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Candidati alle elezioni obbligo del 730 di 5 anni

Parlamento, non è un posto di lavoro

Migliaia di persone hanno intasato il sito del Movimento 5 stelle per chiedere di essere candidati al Parlamento.
Sembra si riproduca la stessa fattispecie dei concorsi, quando per qualche decina o centinaia di posti si presentano migliaia o decine di migliaia di persone.
Ma il seggio in Parlamento non è un posto di lavoro. Colà bisogna andarci già attrezzati professionalmente e mentalmente, perché elaborare e approvare le leggi è un lavoro serissimo, che non può essere svolto con improvvisazione, inesperienza o incapacità.
Un Parlamento di mediocri, salvo eccezioni di alto profilo, di fatto è in mano ai burocrati, i quali formulano i testi di legge spesso non compresi dai parlamentari stessi, a causa della loro ignoranza nella materia di turno.
Da aggiungere che i burocrati del Parlamento formulano le leggi in maniera criptica: godono nel sapere che i cittadini, qualora si prendessero la briga di leggerle, non capirebbero un tubo.
 
Noi abbiamo un’esperienza quasi sessantennale, avendo cominciato a lavorare il primo settembre del 1958, una certa dimestichezza con le leggi, avendo svolto l’attività di commercialista per cinquant’anni, eppure, quando abbiamo iniziato a leggere la Legge di Bilancio 2018 (205/2017), ci è venuto il mal di testa.
Una legge composta da 19 articoli, oltre mille e duecento commi in circa duecento pagine. Ogni articolo non è scritto in italiano, ma in burocratese. Infatti, vi sono riferimenti ad altre norme, aggiungendo e cancellando parole, aggiungendo e cancellando frasi, e spesso aggiungendo e cancellando parole dentro le frasi. Si attende un testo coordinato per capirci qualcosa.
La conseguenza di quanto descritto è che i giornalisti radiotelevisivi e della carta stampata, che hanno poca competenza in materia, comunicano all’opinione pubblica ciò che i burocrati passano, senza alcuna lettura critica. Perché la fonte, cioè la legge citata, è illeggibile, sia per i comuni mortali che per i giornalisti o gli economisti.
Non è così che si servono i cittadini aiutandoli a capire la fonte del diritto, che sono le leggi.
 
Dunque, in Parlamento dovrebbero andare deputati e senatori preparati, che abbiano cognizione di diritto, organizzazione, che conoscano i meccanismi sociali, oltre ad essere dotati di un’etica, frutto di cultura e conoscenza.
Inoltre, i candidati al Parlamento dovrebbero dimostrare di essere stati capaci, nella loro vita, di fare qualcosa di produttivo, anche nel Terzo settore e di aver raggiunto il primo traguardo che una persona ha l’obbligo di tagliare: liberarsi dai bisogni e raggiungere la propria autosufficienza, senza cui una persona è schiava degli altri.
In Parlamento non possono andare i disoccupati e tanta altra gente che non ha mai concluso nulla di positivo per liberarsi dai bisogni. Se ci vanno costoro, inevitabilmente, diverranno schiavi di chi glieli ha portati, perché non è vero che è il voto dei cittadini a eleggere i parlamentari, ma la Casta.
Chi conosce i meccanismi mediatici sa bene come si possa influenzare l’opinione pubblica e orientarla in un senso piuttosto che nell’altro, con illusionI e promesse roboanti che, nonostante tutto, vengono credute da una massa di votanti non in possesso di una sufficiente cultura.
 
Ai candidati al Parlamento dovrebbe essere richiesto un curriculum sul modello europeo nel quale siano inclusi gli ultimi cinque modelli 730 (o Unico) di dichiarazione fiscale. Non basta, infatti, avere guadagnato, ma chi va a ricoprire le massime istituzioni ha l’obbligo di dimostrare di essere stato un buon cittadino in quanto buon contribuente.
Chi non ha mai partecipato (o ha partecipato poco) alle spese dello Stato, non può andare in un luogo ove preleva soldi pubblici senza averne mai dato.
La questione è palese per le persone di buon senso. ma la cattiva politica la trascura totalmente, per servire interessi di parte, di fazioni e quelli dei poteri forti.
Nel bailamme di promesse demagogiche, i cittadini fanno fatica a capirci qualcosa, ma chiedere a un candidato se ha guadagnato e pagato le relative tasse, è semplice. E va fatto!