L'Ars immobile brucia settimane preziose - QdS

L’Ars immobile brucia settimane preziose

Raffaella Pessina

L’Ars immobile brucia settimane preziose

giovedì 08 Marzo 2018

Odg M5s, via libera a commissione indagine su Ircac, Crias e Irfis. I lavori dell’Aula sono stati rinviati a martedì prossimo

PALERMO – Quella che ieri doveva essere la giornata di ripresa dei lavori dell’Ars, doverosamente sospesi per consentire lo svolgimento delle elezioni nazionali, è stata invece il teatro delle assenze. Per il governo era presente solo l’assessore Grasso. Giuseppe Milazzo di Forza Italia ha protestato vibratamente perché in Aula si è presa l’abitudine di non legiferare per dare risposte alle richieste dei cittadini, ed ha stigmatizzato la decisione del presidente di turno di convocare durante la seduta d’Aula la conferenza dei capigruppo per stabilire l’ordine dei lavori. Una conferenza che andava convocata di mattina per evitare di sospendere i lavori, che peraltro sono stati aggiornati a martedì della prossima settimana, bruciando giorni preziosi per la approvazione del bilancio di previsione.
 
A dicembre l’Ars aveva approvato l’esercizio provvisorio di tre mesi, ponendo il termine al 31 marzo, ma di fatto i tempi sono troppo stretti e si andrà quasi certamente alla proroga di un altro mese, rinviando alla fine di aprile la programmazione del 2018, con le conseguenze che ne deriveranno.

Sull’argomento è intervenuto anche Vincenzo Figuccia, lamentando che la seduta di ieri non aveva un ordine del giorno programmato e riportava solo la parola “comunicazioni”. “Stiamo arrivando a 100 giorni dell’attività del Governo – ha detto Figuccia – non è arrivata una spinta per le priorità per la Sicilia. Il Parlamento avrebbe dovuto calendarizzare quantomeno una conferenza dei capigruppo. In questa fase, propedeutica alla discussione del Defr prima in commissione e poi in Aula, chiedo al presidente di turno di farsi portavoce e di portare un po’ di buonsenso rispetto a chi deve guidare l’Aula”.
 
Nello Dipasquale del Pd ha stigmatizzato la mancata partenza in questa legislatura dei lavori e ha detto di avere la sensazione che non vi sia stata una interruzione rispetto alla passata legislatura, quando il trascinarsi dei lavori era diventata una abitudine.
Comunque nella giornata di ieri è stato approvato un ordine del giorno, presentato in Conferenza dei capigruppo, sulla istituzione di una commissione di indagine ai sensi dell’articolo 29 ter sugli enti finanziari di Ircac, Irfis e Crias.
 
L’obiettivo è quello di fare luce sulle perdite sui crediti e sui crediti in sofferenza. La Lega chiede una più giusta e migliore rappresentatività all’interno del governo siciliano, alla luce dei risultati alle elezioni nazionali che ha visto il successo esponenziale del partito di Matteo Salvini. “L’ottimo risultato ottenuto in Sicilia dalla Lega nelle recenti elezioni politiche – ha detto Antonino Rizzotto – non fa altro che confermare il grande potere di penetrazione che il nostro partito e Matteo Salvini hanno avuto sull’elettorato della nostra regione. Sarebbe stato impensabile fino a qualche mese fa una Lega quarto partito siciliano. Adesso credo non sia più rinviabile un confronto politico con il presidente della Regione e con le forze del centrodestra siciliano, perché sia data la giusta rappresentatività e responsabilità di governo alla quarta forza politica dell’Isola”. Il partito di Matteo Salvini in Sicilia ha ottenuto un risultato vicino al 5,5%, facendo meglio di FdI – che dava spazio anche agli uomini vicini a Nello Musumeci – e dell’Udc.
 
Forti erano state le polemiche circa tre mesi fa, dopo la formazione del governo, per l’esclusione della Lega dalla Giunta. “Oltre 124 mila siciliani hanno dato fiducia alla Lega e a Salvini – incalza Alessandro Pagano, segretario regionale per la Sicilia occidentale della Lega – Siamo stati premiati eleggendo due deputati e un senatore. Siamo il secondo partito del centrodestra a livello regionale. Alle elezioni Politiche, FdI si è presentato insieme al partito del governatore Musumeci ottenendo un consenso molto inferiore rispetto alla Lega. E ancora meno voti ha ottenuto la lista centrista di Noi con l’Italia, che comprendeva l’Udc, gli ex Ncd, i Popolari e autonomisti, diversi assessori regionali e i rappresentanti di due ex governatori. Questo non è un segnale dato dagli elettori, è molto di più. Da oggi non si può prescindere dalla Lega”.

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