Il presidente della Regione deve altresì dialogare con il Governo centrale con fermezza, spiegando all’opinione pubblica nazionale le motivazioni della propria autonomia e quelle ancor più forti, che obbligano qualunque governante della Sicilia a mettere in atto tutti i mezzi a propria disposizione per cominciare il processo di sviluppo e di avvicinamento dei parametri macroeconomici a quelli della Lombardia.
In tutto l’anno appena cominciato, proporremo continuamente il benchmark fra Sicilia e Lombardia, cioè il raffronto continuo dei dati delle due Regioni che parlano da soli, senza bisogno di commento.
La regione catalana ha la propria lingua ufficiale, i propri ambasciatori ed è orgogliosa di essere la prima di Spagna, capovolgendo il concetto di Sud. Nel caso della nazione iberica, il Sud è in testa alla classifica delle regioni.
Sorge la domanda: cosa abbiamo noi siciliani meno dei catalani? La nostra storia è millenaria, l’intelligenza di tutti gli isolani fulge quando vanno per il mondo. Forse abbiamo un peso che la Catalogna non ha: la mafia. Ma la mafia è diventato un alibi, perché ogni cosa che non funziona nel ceto politico e in quello burocratico si attribuisce alla malavita organizzata.
Non possiamo escludere che essa influenzi elettori, candidati, dirigenti regionali, sindaci, Giunte, consiglieri, burocrati locali e via elencando, ma siamo fortemente convinti che se i responsabili delle istituzioni funzionassero con professionalità, onestà e rettitudine, la mafia sarebbe respinta dagli anticorpi di una sana amministrazione.
Quando ognuno, invece, pesca nel torbido e cerca di soddisfare famelici interessi personali, è chiaro che non può opporsi con successo a richieste malavitose perché gli scheletri conservati nei propri armadi glielo impediscono.
Un pubblico amministratore non si sporcava mai le mani e lo diceva ai quattro venti. Ma non diceva che indossava i guanti quando prendeva le buste. Se è questa la coscienza che agisce nella Cosa pubblica risulta conseguente che essa non può funzionare al servizio dei cittadini.
Non si tratta di una questione personale, ma di una questione di metodo indispensabile per innestare il processo di sviluppo che avvicini la Sicilia a Lombardia e Catalogna.