Nel 2017 la Sicilia "perde" 1.402 negozi - QdS

Nel 2017 la Sicilia “perde” 1.402 negozi

Roberto Pelos

Nel 2017 la Sicilia “perde” 1.402 negozi

sabato 03 Marzo 2018

Confesercenti: saldo negativo tra nuove aperture e chiusure in tutta Italia tranne che in Calabria. A livello provinciale le maggiori perdite si sono avute a Palermo (-1.057)

PALERMO – Erano 82.262, nel 2017, le imprese del commercio al dettaglio nella nostra regione secondo i dati dell’Osservatorio di Confesercenti; 1.402 in meno rispetto al 2016, quando se ne registravano 83.664.
 
Un calo che ha riguardato tutte le regioni italiane con la sola eccezione per la Calabria, dove alla fine dello scorso anno i negozi erano 39.680, in aumento rispetto al 2016 quando se ne registravano 88 in meno (39.592).
 
Il totale delle imprese commerciali italiane, nel 2016 era di 869.817 unità, in numero maggiore (10.098 in più) in confronto al 2017 che ha visto la presenza di 859.719 negozi. In Lombardia nel 2016 si registravano 1.113 negozi in più rispetto allo scorso anno: si è infatti passati da 99.629 esercizi commerciali a 98.516; In Piemonte, altra importante realtà del settentrione, il calo è stato di 1.068 imprese (dalle 55.471 del 2016 alle 54.403 dell’anno scorso); in Veneto nel 2016, le imprese in attività erano 52.800, in numero maggiore (755) rispetto al 2017, quando se ne registravano 52.045; nel Lazio c’erano 95.875 negozi aperti nel 2016, 273 in più in confronto al 2017, quando le imprese attive ammontavano a 95.602; in Campania si registravano, due anni fa, 124.212 imprese commerciali al dettaglio, che nel 2017 sono diminuite di 374, passando a 123.838.
 
A livello provinciale, a Palermo a fine 2017 si registravano 20.628 esercizi commerciali al dettaglio, 1.057 in meno rispetto al 2016, quando erano attive 21.685 imprese; a Catania c’è stato un calo di 53 imprese, si è passati infatti dalle 17.363 aziende del 2016 alle 17.310 dello scorso anno. A Messina le imprese che hanno chiuso i battenti sono state, nel 2017, 31; nel 2016 erano attivi 11.864 negozi che, l’anno scorso si sono ridotti a 11.833. A Siracusa, nel 2016 si registravano 6.183 imprese nel commercio al dettaglio che sono diminuite nel 2017, passando a 6.134 (49 in meno); Caltanissetta ed Enna ha fatto registrare le riduzioni più basse: nel primo caso, infatti, nel 2016 erano attive 4.777 aziende, che l’anno scorso sono diminuite di otto (4.769), mentre ad Enna gli esercizi commerciali “in vita” due anni fa erano 2.273, passati a 2.267 nel 2017 (sei imprese in meno). Ad Agrigento, nel 2016, le imprese nel commercio al dettaglio erano 7.315, di più in confronto alle 7.229 dello scorso anno (86); Trapani, nel 2016, ha fatto registrare la presenza di 6.836 imprese, che nel 2017 sono passate a 6.803 con una riduzione di 33 unità; a Ragusa, nel 2017 erano attive 5.289 aziende, 79 in meno rispetto alle 5.368 del 2016.
 
Una forte riduzione degli esercizi commerciali, dunque, su tutto il territorio nazionale; chiusure che hanno riguardato tutto il Paese da Nord a Sud. Una crisi, per fronteggiare la quale, bisogna mettere in atto provvedimanti rivolti alla tutela delle imprese in difficoltà.
 
“Per fermare l’avanzare della desertificazione commerciale occorre mettere in campo misure mirate al sostegno delle attività di vicinato in maggiore sofferenza – spiega Patrizia De Luise, presidente nazionale di Confesercenti -. In particolare, ci pare doveroso estendere a tutte le tipologie il tax credit già introdotto dalla legge di bilancio a favore delle librerie indipendenti: un credito di imposta tra i 10 e i 20 mila euro, da utilizzare in compensazione per far fronte a oneri fiscali (Imu, Tasi, Tari) e al pagamento del canone di locazione di esercizio dell’attività. L’auspicio – ha concluso Patrizia De Luise – è che il prossimo esecutivo faccia sua questa nostra proposta”.

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