Il bilancio tracciato dall’esponente dell’opposizione è negativo: “La città ha perso la grande voglia di fare”. Il senatore Pd bacchetta Scapagnini e Stancanelli. E si dimette da consigliere
CATANIA – “Avevo preannunciato che, in assenza di iniziative di ampio respiro, avrei rinunciato a svolgere le funzioni di consigliere comunale. Purtroppo, il tempo è trascorso inutilmente e, all’allegra e operosa capacità distruttiva della giunta Scapagnini si è sostituita la prudente e pensosa inattività della giunta Stancanelli”.
Con queste parole, indirizzate al presidente del Consiglio comunale, Marco Consoli, il senatore della Repubblica, Enzo Bianco, ha annunciato le sue dimissioni dal Consiglio comunale. Lo ha fatto nel corso di una conferenza stampa, alla presenza di tutto il gruppo del Pd a Palazzo degli Elefanti, convocata per stilare un bilancio sull’anno di amministrazione della città. Un pugno sul tavolo, un gesto eclatante, per attirare l’attenzione dell’opinione pubblica nei confronti della situazione di Catania, per sottolineare lo svuotamento progressivo delle prerogative del Consiglio comunale, come relativamente al Corso dei Martiri o, più recentemente, all’organizzazione degli Stati Generali, in cui il Consiglio non è stato coinvolto.
Un bilancio sicuramente negativo, quello illustrato da Bianco che, classifiche di vivibilità alla mano, ha sottolineato quanto oggettive siano le condizioni di declino della città. Secondo il Sole24ore, Italia Oggi e Censis, Catania, in 10 anni, non solo ha perso importanti posizioni nelle varie classifiche, ma ha perso anche molte delle sue prerogative, come la solidità del comparto produttivo, la vivacità culturale, la grande voglia di fare.
“Il Censis, ad esempio – sottolinea Bianco – classifica le metropoli secondo criteri faunistici. Ebbene, Catania è passata da pantera nel 1999 a giraffa, dunque, da centro urbano rampante e competitivo si è passati a realtà poco dinamica e in cui il rischio del declino è sempre più reale”. Certo, ha specificato l’ormai ex consigliere comunale, il rigore nella gestione economica della città, la stretta dei cordoni della borsa per evitare il dissesto finanziario, sono tutte iniziative lodevoli da parte dell’amministrazione Stancanelli, ma “in città – afferma – oltre alle varie difficoltà, non si può non registrare l’incapacità della giunta e del sindaco, a predisporre e presentare provvedimenti di ampio respiro”.
Assenza concreta del primo cittadino, impegnato più volte la settimana a Roma, nessun Piano regolatore generale, nessuna soluzione alla crisi dell’Amt, nessun intervento concreto nei confronti del corpo dei vigili urbani; addirittura nessuna relazione alla città. Poco per affermare che il 2009 sia stato un anno positivo.