Ecomusei presidio del territorio. In Sicilia se ne contano solo tre - QdS

Ecomusei presidio del territorio. In Sicilia se ne contano solo tre

Ecomusei presidio del territorio. In Sicilia se ne contano solo tre

giovedì 23 Novembre 2017

Dati aggiornati a febbraio 2017 nell’ultimo rapporto Mibact sullo stato delle politiche per il paesaggio. In tutta Italia sono oltre 200, la metà si trova tra Piemonte e Lombardia

PALERMO – Sono soltanto 3 gli ecomusei siciliani, a fronte degli oltre 200 registrati in tutta Italia. Un dato preoccupante perché certifica l’assenza di un’adeguata distribuzione sul territorio isolano di questi presidi essenziali per la conservazione e lo sviluppo del patrimonio naturale e paesaggistico di una comunità.
 
Non chiamateli semplicemente musei. Gli ecomusei costituiscono un “museo di comunità o museo del territorio”, come li definiva Hugues De Varine, uno dei primi ad averne consolidato le coordinate teoriche, e si pongono come patrimonio in costante crescita, dal passato al presente e al futuro, senza limitarsi a divenire un contenitore permanente. Sono un processo anziché un prodotto, un patto di lunga durata con la comunità.
 
In questo senso, il capitolo dedicato a queste strutture, all’interno del rapporto sullo stato delle politiche del paesaggio del Mibact, ne specifica l’impostazione sulla base di su tre elementi fondamentali: “il patrimonio, in luogo della collezione, il territorio, in luogo dell’immobile-contenitore, e la popolazione, in luogo del pubblico”. L’interazione e il peso di queste tre componenti è chiaramente variabile di luogo in luogo, eppure sono sempre rimaste abbastanza standard due “linee di tendenza” che vedono la componente territoriale e il ruolo della popolazione, nel senso di memoria e sviluppo.
 
I siti ecomuseali, che a volte si trovano anche all’interno delle aree protette, miscelano una serie di attività. Non mancano le funzioni più tradizionalmente museali, quindi documentazione e conservazione del patrimonio materiale e immateriale di un territorio (urbano o rurale) e della comunità che lo abita, che si accompagnano alle azioni di tutela, salvaguardia e valorizzazione del patrimonio culturale e paesaggistico.
 
In Italia l’ultimo studio in materia è stato condotto dalla Scuola di specializzazione in Beni architettonici e del paesaggio del Politecnico di Milano, curato dalla docente D’Amia con la collaborazione di L’Erario, che ha realizzato un vero e proprio censimento avviato nel 2015 e concluso, con un’attività di verifica e aggiornamento, nel febbraio del 2017. Complessivamente ne sono stati individuati 209, registrando una distribuzione geografica tutta orientata verso Nord Italia, dove si trovano ben 141 strutture, cioè il 67% del totale. Ce ne sono 41 nel Centro Italia, cioè il 20% del totale nazionale, e appena 27 tra Sud e Isole, cioè il 13% del totale. Una diversa sensibilità nei confronti del territorio che in Sicilia diventa disarmante: appena 3 gli ecomusei presenti, un dato distante anni luce dai 50 del Piemonte o dai 47 della Lombardia.
 
Tra queste realtà c’è anche l’Ecomuseo Urbano “Mare Memoria Viva”, un padiglione da 1.400 metri quadrati ristrutturato dal comune di Palermo nel 2004, all’ingresso dell’ex deposito delle locomotive di Sant’Erasmo. Il progetto, esistente dal febbraio del 2014, è stato ideato e condotto da Clac, sostenuto dalla Fondazione con il Sud e dai partner istituzionali dell’assessorato alla Cultura del comune di Palermo e della Soprintendenza del Mare. Il luogo, com’è tradizione per gli ecomusei, racconta il rapporto tra i palermitani e il mare e lo offre alla città e ai turisti.
 
A livello nazionale non esiste una normativa che “possa contribuire a far maggiore chiarezza in relazione alla situazione attuale – si legge nel report – finalizzata in particolare a dare una definizione univoca di ‘ecomuseo’ (ogni Regione ne dà una diversa), individuare criteri univoci a livello italiano per istituzione/riconoscimento degli ecomusei, e contribuire alla realizzazione di un sistema ecomuseale nazionale forte”. La Sicilia, ad esempio, si è dotata di una normativa specifica con la lr 16/2014, chiamata appunto “Istituzione degli Ecomusei della Sicilia”.

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