Alla presidenza va il lombardiano Castiglione, vice Nicotra e Zappalà. Di Salvo lascia l’area Bianco
CATANIA – Oltre cinque ore di seduta, ma alla fine il Consiglio comunale ha giurato ed eletto presidente e vicepresidenti. La prima adunanza dell’assemblea cittadina, però, non è stata certo indolore, mostrando qualche nervo scoperto nella maggioranza e nell’opposizione.
Dopo l’apertura dei lavori da parte del consigliere anziano (perché più votato) Giovanni Grasso, esponente del Movimento 5 Stelle e il giuramento suo, del sindaco Pogliese e degli altri consiglieri comunali di maggioranza e di opposizione, è andata in scena una piccola crisi all’interno della squadra che ha eletto il primo cittadino.
Non tutti hanno infatti gradito la scelta del lombardiano Giuseppe Castiglione, consigliere di Grande Catania (terza lista più votata nel centrodestra), alla presidenza. In tre hanno infatti votato per un altro esponente del senato cittadino e tante sono state le schede bianche e nulle.
Castiglione ce l’ha comunque fatta alla prima votazione, ma la crisi si è verificata nella scelta del vicepresidente. I lavori sono stati a lungo interrotti per il mancato accordo all’interno della maggioranza, che alla fine, ha optato, seppur in seconda votazione, per Carmelo Nicotra.
Le cose non sono andate lisce nemmeno per la scelta dell’altro vicepresidente, quello eletto tra le fila delle opposizioni. Inizialmente sembrava che dovesse essere scelta l’ex assessore bianchista Salvo di Salvo ma, a metà mattinata, pare che gli esponenti dell’opposizione di Con Bianco per Catania – d’accordo con la maggioranza – abbiano deciso di convergere sul nome di Lanfranco Zappalà, il più longevo consigliere comunale.
Questo avrebbe causato lo strappo non solo da parte di Salvo Di Salvo, che al termine delle operazioni di voto si è dichiarato indipendente lasciando dunque l’area bianchista, ma anche con gli alleati in campagna elettorale, i sammartiniani di Catania 2.0 che hanno votato il pentastellato Giovanni Grasso.
La seduta ha visto la presenza della Giunta comunale quasi al completo – assenti solo l’assessore Alessandro Porto e la assessore Bonaccorsi – e del sindaco Pogliese. Che dopo aver giurato, si è rivolto all’aula. “Credo molto nel ruolo del Consiglio comunale – ha detto – e lo rispetto. Sarò presente in aula il più possibile – ha continuato – insieme alla mia Giunta”.
Pogliese si è anche soffermato sul dissesto e su quanto avviato per bloccare l’iter, dopo le deliberazioni della Corte dei Conti. “Stiamo percorrendo tutte le strade possibili – ha proseguito il primo cittadino. Stiamo sollecitando alcuni decreti legislativi e interventi alla Camera, e abbiamo chiesto un aiuto particolare al ministro Salvini per Catania. Lo stiamo facendo in assoluta sinergia con Enzo Bianco e con Giovanni Grasso. La strada è stretta e impervia – ha concluso – ma sono convinto che possiamo risalire la china. Catania ha sempre superato momenti drammatici ed è risorta”.
Per quanto riguarda il Bando per le periferie che il Governo Conte sembra voler bloccare, con la conseguenza che Catania perderebbe decine di milioni di euro, è stato l’ex sindaco, oggi consigliere comunale, Enzo Bianco, a presentare un ordine del giorno per impegnare il Consiglio a impedire la revoca del bando. Emendamento votato dall’aula quasi per intero: astenuti infatti solo i consiglieri del Movimento 5 Stelle.
Rischio dissesto, il sindaco esorta l’assise cittadina: “Lavorare uniti, ognuno con le proprie responsabilità”
CATANIA – “Esprimo il mio sentimento di emozione nell’avere prestato giuramento da primo cittadino in quest’aula dove vent’anni fa, giovanissimo consigliere comunale, muovevo i primi passi nelle istituzioni locali”. Lo ha affermato il sindaco di Catania, Salvo Pogliese, all’insediamento ufficiale del Consiglio comunale.
“Un impegno – ha ricordato – durato sei anni, densi di entusiasmo e passione, esperienza, risultato determinante nel mio successivo impegno politico e amministrativo a cui sono stato chiamato: come assessore provinciale, deputato regionale e, infine, come deputato europeo. Un incarico quest’ultimo, molto appagante, che ho lasciato per dare il mio contributo di servizio come sindaco per la città di Catania a cui mi hanno voluto i catanesi; ma anche una pesante assunzione di responsabilità a fare il bene, l’interesse della mia città, senza risparmio di energie, lavorando giorno e notte”.
“Vi dico subito – ha aggiunto Pogliese – che avrò grande attenzione ai vostri lavori perché ritengo indispensabili le vostre sollecitazioni. Lo farò con lealtà e trasparenza, informandovi sulle attività che svolgeremo; parlando sempre il linguaggio della verità, perché non è tempo né di ipocrisie, né di ammiccamenti e perché sono convinto che alcuni appuntamenti, come quello sul piano regolatore generale, non sono più rinviabili. Non si può sottacere, inoltre, il trauma provocato nella vita del Comune dalle due delibere della Corte dei Conti che decretano il dissesto economico-finanziario del Comune e accertano una situazione di squilibrio del bilancio del Comune, con obbligo di attuare correttivi, pesanti sia sotto il profilo formale che sostanziale”.
“Sapete che – ha sottolineato – anche grazie al lavoro del vicesindaco Bonaccorsi, della ragioniera e della segretaria generale, abbiamo rappresentato al Parlamento, sotto forma di proposte di emendamenti al decreto mille proroghe e al Governo nella persona del vicepremier Salvini, la drammatica condizione delle finanze comunali. Stiamo percorrendo tutte le strade, compresa quella di un ricorso alla sezione Autonomie nazionali incaricando per questo il professore Agatino Cariola”.
“Dovremo lavorare insieme, ognuno con le proprie responsabilità, senza marmellate consociative, consapevoli che la disoccupazione è arrivata al 21,5%, mentre quella giovanile sfiora addirittura il 60%”.
“La strada è stretta e impervia – ha concluso il sindaco Pogliese – ma col rigore e la serietà dei comportamenti e anteponendo l’unità degli obiettivi alle differenze possiamo risalire la china. Catania nella sua storia ha superato momenti drammatici ed è sempre risorta. Anche stavolta possiamo e dobbiamo farcela, con la protezione della nostra Patrona Sant’Agata: lo dobbiamo alla speranza che ci tocca trasferire ai nostri figli affinché abbiano motivi per credere che crescere, studiare e vivere a Catania è una scelta che ancora vale la pena compiere”.