Marco Falcone: "Sbloccare le opere pubbliche rimaste soltanto sulla carta" - QdS

Marco Falcone: “Sbloccare le opere pubbliche rimaste soltanto sulla carta”

Paola Giordano

Marco Falcone: “Sbloccare le opere pubbliche rimaste soltanto sulla carta”

martedì 26 Giugno 2018

Forum con Marco Falcone, assessore regionale alle Infrastrutture e alla Mobilità 

In Sicilia ci sono le risorse finanziarie per le infrastrutture?
“Si parla spesso di attuare un Piano Marshall. Noi lo abbiamo, perché alla Sicilia non mancano risorse. Dalle ultime due riunioni del Cipe sono giunti quasi 2 miliardi di euro: 960 milioni per le ferrovie e circa un miliardo per le strade. Queste risorse si sommano a quelle che c’erano in precedenza ma non sono state spese. La nostra idea è intanto quella di rimuovere gli ostacoli per far ripartire le opere che in questo momento sono, per così dire, incagliate, risolvendo i contenziosi che si sono verificati per alcuni appalti e che di fatto stanno bloccando la infrastrutturazione. È il caso, per fare due esempi, della Siracusa-Gela, opera oggi ferma a causa di problemi finanziari del Consorzio Cosige aggiudicatario dell’opera, o della Agrigento-Palermo, i cui lavori sono praticamente fermi a causa dell’impresa Cmc”.
 
Cosa può dirci della Ragusa-Gela?
“La Ragusa-Gela è un project-financing. La Regione mette 370 milioni di euro e il privato ne metterebbe circa 400. L’opera, che è in sostanza una superstrada, aveva due grossi problemi: il costo eccessivamente alto del pedaggio e un progetto che, secondo il Consiglio superiore dei lavori pubblici, andava rafforzato. Nell’ultimo incontro del Consiglio superiore dei lavori pubblici l’impresa si è impegnata a ridurre il pedaggio e a fornire, al momento dell’elaborato tecnico ed esecutivo, un progetto adeguato agli standard previsti dalle norme. Attualmente il progetto è sul tavolo del Mef, in attesa di essere trasmesso al Cipe per l’approvazione sia sotto il profilo tecnico che finanziario. Non escludiamo che nell’opera a settembre possa essere anche interessata l’Anas”.
 
Marco Falcone
 
E delle autostrade siciliane?
“Il Governo ha il dovere morale, oltre che politico, di rimettere in piedi il Cas, che per troppo tempo è stato il paradigma del malaffare e dello sperpero. Questo Ente è andato male perché è stato considerato un pozzo da cui attingere per incarichi e prebende. Il nostro obiettivo è restituire normalità a un ente che è strategico per la viabilità siciliana, soprattutto nella parte orientale e Sud orientale dell’Isola”.
 
Quali altri progetti avete in mente per le nostre strade?
“Sono diversi i progetti che abbiamo messo in campo per la Sicilia. Tra questi diamo priorità alla circonvallazione di Gela per un valore di oltre 300 milioni di euro, alla messa in sicurezza della Catania-Gela con l’idea di realizzare il raddoppio da due a quattro corsie nei primi 20 km da Catania verso Caltagirone. E inoltre all’ammodernamento della Strada statale 121 Palermo-Agrigento, tratto Bolognetta, per circa 350 milioni di euro e poi alla realizzazione della terza corsia della tangenziale di Catania e all’ammodernamento della Ss 115, variante di Vittoria, che è anche un importante collegamento con l’aeroporto di Comiso, e al completamento della Libertinia, terzo tratto, che collega la Catania-Ragusa alla Enna-Palermo”.
 
Per la Agrigento-Caltanissetta cosa avete in serbo?
“Entro fine settembre apriremo 12,3 km da Canicattì fino a Caltanissetta. Nel frattempo, stiamo completando la galleria che passa per 4 km sotto Caltanissetta: sarà la galleria più lunga della Sicilia. Da settembre a dicembre chiuderemo la Catania-Palermo per consentire la realizzazione del raccordo; è un sacrificio che purtroppo chiediamo ai viaggiatori per consentire da gennaio l’intera copertura”.
 
Qual è la ricetta per dare una svolta alle infrastrutture siciliane?
“Per rimettere in sesto questa Sicilia disastrata dobbiamo fare un’attività keynesiana, che parta da un’infrastrutturazione massiccia. Questo parametro rappresenta la cartina tornasole della qualità di un Governo: infrastrutturazione significa infatti crescita occupazionale, sviluppo per i trasporti, per il commercio e per la produzione, che può essere agevolmente trasferita da un posto a un altro, ma che significa al contempo miglioramento della qualità dei servizi e quindi della vita dei cittadini. Per questo stiamo lavorando sull’intermodalità logistica e sulla sinergia tra trasporto di terra, di mare e di ferro. Nei primi cinque mesi l’assessorato alle Infrastrutture ha licenziato circa 120 decreti che hanno mobilitato 220 milioni di euro di spesa, compresi, per esempio, i 38 milioni che il polo logistico intermodale di Bicocca prevede. Questa è una piattaforma per l’interscambio delle merci dotata di impianti capaci di integrare il trasporto su ferro a quello su gomma”.
 
In gergo automobilistico si dice che si può avere la migliore macchina, ma se non si ha il “manico” non si riesce a fare nulla…
“Ho due dirigenti validi, di cui sono molto orgoglioso: Fulvio Bellomo al Dipartimento delle Infrastrutture, dirigente di lungo corso che conosce bene la materia e che ha anche ottime doti di pianificazione; Salvatore Lizzio, che ha al suo attivo oltre 130 progettazioni e oggi è un Dirigente del Dipartimento regionale tecnico attento e puntuale”.
 
Ferrovie: qual è la situazione?
“La Sicilia ha una vecchissima infrastruttura ferroviaria. La rete è lunga 1.380 km, di cui solo 180 a doppio binario. Dei 1.200 km più della metà non sono elettrificati. Ci sono bassissime velocità, in alcuni tratti sotto i 30 chilometri orari. Questo è lo stato da cui stiamo partendo. Abbiamo siglato un Contratto di servizio con Trenitalia ottenendo specifiche garanzie: innalzamento degli standard sulla sicurezza e miglioramento dei servizi. Sulle lunghe tratte di percorrenza Trenitalia si è impegnata a introdurre sui treni il servizio di somministrazione di bevande e alimenti. Inoltre, stiamo rinnovando la flotta con l’acquisto di 43 nuovi treni nei prossimi cinque anni. I primi cinque arriveranno nel 2019. L’intera operazione ammonta a 285 mln di euro. L’obiettivo è quello di incentivare l’utilizzo del trasporto su ferro, per cui dagli attuali 9,4 milioni di chilometri si raggiungeranno gli 11 milioni. Siamo impegnati inoltre a rimettere in esercizio due strade interrotte da tempo. Per fare due esempi, la Caltagirone-Catania, sequestrata dalla Procura a causa di un incidente, e la via Milo che da Alcamo conduce a Trapani. Confido che entro il 10 dicembre la Caltagirone-Catania sarà riaperta alla pubblica fruizione”.
 
Marco Falcone
 
Novità sul passante Stazione centrale di Palermo-aeroporto?
“È uno dei problemi su cui abbiamo lavorato da subito. L’opera, da 1 miliardo 152 milioni, doveva iniziare nel 2003 ed è iniziata l’anno successivo. Il progetto prevedeva la realizzazione dell’opera in 60 mesi di lavoro, periodo che si è trasformato in oltre 14 anni. C’è stato il rischio che la ditta appaltatrice abbandonasse i lavori, considerandoli per il periodo trascorso eccessivamente onerosi, ma come Governo siamo riusciti a farla dialogare con Rfi, in maniera tale che il 10 luglio l’opera sarà completata, almeno per il binario tra la Stazione Notarbartolo e Punta Raisi, ed entro agosto sarà aperto questo passante, che è stato una pena, ma che sarà una rinascita per Palermo”.

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