, come ci ha confermato Giuseppe La Greca, magistrato del Tar Sicilia e autore del libro il “Testo unico dell’edilizia in Sicilia”. La disposizione, ha spiegato il giudice a Bonanno, “certamente indebolisce i poteri di vigilanza dell’assessorato regionale territorio ed ambiente per le ipotesi di inerzia delle amministrazioni nell’emanare i provvedimenti di repressione delle violazioni edilizie”. Insomma una norma, parafrasando le parole di La Greca, di cui la Sicilia non sentiva alcun bisogno.
Nel resto d’Italia, secondo il Testo unico statale, le Regioni devono intervenire in via sostitutiva entro 15 giorni, in caso di omessa emanazione di ordinanze di demolizione.
Contro un siffatto “ecomostro normativo”, per restare in tema, la deputata Mannino – in un’interpellanza urgente presentata lo scorso 3 ottobre – aveva chiesto al governo di impugnare gli articoli 48 e 49 della già citata legge regionale 16/2017  recante “Disposizioni programmatiche e correttive per l’anno 2017. Stralcio I”. E due giorni fa, dopo aver appreso che la leggina continuerà il suo benefico effetto sugli abusivi dell’Isola, ha analizzato la situazione da una prospettiva ben precisa: “Nonostante le rassicurazioni informali da me ricevute da parte di membri del governo – ha dichiarato al QdS –, apprendo solo adesso che l’esecutivo ha impugnato solamente l’articolo 48 del collegato alla legge di stabilità, relativo ai piani paesaggistici, e non anche il 49, relativo all’invio dei commissari per le demolizioni, come da me sollecitato con interpellanza parlamentare urgente”.

Per Mannino il punto è chiaro
: “Appellandosi a questioni tecniche e ignorando le norme costituzionali, il ministro Galletti, il sottosegretario Bressa e tutto il governo si rendono complici del regalo elettorale agli abusivi ideato dall’Assemblea regionale siciliana”. E gli abusi, intanto, restano una minaccia costante: il rapporto Bes dell’Istat ha inserito la Sicilia tra le regioni più compromesse, confermando, per il triennio 2012-2014, il numero degli edifici costruiti illegalmente in proporzioni variabili “fra il 45 e il 60% di quelli autorizzati”.
 

 
Intanto continua a crescere il consumo di suolo
 
ROMA – Il consumo di suolo in Italia rallenta ma continua a crescere, 50 chilometri quadrati di nuove coperture artificiali tra novembre 2015 e maggio 2016, in media poco meno di 30 ettari al giorno, più di 3 metri quadrati al secondo. Ad essere assediate sono anche le aree vincolate e le coste, dove trent’anni dopo la Legge Galasso la densità media di edifici ha raggiunto i 512 per Kmq (+28%). Mentre nelle soprintendenze la carenza di personale fa sì che ogni funzionario debba occuparsi in media di 457 provvedimenti all’anno.
Partono da un quadro preoccupante, tratteggiato nelle 500 pagine del Rapporto sullo stato delle politiche del paesaggio, a Roma, gli Stati generali del paesaggio, una due giorni di dibattito tra esperti e amministratori, che verrà conclusa domani da una lectio magistralis del cardinale Gianfranco Ravasi e poi dagli interventi del ministro Franceschini e del presidente del Consiglio Paolo Gentiloni.
è ancora “emergenza rossa”, sottolinea presentando il rapporto il sottosegretario Mibact Ilaria Borletti Buitoni, anche se in questi anni qualche cosa è cambiata, “è cresciuta la coscienza”. “Siamo un paese unico al mondo per il suo paesaggio di cui dobbiamo essere orgogliosi così come delle cose fatte nell’ultimo decennio – commenta Franceschini – Gli Stati generali servono proprio a questo, a dire che bisogna difendere il nostro paesaggio, che Stato e Regioni insieme devono difendere la bellezza del nostro Paese, che è un valore anche dal punto di vista economico”.

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