La rete è insufficiente, l’Isola al primo posto per black-out nonostante il surplus produttivo. Scajola: “Intervento reso necessario per fare fronte alle situazioni critiche”
PALERMO – Arrivano buone notizie sul fronte energetico per la Sicilia.
Ieri il governo ha approvato un decreto legge per incrementare la sicurezza del sistema elettrico nelle isole maggiori superando così le attuali criticità infrastrutturali. Una necessità dettata proprio dalle problematiche inerenti alla gestione dei flussi energetici prodotti, oggetto di questioni e tensioni tra Terna e Regione in passato, così da favorire anche maggiori benefici in termini di tariffe energetiche, dal momento che la Sicilia, pur disponendo di un patrimonio energetico che realizza un surplus di circa il 6%, vende alla Borsa elettrica energia con un prezzo di media superiore del 20% rispetto al resto d’Italia.
“Questo intervento – ha spiegato il ministro Scajola – si è reso necessario per fare fronte alla situazione di particolare criticità che si registra in Sicilia e Sardegna dove, da tempo, si verificano numerose situazioni di rischio per la continuità dell’erogazione dell’elettricità, più volte segnalate anche dall’Autorità competente a Governo e Parlamento, rischio che si è ulteriormente accentuato di recente”.
Proprio un’altra contraddizione del sistema Sicilia riguarda il rischio black-out e la ripresa effettiva delle attività.
Ad esempio nel black-out del 2003, ricorda Legambiente in un suo studio, la Sicilia, assieme alla Puglia fu l’ultima regione ad avere riattivato completamente il sistema. In quell’occasione il presidente della Regione Totò Cuffaro ebbe appunto a dichiarare che “come sia possibile che la Sicilia, che fornisce energia alle altre regioni, sia stata l’ultima ad aver avuto rispristinato il servizio, con gravi danni a tutto il sistema economico e notevoli disagi per la cittadinanza”.
Tuttavia il 2003 non è stato un caso isolato, in quanto anche nel 2007 Palermo fu devastata da una serie di black-out a singhiozzo che fecero fioccare le richieste di risarcimento all’Enel per una cifra che andava dai 200 ai 70 mila euro. All’epoca l’assessore all’Industria Giovanna Candura spiegò che “la rete è insufficiente, occorre avviare i lavori per raddoppiarla. Ci aspettiamo da Terna una maggiore collaborazione”.
La questione della sostenibilità della rete era stata sollevata anche in rapporto al recente affaire eolico, quando la Regione accusava la rete di non essere in grado di supportare la grande mole di produzione del settore, spiegando come un’alta percentuale di fattorie, circa l’80% ebbe a dichiarare Fabio Granata in un convegno, avevano delle pale che giravano a vuoto. Terna si difese dichiarando la propria disponibilità a integrare nella rete chiunque ne avesse fatto richiesta. La questione resta tuttora da chiarire. Tuttavia la misura prevista dal governo dovrà infatti servire a mantenere in equilibrio la produzione di energia elettrica e i consumi evitando così proprio le situazione di black-out prolungato. Ovviamente i grossi poli consumatori di energia, quindi le industrie che in caso di black out generale sono sempre le più danneggiate, avranno meno costi con grande beneficio per l’intero sistema produttivo italiano.