Non appena comincerà l’attiva costruzione del Ponte sullo stretto verranno assunte 10 mila persone. Se la Regione tagliasse la spesa corrente improduttiva e sprecona per alcuni miliardi, come abbiamo già dimostrato (e continueremo a fare) nelle nostre inchieste, si metterebbero in moto altre decine di migliaia di opportunità di lavoro. Basta attivare l’industria blu turistica e quella verde ambientale.
Alla Sicilia la concorrenza di India e Cina fa un baffo, perché nessuna delle due emergenti potenze economiche si trova al centro del Mediterraneo, l’ombelico del mondo, né possiede le ricchezze archeologiche, paesaggistiche e ambientali della nostra Isola. La quale potrebbe diventare anche il centro del Mediterraneo come modello ecologico della produzone di energia, della nuova edilizia biocompatibile e di tutte le attività che in atto generano inquinamento, ma che potrebbero essere convertite in attività compatibili con l’ambiente.
Ci riferiamo alle attività agricole per la produzione dei biocarburanti e ai servizi avanzati ad alto valore aggiunto che possono essere utilizzati in qualunque parte del mondo.
Perché si ribalti l’asfittico funzionamento dell’economia isolana e diventi un processo dinamico di produzione di ricchezza, occorre esaltare talenti ed eccellenze in tutti i settori, compreso quello pubblico.
Vi è una linea di fondo da seguire: accettare che l’industria pesante se ne vada, perché qui non è competitiva, e sostituirla tempestivamente con progetti di investimenti che prevedano la conversione professionale degli addetti. Nel periodo di transizione deve essere richiesta e ottenuta l’applicazione della legge Alitalia in modo da sostenere concretamente i redditi di quei dipendenti che dovranno transitare dal passato al futuro.
Quindi via la Keller e la Fiat. Benvenuta Orient Express e Hna, la compagnia cinese che intende investire in Sicilia in infrastrutture.
In altre parole, è indispensabile inserire dosi massicce di merito e qualità in tutte le attività pubbliche e private accentuando la responsabilità dei project leader che devono rispondere non a padrini politici o di altra natura, bensì al mercato, esclusivamente in base ai risultati.
Merito, talenti, eccellenza, qualità e responsabilità sono valori che rendono competitivi i soggetti, in modo da mettere in moto la concorrenza tra settori diversi. Il tutto in un ambiente trasparente nel quale i cittadini possano riconoscere immediatamente chi merita e chi demerita. Non è facile ma si può fare.
Non è facile, perché in Sicilia esistono ancora i famigli, perché la bravura e la competenza non vengono considerati valori primari, perché gli asini anziché essere alloggiati nelle rispettive stalle sono nelle stanze dei bottoni, che utilizzano maldestramente e solo a favore dei propri padroni.
Non è facile, perché tanti bravi imprenditori, dirigenti pubblici e professionisti non corrono in condizione di parità con altri e vengono superati in base all’appartenenza. Una condizione che distrugge le forze buone ed esalta quelle cattive.
Bisogna approfittare delle sentenze esemplari della magistratura contro il clientelismo e dei molti colpi messi a segno dalle Forze dell’Ordine contro la criminalità organizzata perché l’allentamento dell’asfissiante pressione sulla società consenta di far elevare il sistema.
I tanti feudalesimi siciliani hanno impedito in questo dopoguerra uno sviluppo pari a quello medio nazionale. Il governo Lombardo ha l’ingrato ma entusiasmante compito di togliere tante incrostazioni. Le prossime riforme diranno se è stata invertita la tabella di marcia.