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Fattorie didattiche, in Sicilia non attecchiscono

Fattorie didattiche, in Sicilia non attecchiscono

Pubblicato dall’assessorato all’Agricoltura il nuovo elenco delle aziende accreditate: sono solo 88, poche rispetto al territorio 

PALERMO – Un meraviglioso paesaggio, estrema ricchezza di flora e fauna, temperature miti per la maggior parte dell’anno, eppure in Sicilia non si investe sulle fattorie didattiche, attività multifunzionali che, da una parte, lavorano con metodi tradizionali la terra e, dall’altra, si occupano di allevamento.
 
L’apertura al pubblico e i percorsi didattici che spiegano le metodologie di lavoro e le attrezzature utilizzate, rappresentano una opportunità da non perdere per chi vuole diversificare la propria attività e dare un risvolto diverso al proprio lavoro, non strettamente produttivo ma di sviluppo culturale per il mantenimento della tradizione e del folklore siciliano. Eppure in Sicilia quella delle fattorie e aziende didattiche è una realtà che stenta a decollare.
 
Lo conferma il decreto dell’assessorato regionale dell’Agricoltura, dello Sviluppo rurale e Pesca mediterranea, che ha aggiornato l’elenco delle aziende agricole accreditate presso i suoi uffici. Se lo scorso anno erano appena 90, su tutto il territorio isolano, quest’anno scendono addirittura ad 88. Distribuite in maniera disomogenea tra le province, se ne registrano un maggior numero a Palermo, con 19 aziende in elenco, seguita da Catania, con 16, Siracusa, che conta 14 imprese accreditate, e Agrigento, con 9, che ne ha perse due rispetto all’elenco precedente.
 
Numeri irrisori, per una regione che potrebbe fare del proprio patrimonio enogastronomico il fiore all’occhiello del settore turistico. Molto più alti i numeri relativi agli agriturismi. In questo caso si parla di quasi 700 aziende, un numero interessante ma comunque basso viste le potenzialità dell’Isola. 40 si trovano nella provincia di Agrigento, 39 in provincia di Caltanissetta, 72 in provincia di Catania. È la provincia di Siracusa a fare da capofila, con 124 aziende nel settore, seguita da Messina con 109, e Ragusa con 106. Numeri più bassi in provincia di Enna, che ne conta 50, Palermo, con appena 84 agriturismi, e Trapani, che si ferma a 67 aziende.
 
La scelta verso questa tipologia di attività lavorativa piuttosto che l’altra, è probabilmente dettata da una maggiore facilità di gestione ed un target più ampio di clientela. Eppure le fattorie didattiche possono dare tanto: sono infatti luoghi in cui ci si può avvicinare, adulti o bambini, alle tecniche di produzione agricola e di allevamento, conoscere gli animali e vederli nel loro ambiente, imparare come si viveva in campagna non più di 50 anni fa. Le aziende didattiche così definite fanno un passo avanti, occupandosi anche della trasformazione del prodotto in enogastronomia tipica del territorio, e sono spesso associate a ristoranti, presso i quali si possono degustare i prodotti dei quali si è in prima battuta conosciuto il ciclo di produzione. Purtroppo, diversi sono gli ostacoli che impediscono il proliferare di questo comparto: già in fase di start up, per poter avviare le attività è necessario abilitarsi con corsi che si svolgono al di fuori del proprio territorio, oltre a richiedere una lunga serie di autorizzazioni.
 
Ancora, manca, da parte delle istituzioni, il supporto a queste aziende anche attraverso incentivi che vadano a promuovere le attività svolte, che vengono al momento pubblicizzate in autonomia dalle singole imprese, mentre sarebbe necessario un maggior coordinamento, anche a livello provinciale o regionale, per dare risalto a queste iniziative che, se correlate tra loro, potrebbero raggiungere un maggior numero di persone e registrare, quindi, una più ampia partecipazione.