I dati della Srr: Catania al 9%. Ma pesano i “pendolari” dei comuni vicini
CATANIA – Percentuali in crescita nei Comuni dell’Area metropolitana gestiti dalla Srr. Secondo i dati della società consortile che, dopo la soppressione degli Ato, gestisce in via esclusiva il ciclo integrato dei rifiuti nell’ambito territoriale di riferimento, in quasi tutti i 28 enti sotto la sua gestione, nel 2017, sono aumentate le quantità di rifiuti differenziati, grazie anche alle politiche messe in atto sia per quanto riguarda i passaggi burocratici per l’affidamento del servizio, sia per quanto riguarda il coordinamento delle attività di raccolta.
“In particolare – si legge in una nota diffusa – l’Srr ha eseguito il Piano d’Ambito che è operativo dall’agosto del 2016, ha sollecitato i Comuni ad incrementare quanto più possibile la raccolta differenziata, a volte anche intervenendo direttamente come ad esempio nel cambio del calendario di raccolta, incrementando di quasi 10 punti percentuali in poco meno di due anni, la media dei 28 comuni sottesi alla stessa”.
Stando ai numeri diffusi dalla Srr, la classifica vede in coda il capoluogo dell’Area metropolitana. L’area urbana di Catania si ferma appena al 9 per cento, molto al di sotto del secondo comune meno virtuoso, Paternò, dove la percentuale però supera il 19 per cento. Livelli comunque molto distanti da quelli di realtà come Zafferana, che raggiunge la percentuale record del 74,16%, Belpasso, che si attesta al 67,76% o San Pietro Clarenza, con il 64,75%.
Nell’area della Città metropolitana, penalizzata soprattutto dall’elevato quantitativo di rifiuti raccolti, molti dei quali in proporzione, sono però da addebitare ai cosiddetti pendolari dei rifiuti (i residenti dei comuni limitrofi nei quali le amministrazioni hanno eliminato i cassonetti, gettano la propria spazzatura nei quartieri di confine della città, come ad esempio a San Giovanni Galermo), persiste ancora il sistema di raccolta cosiddetto di prossimità, che prevede appunto i cassonetti, e la raccolta porta a porta è limitata a una sola porzione del territorio cittadino, sebbene questa sia via via sempre più ampia.
A Catania, il mancato affidamento del nuovo appalto settennale e il continuo affidamento in proroga del servizio rallenta il passaggio al porta a porta, considerato il sistema migliore per incrementare le percentuali di differenziata e diminuire contestualmente i costi del conferimento in discarica. L’affidamento del nuovo appalto, potrebbe però essere questione di giorni, dal momento che la gara è in scadenza. “Ci sono state diverse richieste di sopralluogo – afferma l’assessore all’Ecologia, Rosario D’Agata. Alcune ditte hanno chiesto dei chiarimenti sull’appalto e noi le abbiamo fornite. Ora – conclude – vediamo quante richieste arriveranno. L’augurio è che l’appalto venga assegnato”.
Per l’intera Area metropolitana, in ogni caso, il panorama generale, potrebbe anche migliorare, stando a quanto previsto dalla Srr che starebbe procedendo alla progettazione degli impianti previsti nel Piano d’Ambito. “Si tratta di impianti di digestione anaerobica – si legge ancora – con a valle impianto di compostaggio ed a seguire un impianto per la produzione di biodiesel da compost. A tal proposito sono stati coinvolti i comuni sottesi alla stessa che hanno comunicato e messo a disposizione la professionalità dei tecnici interni”.
Una riunione sull’argomento si è tenuta la scorsa settimana a Palazzo dei Chierici e ha visto la partecipazione dei tecnici provenienti dai comuni di Nicolosi, Misterbianco, Zafferana Etnea, Aci Castello e Catania che, coordinati dal responsabile della Srr, Carmelo Caruso, “nel più breve tempo possibile – conclude la nota – procederanno alla redazione dei progetti per addivenire alla realizzazione dei predetti impianti”.