Rifiuti: in Sicilia un settore nel caos - QdS

Rifiuti: in Sicilia un settore nel caos

Rifiuti: in Sicilia un settore nel caos

martedì 17 Aprile 2018

Dopo le polemiche dei giorni scorsi tra il Comune di Palermo e la Regione siciliana, si è appreso che sono da bonificare otto discariche abusive. Intanto anche a Ragusa la situazione della raccolta viene definita catastrofica. A Gela la Procura apre un’inchiesta sui disservizi.  Ad Agira compie un altro passo in avanti la discarica di rifiuti speciali rifiutata dalla popolazione, ma Musumeci ferma tutto

Dopo le polemiche dei giorni scorsi tra il Comune di Palermo e la Regione siciliana, continua nella nostra isola il caos rifiuti.
 
Sono ancora 68, concentrate al Sud, le discariche abusive da bonificare e per le quali l’Italia paga una penalità all’Ue in seguito alla condanna della Corte di giustizia Ue del 2014.
Lo denuncia l’eurodeputato Piernicola Pedicini (M5S) citando gli ultimi dati a disposizione della Commissione europea, datati dicembre 2017.
 
Otto sono in Sicilia. Una situazione "preoccupante e inaccettabile" per la quale, dice Pedicini, "non possiamo non denunciare i ritardi e le incapacità nell’affrontare l’emergenza da parte del governo nazionale e delle Regioni".
 
Intanto a Ragusa il presidente dell’associazione Pericentro, Giuseppe Cavalieri, ha denunciato che "la discarica di Cava dei modicani è stata costretta a chiudere per le impetuose condizioni atmosferiche, soprattutto a causa del forte vento".
 
Cavaleri ha rimarcato le "Condizioni precarie e vergognose in cui si è presentata in queste ultime ore la città di Ragusa. Però, e qui non c’entra nulla la ditta che ha in appalto il servizio di gestione del conferimento dei rifiuti. Una amministrazione che si rispetti avrebbe dovuto cercare di individuare una soluzione temporanea".
 
"Il Movimento Cinque Stelle – ha concluso – continua a trascurare in maniera fin troppo evidente la questione raccolta dei rifiuti. Finiamola col dire rivoluzione grillina. Per quanto riguarda la vivibilità, occupiamo gli ultimi posti in classifica a livello nazionale. Da quando si è insediata la giunta Piccitto abbiamo compiuto passi indietro".
 
A Gela, nel nisseno, la Procura della Repubblica ha aperto un procedimento penale sui gravi disservizi nella raccolta dei rifiuti in città negli ultimi giorni.
 
Gli accertamenti sono stati delegati alla compagnia della Guardia di Finanza e al Nucleo operativo dei carabinieri di Gela che dovranno individuare eventuali responsabilità e accertare le cause dell’emergenza.
 
Nel mirino ci sono gli uffici comunali del settore ambiente e la Tekra, la ditta campana appaltatrice del servizio.
 
In questa emergenza-rifiuti colpisce in particolare l’assenza di apparenti, giustificati motivi, quali lo sciopero del personale o una qualsiasi interruzione nella filiera dei servizi di nettezza urbana. Tutto funziona regolarmente tranne il ritiro straordinario dell’immondizia abbandonata per strada dai cittadini che non rispettano i turni di raccolta differenziata.
 
Un servizio, questo, che al Comune costa quasi 5 milioni all’anno e che va catalogato come debito fuori bilancio da sommare ai 7 milioni da capitolato per il normale smaltimento quotidiano dei rifiuti. Un costo "eccessivo e ingiustificato", a parere del consiglio comunale che ha bocciato le scelte del sindaco, Domenico Messinese (ex M5s), respingendo la sua richiesta di aumento del 40% della tassa sui rifiuti (Tari) e di riconoscimento dei debiti extra, pari a 10 milioni di euro, accumulati col servizio straordinario.

Ieri, Messinese, su sollecito dell’ufficio d’igiene dell’Asp n.2 di Caltanissetta, ha emesso un’ordinanza con la quale dispone la rimozione dei cumuli d’immondizia e la bonifica dei luoghi. Ma si cerca ancora l’impresa che possa farlo a costi più vantaggiosi rispetto alla Tekra.
 
"Noi cerchiamo eventuali elementi di rilievo penale – puntualizza il procuratore Asaro – le responsabilità politiche, se ci sono, non sono di nostra competenza".
 
 Intanto compie un ulteriore passo in avanti il progetto della società Agireco Srl per la realizzazione di un discarica per rifiuti speciali pericolosi e non con annesso impianto di trattamento per il percolato in contrada Serra Campana-Cote, a circa 5 Km dal centro di Agira (Enna) e a 1,5 Km dalla Riserva naturale orientata di Vallone di Piano di Corte, area di interesse comunitario, protetta dal 2000 dalla Regione e inclusa nella Rete Natura 2000.
 
Il dipartimento acque e rifiuti della Regione ha pubblicato l’avviso di autorizzazione integrata ambientale.
 
L’opera è contestata dal comitato cittadino ‘No discarica Agira’ per i presunti rischi per la salute e l’ambiente, tra gli oppositori ci sono diverse associazioni ambientaliste e il M5s.
 
Il progetto definitivo dell’opera è depositato negli uffici del dipartimento acque e rifiuti per la consultazione. Eventuali osservazioni devono essere inoltrate all’ufficio entro trenta giorni.

In serata però il presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, ha disposto  l’immediata sospensione della pubblicazione dell’avviso di autorizzazione integrata ambientale.
 
"Ho presieduto un apposito incontro tecnico questo pomeriggio, anche alla presenza dell’assessore Alberto Pierobon, per esaminare ed approfondire le molte criticità che presenta questa vicenda dell’impianto di contrada Serra Campana-Cote – dice Musumeci – Alla fine, ho richiesto al dirigente dell’ufficio una dettagliata relazione, che voglio avere entro 48 ore. Ogni altra autonoma iniziativa, compresa la pubblicazione dell’avviso dell’Aia, va sospesa fino a quando non saranno rese note le mie determinazioni".

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