La quota di 30-34enni in possesso di titolo di studio terziario è pari al 26,9%. Il 14% dei giovani tra i 18 e i 24 anni ha abbandonato gli studi, il 18,5% al Sud
ROMA – In talia, in base ai dati Istat, il 60,9% della popolazione ha almeno un diploma. Dal 2008 allo scorso anno la quota di italiani con almeno il diploma secondario superiore è in deciso aumento. Più contenuta, rispetto alla media europea, è invece la crescita della quota di popolazione con un titolo terziario (ovvero università, Afam e altri titoli post-laurea o post-AFAM).
La quota di 30-34enni in possesso di titolo di studio terziario (laurea, Afam e post laurea) è pari al 26,9% (39,9% la media Ue) nel 2017. Nonostante un aumento dal 2008 al 2017 di 7,7 punti, l’Italia è la penultima tra i paesi dell’Unione e non è riuscita a ridurre il divario con l’Europa. La quota di 30-34enni laureati, già bassa nel Nord e nel Centro (30% e 29,9%), nel Mezzogiorno si riduce al 21,6%, con un divario territoriale in aumento.
Il livello di istruzione delle donne risulta più elevato di quello maschile: il 63% ha almeno un titolo secondario superiore (contro 58,8% degli uomini) e il 21,5% ha conseguito un titolo di studio terziario (contro 15,8% degli uomini). Inoltre, i livelli di istruzione femminili stanno aumentando più velocemente di quelli maschili.
L’Istat ha inoltre certificato che la quota di 18-24enni che hanno abbandonato precocemente gli studi si stima pari al 14%; per la prima volta dal 2008 il dato non ha registrato un miglioramento rispetto all’anno precedente. E aggiunge che le differenze territoriali negli abbandoni scolastici precoci sono molto forti – 18,5% nel Mezzogiorno, 10,7% nel Centro, 11,3% nel Nord – e non accennano a ridursi.
L’Italia, però, mostra comunque notevoli progressi sul fronte degli abbandoni scolastici. La quota di 18-24enni che posseggono al più un titolo secondario inferiore fuori dal sistema di istruzione e formazione è in sensibile calo negli anni passando dal 19,6% del 2008 al 13,8% del 2016. Nel 2017, la quota si attesta al 14% (580 mila giovani) e, per la prima volta dal 2008, non registra un ulteriore miglioramento.
Nelle regioni meridionali gli occupati usciti precocemente dagli studi sono una minoranza. Ciononostante, i vantaggi in termini occupazionali nel conseguire almeno un diploma di scuola superiore sono forti; l’abbandono scolastico si dimostra dunque un ostacolo seriamente penalizzante.