Carabiniere di Latina uccide le figlie e si suicida - QdS

Carabiniere di Latina uccide le figlie e si suicida

Carabiniere di Latina uccide le figlie e si suicida

mercoledì 28 Febbraio 2018

Il militare ha sparato alla moglie, poi si è chiuso in casa con le due bambine

CISTERNA DI LATINA (LT) – Luigi Capasso, appuntato scelto dei carabinieri di 44 anni originario di Napoli, ieri mattina si è rinchiuso nella sua casa di Cisterna di Latina, dopo aver sparato alla moglie che, soccorsa dai vicini, è stata trasportata in gravissime condizioni all’ospedale San Camillo di Roma. Con lui le due figlie di di 7 e 13 anni, delle quali non si è riusciti ad avere alcuna notizia fino alla tragica scoperta. A nulla sono valsi i tentativi dei negoziatori delle Forze dell’ordine per farlo ragionare e convincerlo a liberarle. Le ha uccise e, successivamente, si è suicidato.
 
L’uomo, molto probabilmente, non accettava la fine del matrimonio con Antonietta, con cui stava affrontando una causa di separazione già da quattro mesi.
 
I Carabinieri sono riusciti a ricostruire la dinamica: intorno alle cinque del mattino, l’appuntato si è recato nella strada antistante l’abitazione, ha raggiunto Antonietta Gargiulo di 39 anni, operaia alla Findus, e l’ha colpita allo zigomo, al petto e all’addome con tre proiettili che provenivano dalla pistola di ordinanza.
 
Subito dopo le ha rubato le chiavi per recarsi nella casa di famiglia, in cui non alloggiava già da tempo, visti i rapporti tra i due.
Sono state messe subito in campo tutte le risorse possibili per trovare un accordo risolutivo. Sul posto sono arrivate anche le “teste di cuoio”, il reparto di intervento speciale dell’Arma. Gli inutili tentativi di dialogo e la sempre più preoccupante assenza di notizia delle due figlie, hanno spinto i militari a fare irruzione, dopo le nove ore di silenzio e dopo aver staccato il gas in tutta la palazzina per precauzione.
 
Al momento del ritrovamento dei tre corpi, l’Arma dei Carabinieri ha dichiarato: “In questo momento drammatico è vicina ai famigliari delle persone coinvolte nella tragedia”,così come si legge in una nota.
 
Uno delle sue ultime pubblicazioni su Facebook risaliva all’11 febbraio e fa sospettare per un’eventuale correlazione con l’accaduto: “Non dire mai a me non accadrà, io non lo farei mai, perché la vita sa essere imprevedibile e nessuno è immune da certe cose. Tutto capita, anche quello che mai avresti immaginato”.
 
Proprio sui social, in quelle ore, si sono collezionati numerosi interventi, che spaziavano dagli appelli a lasciar vivere le piccole agli insulti di qualche troll, conditi da termini come “spara” o “falla finita”.
 
Presumibilmente avrebbe colpito le bambine mentre erano nel sonno, dato che una vicina aveva dichiarato di aver sentito degli spari intorno alle sei del mattino, circa un’ora dopo l’aggressione alla moglie. Nel frattempo si attendono notizie per la donna che sta lottando tra la vita e la morte e che dovrà essere adeguatamente informata di quanto accaduto per non compromettere le condizioni già critiche.

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