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Tiangong 1 nel Pacifico, scampato pericolo

Tiangong 1 nel Pacifico, scampato pericolo

Poco dopo la mezzanotte i calcoli avevano escluso che la stazione spaziale cinese potesse cadere sull’ultima zona dell’Italia ancora a rischio: la Sicilia e precisamente l’isola di Lampedusa. Preso d’assalto il sito della Protezione civile, costantemente aggiornato. Paura e ironia sui social

Poco dopo le tre (ora italiana) di questa mattina, trascorsi 2.375 giorni e 21 ore in orbita, quel che rimaneva della stazione spaziale cinese Tiangong 1, ossia alcuni frammenti, è finita in mare, nel Pacifico meridionale.
 
Per la nostra penisola lo scampato allarme era stato dichiarato poco dopo la mezzanotte di ieri. Fino a quel momento, secondo i calcoli dell’Asi, il pericolo si era progressivamente ristretto alla sola Sicilia, e precisamente all’Isola di Lampedusa.
 
Tiangong significa Palazzo celeste e la storia della stazione spaziale è stata seguita da telescopi e radar di almeno 12 agenzie spaziali e centri di ricerca di tutto il mondo. Per giorni questo veicolo spaziale grande come un autobus e pesante quasi 8 tonnellate è diventato famoso anche in Italia: nonostante il rischio del rientro sul nostro Paese sia sempre stato molto basso, l’Italia centromeridionale rientrava nella vasta a rischio compresa fra 43 gradi di latitudine Sud e 43 gradi di latitudine Nord.
Numerosissime le visualizzazioni delle informazioni sul sito della Protezione civile che aveva una pagina dedicata e in costante aggiornamento.
 
Sui social media, intanto, la possibilità che la stazione spaziale cadesse sulla penisola aveva scatenato paure e ironie.
Numerosissimi i post in cui veniva inserito lo spot del Buondì, che nell’estate scorsa suscitò tante polemiche perché mostrava una mamma colpita da un asteroide.
 
Secondo i dati diffusi dalle varie agenzie spaziali, l’area a rischio, inizialmente estesa dalle Americhe all’Oceania, aveva cominciato a restringersi dalle prime ore della mattina di Pasqua: all’inizio era stata esclusa l’America centrale e settentrionale, con gran parte dell’Australia, parte della Nuova Zelanda e il Madagascar. Qualche ora più tardi la fascia si era ulteriormente ristretta, con l’esclusione di Africa sud-orientale, India e Indocina.
 
L’Italia continuava a rientrare nella fascia, sempre nella zona da Firenze in giù, ma con un rischio che gli esperti continuavano a indicare come molto basso.
 
Intorno all’una del mattino italiane di oggi è scattato il contro alla rovescia per il rientro. Come sempre accade nei casi di rientro incontrollato, la notizia che il Palazzo celeste aveva concluso la sua corsa è arrivata oltre un’ora dopo l’impatto nell’atmosfera, avvenuto alle 2:16.
 
Rimbalzando negli strati più alti dell’atmosfera, in una delle sue ultime orbite la Tiangong 1 aveva sorvolato il Jiuquan Satellite Launch Center, la base spaziale dalla quale era stata lanciata il 30 settembre 2011.
 
La sua vita operativa avrebbe dovuto essere breve, di appena due anni, invece nel 2013 la Cina aveva deciso di prolungarne l’attività, finché nel marzo 2016 aveva perduto i contatti con il veicolo spaziale ed era stata costretta a dichiararlo fuori controllo.