Imprese di pulizia in ginocchio. Pesano molto i ritardi della P.a. - QdS

Imprese di pulizia in ginocchio. Pesano molto i ritardi della P.a.

Rosalba Mancuso

Imprese di pulizia in ginocchio. Pesano molto i ritardi della P.a.

martedì 26 Gennaio 2010

Sandro Oliveri, Presidente dell’Associazione Imprese di Pulizia e Servizi Integrati delinea un quadro fosco. Il mercato degli operatori delle pulizie è costituito principalmente da enti pubblici

PALERMO – La difficile congiuntura economica ha messo in ginocchio diversi settori di impresa, ma in Sicilia, ce n’è uno che, da tempo, soffre in silenzio: quello delle imprese di pulizie.
La rinnovata attenzione verso le sorti di uno dei segmenti trainanti dell’economia isolana, è scaturita dalle difficoltà lamentate dalle imprese di pulizia del Nord, strangolate, a loro dire, dalle tasse e dai ritardati pagamenti. “ Se al Nord si lamentano, noi abbiamo già smesso di farlo e siamo giunti nella fase dell’agonia, per non dire quasi morti” esordisce Sandro Oliveri,  Presidente dell’Associazione Imprese di Pulizia e Servizi Integrati, operante nell’ambito di Confcommercio Palermo.
Il rappresentante della categoria traccia un quadro regionale difficile, perché la tenuta del comparto in Sicilia è affidata ad un tessuto di piccole e medie imprese che scontano difficoltà di accesso al credito e ritardati pagamenti della Pubblica Amministrazione. Il mercato siciliano degli operatori delle pulizie è infatti costituito principalmente da enti pubblici.
I ritardi medi dei pagamenti si aggirano tra gli 8 ed i 14 mesi e 2 imprese su 4, rischiano la chiusura. Lo conferma sempre Oliveri: “ Nel nostro direttivo due dei quattro membri hanno cambiato lavoro”. La speranza del comparto, secondo Oliveri, dopo  incontri in Prefettura per stipulare protocolli per la legalità e  definire regole sugli appalti pubblici, è oggi affidata al decentramento delle centrali acquisti della PA, che sono state affidate, tramite convenzioni, alle amministrazioni regionali.
“Sul fronte dei ritardi della Pa siciliana – prosegue Giuseppe Gherardelli, Segretario generale Anip (Associazione Imprese di Pulizia di Confindustria). – qualcosa è cambiato in meglio sul fronte della Sanità, dove da un ritardo di circa 300 giorni si è passati a pagamenti tra 120 e180 giorni”. Dati della Corte dei Conti, elaborati a novembre 2009, da Tais, il Tavolo interassociativo delle imprese di servizi,   facevano evidenziare che i ritardi nei pagamenti degli enti locali, si attestavano tra  6 ed oltre 12 mesi, al Sud, con punte anche di 2 anni in Sicilia.
I tempi medi di pagamento ai fornitori del SSN in Sicilia, nel  periodo tra il 2008 e fine aprile 2009,  erano di circa 260-320 giorni nel 2008 e  di 210 e 226 giorni al 30 aprile 2009. Negli ultimi mesi i tempi di pagamento nella Sanità, si sono ridotti a 120-180 giorni, come conferma anche Salvatore Navarra, titolare di un’impresa di pulizie nissena.
Un’altra criticità del comparto potrebbe riguardare i servizi di pulizia scolastica, dove una circolare del Ministero dell’ Istruzione,  ancora da protocollare nel momento in cui scriviamo, prevede tagli del 25% della spesa per i contratti di fornitura dei servizi di pulizia ed altre attività ausiliarie. Tagli che pesano come una scure sul destino delle imprese di pulizia siciliane che puntano il dito anche sui ribassi delle gare d’appalto.
La “lotteria” tra chi offre di meno o presenta l’offerta economicamente più vantaggiosa  ha aperto la strada ad una serie di ricorsi e contenziosi (a beneficio di ulteriori ritardi nei lavori)  per verificare le congruità delle offerte lanciate dalle aggiudicatarie dei pubblici appalti in base all’art. 8 della legge n. 123 del 3 agosto 2007 che obbliga le stesse  a verificare che l’offerta presentata sia  adeguata rispetto al costo del lavoro, al costo della sicurezza, il quale deve essere indicato e risultare congruo rispetto all’entità ed alle tipologie dei lavori, dei servizi o delle forniture.
 

 
Gare d’appalto. Difficile essere in regola con i ritardi della Pa
 
PALERMO – Nel 2005 la Regione Sicilia ha anche siglato con il Ministero dell’Interno,il  Protocollo di Legalità, sottoscritto da Prefetture, Inps ed Inail, per mettere in atto un controllo sulle gare d’appalto pubbliche ed evitare fenomeni di devianza delle stesse, prevedendo la possibilità di inserire anche clausole di autotutela nei bandi di gara. Le partecipanti alle gare devono anche risultare in regola con i pagamenti di tasse e contributi. “Come si fa nell’offerta ad indicare un utile del 5% che non copre nemmeno le spese ed i costi dell’anticipazione bancaria a cui si ricorre per sopperire ai ritardi nei pagamenti?”. Se lo chiede Maria Lombardo, titolare di un’impresa di pulizie a Catania, che ricorda le riunioni in Prefettura ed i protocolli della legalità, attendendo ancora oggi tempi e regole migliori.

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