Istat: dal rischio frana alle alluvioni. Gli eventi più pericolosi per la Sicilia - QdS

Istat: dal rischio frana alle alluvioni. Gli eventi più pericolosi per la Sicilia

Rosario Battiato

Istat: dal rischio frana alle alluvioni. Gli eventi più pericolosi per la Sicilia

venerdì 26 Gennaio 2018

Pubblicati gli ultimi dati sui pericoli naturali e antropici, ma insidie arrivano anche dalle mancate bonifiche. Più di 80.000 le persone che vivono in situazioni di criticità “molto elevate”

PALERMO – L’ambiente siciliano, analizzato con la lente d’ingrandimento dei numeri dell’Istat, si presenta pieno di trappole, evidenziando i pericoli naturali e antropici a cui sono sottoposti gli isolani. In particolare, gli ultimi aggiornamenti arrivano dalla banca dati indicatori territoriali per le politiche di sviluppo, che sono stati rilasciati nei giorni scorsi.
 
Si tratta di uno dei prodotti previsti dal Disciplinare stipulato tra Istat e Dipartimento per lo sviluppo e la coesione economica (Dps), nell’ambito del progetto “Informazione statistica territoriale settoriale per le politiche strutturali 2010-2015” finanziato con il Pon Governance e Assistenza tecnica Fesr 2007-2013.
 
L’aggressione arriva dagli eventi meteorologici imprevisti. L’indicatore della popolazione siciliana esposta a rischio frane (abitanti per kmq) è pari a 2 (2015), mentre quello del rischio alluvione (abitanti per kmq) supera di poco 1 (1,08). Dati statistici che, quando si trasformano in valore assoluto, rilasciano valori di un certo spessore: la popolazione a rischio residente in pericolosità da frana, considerando soltanto quella “molto elevata”, ammonta a circa 53 mila unità, mentre altri 28 mila sono esposti al rischio alluvioni.
A questo quadro si aggiunge anche il rischio che coinvolge, nelle prime due fasce di pericolosità, circa il 90% dei comuni isolani, anche se soltanto 145 comuni (2016) hanno dichiarato di avere il piano di emergenza per il rischio sismico, cioè il 37% del totale. I pericoli arrivano anche dalla terra.
 
Superiore alla media nazionale, anche se lievemente in miglioramento rispetto agli anni scorsi, sono i dati relativi ai principi attivi contenuti nei prodotti fitosanitari. Si tratta in particolare, dell’indicatore che misura in chilogrammi i principi attivi (fungicidi, acaricidi, insetticidi, erbicidi, biologici e altri prodotti) contenuti nei prodotti fitosanitari per ettaro di superficie agricola utilizzata, che in Sicilia, nel 2016, è arrivato a quota 5,36 (6,70 nel 2015). L’indicatore è comunque più elevato della media nazionale (4,85).
 
Incrociando questi numeri con quelli dell’Ispra, si completa il quadro dei rischi a cui sono sottoposti gli isolani. Si tratta dei cosiddetti stabilimenti a rischio incidente rilevante (rir), cioè quegli stabilimenti caratterizzati dalla “detenzione di quantitativi significativi di determinate sostanze – si riporta dall’annuario dei dati ambientali dell’Ispra – in quanto l’uso e/o la detenzione di grandi quantità di sostanze, che per le loro caratteristiche sono classificate come tossiche e/o infiammabili e/o esplosive e/o comburenti e/o pericolose per l’ambiente, può portare, alla possibile evoluzione non controllata di un incidente con pericolo grave, immediato o differito, sia per l’uomo (all’interno o all’esterno dello stabilimento), sia per l’ambiente circostante”.
 
La Sicilia è la sesta regione d’Italia per presenza (6% del totale nazionale) in quanto ne ospita circa una settantina. Al primo posto nazionale c’è la Lombardia, dove se ne trovano un quarto del totale nazionale.
 
Pericoli che sono amplificati dalla presenza di discariche abusive, di siti non bonificati (ex discariche, siti industriali dismessi, miniere, sin) che attendono da decenni un completo risanamento ambientale.

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