Cresce il numero dei siciliani che vogliono il Ponte - QdS

Cresce il numero dei siciliani che vogliono il Ponte

Rosario Battiato

Cresce il numero dei siciliani che vogliono il Ponte

martedì 11 Settembre 2018

Aumentano le firme per la petizione lanciata dal QdS su Change.org che ha già avuto il sostegno del sindaco De Luca. I firmatari concordi: l’infrastruttura “aiuterebbe a uscire dall’isolamento geografico, economico e sociale”

PALERMO – Nata da pochissimo, eppure è già rigogliosa e ramificata. La petizione lanciata dal QdS, lo scorso sabato, per offrire ai siciliani la possibilità di esprimersi e fare pressione sul governo in materia di Ponte sullo Stretto (https://www.change.org/p/regione-siciliana-un-ponte-contro-l-isolitudine) ha già superato le 430 firme e continua a crescere di ora in ora, incassando l’attenzione degli utenti e il coinvolgimento dei vari attori istituzionali, degli addetti ai lavori e dei portatori di interesse che, nel corso delle prossime settimane, saranno coinvolti nel dibattito pubblico avviato contestualmente al lancio dell’iniziativa online.
 
Un interesse così marcato da parte dell’utenza isolana – una media giornaliera di circa 150 firme nei primi tre giorni – evidenzia un’esigenza manifesta: al di là dei proclami dei politici di turno, i siciliani voglio essere interrogati sulle scelte strategiche che riguardano l’Isola e diventare artefici del proprio futuro.
 
Un futuro che passa anche e soprattutto da quel tratto di mare scoperto da infrastrutture di trasporto, un’assenza che riguarda, a vario titolo, le mancate occasioni relative alla collocazione delle merci del tessuto produttivo isolano sui mercati europei, ma anche l’appetibilità dei porti isolani in rapporto allo straordinario transito di passaggio da Suez. Senza dimenticare anche l’apporto decisivo in termini di continuità territoriale per i siciliani e per i turisti. Senza Ponte, in altri termini, si spegnerebbe anche il senso dell’alta capacità prevista in Sicilia lungo la direttrice Me-Ct-Pa, perché resterebbe vincolata al solo circuito interno dell’Isola, non raggiungendo quell’effettivo livello di coinvolgimento comunitario che avrebbe collegandosi col resto delle reti ad alta velocità/capacità presenti nel resto del Paese e, in ultima analisi, con i corridoi europei.
 
Proprio il fronte comunitario resta passaggio ineludibile, perché lo Stretto resterebbe come punto di rottura – per i ben noti tempi di attraversamento che riguardano, ad esempio, la ferrovia – dei percorsi comunitari.
 
Concetti espressi dagli addetti ai lavori e che ormai costituiscono parte integrante anche delle ragioni espresse dai siciliani nella sezione riservata ai commenti sulla petizione online. Per Francesco, ad esempio, il Ponte “aiuterebbe la Sicilia ad uscire dall’isolamento geografico, economico e sociale” mentre per Antonio esistono “le tecnologie avanzate ed è da retrogradi pensare che nel XXI secolo si debba fermare la libera circolazione di merci e persone davanti ad un tratto di mare”.
 
Pescando tra le altre motivazioni condivise dagli utenti, non mancano i riferimenti al fatto che sia un’opera “essenziale” e che costituisce una risorsa determinante per lo sviluppo della Sicilia, perché non si può immaginare di lasciare isolati cinque milioni di abitanti.
 
Tra le motivazioni proposte, che possono essere lette in dettaglio sul portale che ospita la petizione, assume particolare rilevanza anche la riduzione della quota del trasporto su gomma, uno degli obiettivi fissati da Bruxelles che stabilisce come, entro il 2030, il 30% delle merci con tragitti superiori ai 300 chilometri dovrà essere trasportato su strada ferrata.

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