Dalle rilevazioni dell’Istat sul mercato del lavoro, la Sicilia, come il resto del Sud, vede ridursi leggermente il tasso di disoccupazione, ma il divario con centro e nord resta altissimo. Nel 2017 il tasso di disoccupazione del Mezzogiorno (19,4%) è quasi tre volte quello del Nord (6,9%) e circa il doppio di quello del Centro (10,0%).
Inoltre i dati 2017 fotografano un’isola che appare senza regia, con aree dove cresce la disoccupazione e altre in leggera ripresa rispetto all’anno precedente ma comunque con performance al di sotto della media del Paese.
Segnali di ripresa si registrano a Palermo, Siracusa e Caltanissetta dove la disoccupazione diminuisce di oltre 2 punti, mentre a Ragusa e Agrigento la riduzione è compresa tra 0 e -2 per cento.
Male Trapani, Messina ed Enna dove la disoccupazione aumenta di oltre 2 punti, mentre a Catania cresce di 1,6 punti.
Sul versante del tasso di occupazione, otto province si collocano nella fascia tra il 37,5 e il 46,4 per cento ben distante dal range più alto 64,2-72,9 per cento che riguarda le zone più virtuose del Paese.
Solo Ragusa si trova nella fascia tra il 46,5 e il 55,2 per cento
Segnali positivi per la Sicilia giungono dall’export, che nel 2017 ha fatto registrare rialzi in tutto il Paese. Ma se il Centro-Nord ha viaggiato in linea con la media nazionale (+7,4%) e un po’ meglio ha fatto l’Italia Nord-occidentale (+7,6%) un vero e proprio boom si è verificato per le Isole (+29,4%).
Sotto la media risulta il meridione (+2,8%) mentre si discostano poco il Centro (+7,0%) e il Nord-est (+6,6%). Il forte rialzo dell’Italia insulare, sostanzialmente Sicilia e Sardegna, è dovuto, spiega l’Istituto di statistica, "in larga misura" all’aumento "in valore delle vendite di prodotti petroliferi raffinati".

