Depurazione, 79 cantieri da avviare. Intanto Sicilia stritolata dalle multe - QdS

Depurazione, 79 cantieri da avviare. Intanto Sicilia stritolata dalle multe

Rosario Battiato

Depurazione, 79 cantieri da avviare. Intanto Sicilia stritolata dalle multe

mercoledì 13 Giugno 2018

Nell’Isola 48 agglomerati inquinati su 74 segnalati nella condanna della Corte di Giustizia Ue all’Italia. Federconsumatori: su Enti locali e società idriche pende un macigno da 50-55 mln 

PALERMO – A Catania c’è attesa per i bandi per le opere del depuratore da 461 milioni di euro, uno degli ultimi progetti della passata amministrazione, ma per la depurazione siciliana il tempo è ormai scaduto. La conferma delle sanzioni Ue, arrivate con la sentenza della Corte di Giustizia del 31 maggio scorso, relativa alla causa C-251/17 Ue, hanno visto condannare l’Italia, soprattutto per colpa dei centri isolani (65% del totale di quelli sanzionati), a una multa da 25 milioni di euro, più 30 milioni per ogni semestre di ritardo nella messa a norma di 74 agglomerati segnalati per il mancato rispetto della direttiva 91/271/CEE per il trattamento delle acque reflue.
 
Non solo Catania, il commissario unico per la depurazione, Enrico Rolle, ha fatto il quadro degli interventi attualmente in corso che coinvolgono da vicino anche la Sicilia, dopo che il miliardo di euro stanziato nel 2012 dal Cipe e i pochissimi cantieri avviati.
 
“Il grave ritardo dell’Italia nella raccolta e nel trattamento delle acque reflue urbane – ha spiegato il Commissario Enrico Rolle – è una realtà nota, che pesa sullo sviluppo del nostro Paese”. L’attenzione è rivolta, in particolare, alle sette Regioni interessate e degli enti locali coinvolti, tra cui figura appunto anche la Sicilia. Il compito è certamente “complesso”, come lo definisce proprio il Commissario, “in cui alla necessità di fare presto vanno accompagnate la massima attenzione e trasparenza: nelle gare d’appalto, cosi come nei delicati passaggi della progettazione e della realizzazione dei lavori”.
 
Il futuro, insomma, è tutto da definire e le sanzioni, che prevedono, oltre al pagamento forfettario, anche una quota semestrale in proporzione al numero di agglomerati ancora in infrazione, sembra ancora da scrivere, rispettando i giusti tempi. “Serviranno alcuni anni per chiudere questa procedura – ha aggiunto Rolle – e ci sarà bisogno di un governo e di un Parlamento che proseguano nei rispettivi ruoli l’impegno sul tema della depurazione, partendo dalla piena attuazione della legge 243 del 2016 istitutiva del Commissario straordinario e integrandola nella direzione di favorire una più rapida e incisiva azione commissariale”.
In particolare, in Sicilia sono previsti 89 interventi per 48 agglomerati – si legge sul sito del commissario unico – e tra questi ce ne sono 7 in corso, 79 da avviare e 3 ultimati.
 
Nelle scorse settimane anche Federconsumatori, tramite una nota firmata dal presidente Alfio La Rosa, è intervenuta nella vicenda, sottolineando che il Commissario Straordinario per gli impianti di depurazione Enrico Rolle “ha promesso che gli investimenti saranno ultimati entro il 2022” e così “se avrà ragione la Sicilia sarà in regola con 22 anni di ritardo, e il conto di questo ritardo lo pagheranno i cittadini”. Un riferimento alla scadenza del 2000 come anno fissato per mettersi in regola.
 
Nella nota c’è anche una stima della sanzione che potrebbe toccare alla Sicilia, una cifra compresa tra 50 e 55 milioni di euro, e che, ricadendo sugli enti locali e le società di gestione del servizio idrico, andrà inevitabilmente a pesare sulla tasche dei cittadini.

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