Palermo - Aziende comunali sulla graticola. Nubi più dense su Reset e Amat - QdS

Palermo – Aziende comunali sulla graticola. Nubi più dense su Reset e Amat

Gaspare Ingargiola

Palermo – Aziende comunali sulla graticola. Nubi più dense su Reset e Amat

venerdì 13 Aprile 2018

Sindacati sul piede di guerra e numerose gatte da pelare per l’Amministrazione comunale. I Revisori contabili hanno espresso dubbi sui Piani industriali di alcune società

PALERMO – È sempre caldo il fronte delle partecipate. Detto nei giorni scorsi della tempesta che sta attraversando la Rap, senza governance da mesi e alle prese con l’ennesima emergenza rifiuti (finita ancora una volta sul tavolo della Procura), anche per le altre aziende comunali non è esattamente un momento d’oro.
 
A partire dalla Reset. Oggi sindacati e operai della consortile tornano a incrociare le braccia: sciopero per tutto il turno di lavoro e sit-in davanti Palazzo delle Aquile a partire dalle 9. Le parti sociali lamentano la mancata approvazione del Bilancio pluriennale 2018-2020 e soprattutto dell’accordo integrativo di secondo livello che trasformi in realtà l’intesa del dicembre 2014 che prevedeva l’aumento a 36 ore settimanali per tutti i lavoratori e il riconoscimento di misure di welfare e di alcuni istituti contrattuali arretrati come ferie e festività. L’accordo integrativo avrebbe dovuto essere operativo dal primo aprile ma non è stato ancora definito.


I sindacati dell’Amat invece hanno lanciato l’allarme sulla tenuta dei conti dell’azienda di trasporto pubblico. A preoccupare, in particolare, i costi di gestione del tram – che nelle intenzioni iniziali dell’Amministrazione Orlando si sarebbe dovuto mantenere con la Ztl – e di alcuni servizi come la rimozione delle auto e il car sharing, “che sono in perdita”. “È diventata una situazione ingestibile”, hanno tuonato i sindacati Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Faisa Cisal, Orsa Trasporti e Cobas Trasporti in una lettera rivolta al Comune di Palermo in cui è stato chiesto un incontro urgente al sindaco Leoluca Orlando.
 
“Dal dicembre 2016, mese della sua attivazione, a oggi – hanno evidenziato i rappresentanti dei lavoratori – l’Amat ha sostenuto da sola tutto il costo per la gestione del servizio del tram. L’azienda non ha ricevuto le somme necessarie né dalla Regione né dal Comune di Palermo. Così ci ritroviamo oggi con enormi difficoltà finanziarie che mettono a serio rischio non solo le retribuzioni, già a partire da questo mese, ma il futuro dei 1.500 lavoratori. Dei 30 milioni previsti dal contratto di servizio l’azienda ne ha incassati solo 2. Le risorse che si pensava dovessero sostenere la gestione del tram, quelle proveniente dagli incassi per la Ztl, non sono giunte e così tutto pesa sull’Amat. Abbiamo sollevato la questione più volte anche durante un recente incontro con il presidente ma non abbiamo mai ricevuto risposte né tanto meno un impegno da parte del Comune, che sembra disinteressarsi”.
 
Inoltre “ci sono servizi aggiuntivi offerti dall’Amat che non solo non portano incassi ma che sono in perdita, come la rimozione delle auto e il car sharing, e tutto non fa altro che gravare sulle casse aziendali. I fornitori inviano ogni giorno diffide per il mancato pagamento, si pensi che soltanto per il tram l’azienda dovrebbe pagare circa 12 milioni di euro per il cosiddetto full service, la manutenzione delle vetture”.
 
“Vogliamo risposte sul futuro dell’azienda – hanno concluso i sindacati – e su quando potrà essere rinnovato il contratto aziendale. Non è possibile far continuare a vivere alla giornata un’azienda che offre uno dei servizi principali per la città. L’Amat attende circa 30 milioni di euro dal Comune e altri 45 dalla Regione e, da anni, nessuno si occupa di far recuperare alle casse aziendali queste somme. Si agisca subito, se non riceveremo risposta procederemo con le forme di protesta”.
 
Come se non bastasse, un’altra doccia gelata è arrivata dai Revisori dei conti che hanno espresso “parere di regolarità contabile contrario” e “parere non favorevole” ai Piani industriali 2018-2020 di Sispi, Amg Energia e, appunto, Reset. Intanto dalla voce critica della maggioranza, il gruppo di Sinistra Comune, è giunta “una richiesta di chiarimenti inviata al segretario generale sull’emendamento, approvato dal Consiglio comunale in occasione dell’adeguamento statutario delle società partecipate, che introduce modalità e criteri di nomina del direttore generale delle aziende comunali”. Secondo i consiglieri di Sc Giusto Catania, Barbara Evola, Katia Orlando, Marcello Susinno, sostenuti nell’iniziativa da Valentina Chinnici e Paolo Caracausi (Mov139) e da Massimiliano Giaconia (Palermo 2022), “l’emendamento introduce in modo improprio, nello statuto delle società, le modalità per il reclutamento del direttore generale, che devono invece rispondere esclusivamente alle disposizioni di legge. I criteri indicati dall’emendamento, inoltre, non soddisferebbero i principi di trasparenza, imparzialità e pubblicità cui rimanda la normativa specifica sul tema”.
 
Nella nota è stata sottolineata infine “la necessità che il segretario generale ponga in essere in tempi brevi misure correttive a tutela degli organi societari e del Consiglio comunale”.

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