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Palermo – È crisi profonda per le finanze dell’Amat pronta a riconsegnare il tram al Comune

Gaspare Ingargiola

Palermo – È crisi profonda per le finanze dell’Amat pronta a riconsegnare il tram al Comune

mercoledì 27 Giugno 2018

Questione legata alla partita dei disallineamenti con le partecipate: da eliminare 29 mln di crediti. L’Amministrazione, intanto, punta il dito contro la Regione ed è pronta a un’azione legale 

PALERMO – L’Amat è in crisi finanziaria ed è pronta a riconsegnare il tram al Comune a partire dal primo agosto. È quanto emerge da una missiva del presidente Antonio Gristina indirizzata all’Amministrazione comunale il 14 giugno, proprio mentre il Consiglio approvava il bilancio consolidato e prima che, il 18 giugno, il sindaco emanasse una direttiva lacrime e sangue per chiudere una volta per tutte la partita dei disallineamenti con le partecipate.
 
A descrivere i termini della direttiva “imperativa e vincolante” del sindaco è stato, in Aula, il capogruppo del M5s Ugo Forello: “Qualora fosse applicata – ha detto – e a mio giudizio è inapplicabile, sancirebbe una nuova valutazione dei disallineamenti a oltre 62 milioni di euro e per l’Amat l’obbligo immediato di eliminare tout court, oltre 29 milioni di euro dal proprio bilancio (9 milioni fino al 2016 e oltre 20 per il 2017, nda). È un’azione irresponsabile perché senza contradditorio con l’Amat”.
 
Per Forello qualora fosse confermato a carico dell’Amat l’obbligo di eliminare dal bilancio 9,3 milioni di crediti nei confronti dell’Amministrazione, per la partecipata si profilerebbe “un aggravio della crisi sia in tema di salvaguardia del patrimonio sia in tema di continuità aziendale”. Inoltre “l’Amat dice che se non verrà adeguato immediatamente il contratto di servizio il primo agosto consegnerà le chiavi del tram al Comune rimettendo in capo all’Amministrazione comunale il ramo d’azienda specifico, ossia dotazione e personale”.
 
Intanto, il 20 giugno il primo cittadino ha annunciato la costituzione di un gruppo di lavoro – con assessori competenti (Sergio Marino, Partecipate, e Antonio Gentile, Bilancio) nonché i dirigenti dei settori di riferimento (Sergio Maneri del Controllo partecipate, il ragioniere generale Paolo Bohuslav Basile e Maria Mandalà della Gestione contratti trasporto pubblico), oltre all’Avvocatura comunale e alla dirigenza dell’azienda – per l’avvio di un’azione legale nei confronti della Regione su due versanti: “Il primo – hanno spiegato da Palazzo delle Aquile – è quello del mancato saldo delle somme dovute e già riconosciute e quello relativo ai tagli al contributo regionale apportati in corso di esercizio, cioè quelle riduzioni del contributo decise unilateralmente della Regione al termine degli anni finanziari quando però i servizi erano già stati svolti. Si tratta di circa 60 milioni di crediti e una riduzione del 25% del contributo. Il secondo è quello del mancato riconoscimento del tram come mezzo di trasporto pubblico”.
 
“Siamo coscienti – ha affermato Orlando in riferimento ad Amat – delle criticità vissute dall’azienda di fronte ad una politica di tagli portata avanti dalla Regione in modo indiscriminato e privo di qualsiasi logica che non fosse quella del fare cassa sulla pelle dei cittadini e delle Amministrazioni comunali. Il trasporto pubblico rappresenta un servizio essenziale sul quale l’investimento pubblico non può mancare. Confidiamo nel fatto che da parte di tutti vi sia un ritorno al buon senso, auspicando un confronto istituzionale”.
Tornando alla direttiva, le aziende dovranno stralciare dai loro bilanci quasi 40 milioni: la Rap poco più di 5, l’Amap 3,5. La parte di disallineamenti in capo al Comune, invece, ammonta a 21 milioni, da scovare tra le pieghe del prossimo bilancio di previsione, per un totale di circa 60 milioni. Quali soluzioni? O tagliare le spese (con possibili conseguenze sulla qualità dei servizi) o aggiornare i contratti di servizio (e rischierebbero di pagare i contribuenti con misure impopolari quali l’aumento della Tari, per dare una mano alla Rap, della Ztl o delle strisce blu, per risollevare i conti in rosso dell’Amat).


Fra i possibili tagli alle spese, visto che la Regione non contribuisce e il Comune ha trovato come unica soluzione la Ztl (i cui “esigui introiti”, ha scritto il capogruppo del Pd Dario Chinnici, ammontano a “2,2 milioni nel 2017 e 657 mila euro nel primo trimestre di questo anno contro i 30 milioni previsti”), l’azienda di via Roccazzo ha individuato la soluzione più draconiana: rinunciare al tram, che l’anno scorso è costato oltre 11 milioni. Il bilancio del 2017 si è chiuso con un passivo di 6,5 milioni, mentre senza il tram ci sarebbe stato un utile di 440 mila euro. Il primo trimestre 2018 ha registrato un passivo di 1,8 milioni mentre senza il tram ci sarebbe stato un attivo di 300 mila euro.

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