Lavoro precario vs lavoro "sicuro" la Sicilia resta la regina degli incerti - QdS

Lavoro precario vs lavoro “sicuro” la Sicilia resta la regina degli incerti

Michele Giuliano

Lavoro precario vs lavoro “sicuro” la Sicilia resta la regina degli incerti

venerdì 17 Agosto 2018

Unioncamere sui programmi occupazionali di maggio-luglio: 6 su 10 avranno contratti a scadenza. Con Toscana, Trentino e Liguria la più alta percentuale di assunzioni a tempo determinato

PALERMO – Il lavoro “sicuro”, quello a tempo indeterminato, è ormai sempre più una chimera per i siciliani. Lo dicono i dati di Unioncamere nel suo ultimo rapporto di Excelsior su “i programmi occupazionali delle imprese rilevati dal sistema delle camere di commercio”: il 60% dei lavoratori vengono assunti con contratto a tempo determinato, mentre solo il 19% riesce ad ottenere un contratto a tempo indeterminato.
 
Peggio della Sicilia, di parecchio, solo la Sardegna, mentre si piazzano sui nostri stessi numeri la Puglia, il Molise, la Toscana, il Trentino Alto Adige e la Liguria. Se il valore percentuale dei lavoratori a tempo determinato si mantiene in linea con la media nazionale, per quanto riguarda i valori dei precari il dato schizza in alto in maniera drammaticamente negativa.
 
Tra i più virtuosi la Lombardia e l’Umbria, i cui lavoratori precari si mantengono al di sotto della metà del totale. Un quadro poco confortante per i giovani e meno giovani dell’isola, che si ritrovano, in buona parte, a doversi arrabattare tra un contratto a termine e all’altro, con sempre maggiori difficoltà via via che aumenta l’età e le possibilità di essere assunti diminuiscono.
 
Una condizione che desta preoccupazione, perché non permette di porsi in prospettiva positiva per il futuro, ma che lascia l’amaro in bocca e toglie ogni spinta alla progettualità. I dati presentati derivano dall’indagine Excelsior realizzata da Unioncamere in accordo con l’Agenzia Nazionale per le Politiche Attive del Lavoro. L’indagine, che è inserita nel Programma Statistico Nazionale, è svolta tramite il sistema Excelsior e porta alla pubblicazione di un bollettino periodico in cui vengono mostrati i dati e le previsioni rese possibili da una raccolta così stringente e ravvicinata. Le informazioni a cui si riferiscono i dati sono state raccolte nel periodo compreso tra il 5 e il 19 aprile scorsi, attraverso le interviste realizzate presso circa 131.000 imprese, campione rappresentativo delle imprese con dipendenti al 2017 dei diversi settori industriali e dei servizi.
 
 
I titoli di studio più richiesti si fermano al diploma quinquennale, nel campo dell’amministrazione, finanza e marketing, seguito dall’indirizzo turistico, enogastronomico e dell’ospitalità, e dalla meccanica. In generale, le proposte di lavoro sono per circa un terzo per i diplomati, un altro terzo per chi ha conseguito una qualifica triennale o una qualifica professionale regionale riconosciuta a livello nazionale, con più di un quarto per chi ha solo la scuola dell’obbligo e solo nel 10 per cento dei casi per i laureati.
 
Per i laureati, i settori più interessanti per le imprese nel periodo indicato sono stati quello economico e a seguire quello dell’ingegneria elettronica e dell’informazione, seguiti dalla sanità, in particolare paramedici. La manovalanza con una preparazione scolastica che si ferma alla qualifica professionale triennale è richiesta in particolare nella ristorazione, nell’ambito meccanico e nel benessere. Un dato interessante riguarda anche i settori che hanno maggiormente registrato entrate di personale femminile: le industrie tessili, dell’abbigliamento e delle calzature, i servizi di supporto alle imprese e alle persone, i servizi turistici.
 
Una distribuzione che rimane comunque all’interno della visione tradizione del ruolo della donna, che rimane ancora spesso relegata ai ruoli di cura o ai lavori considerati “femminili”, sebbene anche in campi considerati “maschili” come l’informatica o i servizi finanziari o l’ingegneria si stia registrando una buona penetrazione di tante giovani competenti e pronte alla competizione.

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