Cos’è il Collegio dei periti industriali?
“Il Collegio dei periti industriali è un ente pubblico non economico incaricato della custodia dell’Albo Professionale, del registro praticanti e della formazione continua dei periti industriali e periti industriali laureati. I Collegi sono emanazioni periferiche del ministero di Grazia e Giustizia ed operano sotto il controllo dello stesso attraverso il Procuratore generale della Repubblica”.
Qual è l’ambito territoriale del vostro Collegio?
“Il collegio ha competenza su tutto il territorio provinciale che comprende i distretti giudiziari di Messina, Barcellona, Patti e Mistretta”.
Dove ha sede? Com’è articolato?
“Il nostro Collegio ha sede in Via Maddalena n.11. è presieduto da me, ed è composto da sette consiglieri, io compreso. I Consiglieri sono: Currò Mario, che ha anche la veste di Segretario, Pietrafitta Salvatore, che è anche il Tesoriere, Di Mauro Stefano, Musumeci Orazio, Cappadona Giuseppe e Villafranca Elisabetta. I servizi di segreteria sono curati da Lualdi Eleonora, che non ha una carica istituzionale, ma ricopre un ruolo importantissimo”.
Qual è il numero degli iscritti all’albo?
“Il numero degli iscritti all’albo è di 770 unità, di cui 270 esercitanti l’attività”.
Qual è il ruolo che i periti Industriali svolgono sul territorio?
“I colleghi che svolgono la professione di perito industriale, in tutto il territorio, nelle varie articolazioni e nelle varie specializzazioni, ricoprono oggi un ruolo importante in aziende, Enti pubblici, o come liberi professionisti, e rappresentano una categoria trainante per l’economia del nostro territorio. è una professione molto ambita dai giovani, non per nulla noi vantiamo più istituti tecnici nella provincia di Messina. (due solo a Messina, uno a Milazzo, uno a Barcellona Pozzo di Gotto, e uno a S.Agata di Militello). Purtroppo però questi giovani, una volta finiti gli studi, trovano difficoltà per quanto riguarda gli sbocchi occupazionali sul territorio, e sono costretti a spostarsi”.
Come si diventa perito industriale libero professionista?
“Si diventa perito industriale, dopo un corso di studi (tecnici) di maturità di perito industriale, un tirocinio di due anni, ed un esame di stato per l’abilitazione all’esercizio della libera professione, oppure, ai sensi del Dpr 328/2001, conseguendo un diploma di laurea L (non specialistica). La differenza tra i periti industriali, e periti industriali laureati, è data appunto dalla differenza del titolo di studio di accesso per l’iscrizione all’albo. è necessario sottolineare che ai sensi della direttiva europea Cee 36/2005 sulle qualifiche professionali è prevista, per l’esercizio della libera professione, l’equiparazione ai laureati (L).
Quali consigli può dare ai giovani che intendono esercitare questa professione?
“Io consiglio a tutti i giovani che vogliono esercitare la professione di perito industriale, non volendo proseguire con gli studi universitari, sin dal conseguimento del diploma di maturità, di affiancarsi subito ad un professionista per svolgere il praticantato, per riuscire a captare i segreti in modo da esercitare con professionalità la propria attività”.
Cosa si augura, per il futuro, la vostra categoria?
“La nostra categoria auspica che il nostro territorio sia sempre oggetto di attenzione da parte del governo nazionale, che finora ha dimostrato di esserlo, soprattutto sbloccando le procedure per la realizzazione del Ponte sullo Stretto, che non va vista come la realizzazione dell’ opera in se stessa, ma in tutti i suoi molteplici aspetti, come quello importantissimo della creazione di migliaia di posti di lavoro. Tanti infatti i cantieri che verranno a nascere; l’economia stagnante della nostra città si potrà finalmente riprendere, potrà essere restituita alla nostra città la vocazione balneare e turistica, e tutte le professioni, compresa quella dei nostri periti industriali, riprenderanno certamente quota”.