Sembra chiusa anche la partita del possibile insediamento di una centrale nucleare in Sicilia, superproduttrice di energia, in conseguenza dell’odg votato all’unanimità dall’Ars e appoggiato senza remore dal Governo regionale. Attendiamo che lo stesso formalizzi il no con ricorso alla Corte costituzionale, come hanno fatto già 13 Regioni.
Ora poniamo all’attenzione del Governo regionale un’altra e non meno importante questione dell’inquinamanto ambientale in Sicilia. Ci sono, infatti, circa la metà delle centrali termoelettriche alimentate ancora oggi con olio combustibile, derivato dal petrolio. Sembra incredibile che nella nostra Isola, attraversata in lungo e in largo dai tubi di gas provenienti dal Nord Africa, si utilizzi ancora il petrolio per produrre energia elettrica.
Le termocentrali fanno orecchie da mercante rispetto alla necessità di trasformare l’alimentazione delle turbine da petrolio a gas. Certo, occorrono investimenti, ma la salute dei siciliani prevale sull’interesse di imprese che inquinano.
Nell’inchiesta all’interno potrete leggere di quali strumenti legali dispone la Regione per indurre le imprese che gestiscono le termocentrali ad effettuare la trasformazione in parola.
Nella comunità siciliana deve cessare la prevalenza degli interessi privati su quelli generali. Il Governo Lombardo ha il dovere di procedere a ribaltare l’insana questione.
L’epoca delle raccomandazioni, dei famigli e degli amici è definitivamente tramontata, perché d’ora in avanti le Istituzioni regionali devono utilizzare tutte le risorse disponibili (europee, statali e regionali) per investimenti in attività produttive o in infrastrutture.
L’iniziativa del Governo volta all’utilizzazione del gas anziché dell’olio combustibile nelle termocentrali della Sicilia, non solo avrebbe il risultato di abbattere di dieci volte l’inquinamento nelle rispettive aree, ma darebbe un segnale che chi lavora qui deve rispettare le stesse regole di chi lavora in Lombardia o in qualunque altra regione d’Europa.
Così come abbattere lo sfruttamento colonizzatore dell’Isola e promuovere investimenti dall’estero verso l’industria blu (turistica) e verso l’industria verde (ambientale). Sappiamo bene che questa linea di politica economica cozza contro interessi di corporazioni consolidate, ma non c’è alternativa.
La Sicilia è una delle cinque regioni italiane a più alto tasso d’inquinamento perché circa la metà dell’energia elettrica è prodotta utilizzando olio combustibile. L’attivazione della centrale Archimede a Priolo, costruita dall’Enel, è una svolta positiva nel settore. L’annunciata costruzione di una fabbrica di pannelli solari a catania da una joint-venture Stm-Sharp – Enel, nonché l’avvenuta inaugurazione della fabbrica di Casteltermini dell’imprenditore Moncada sono altri due fattori positivi che vanno sottolineati.
La Regione dovrebbe promuovere l’utilizzazione dei pannelli solari istituendo un iter autorizzativo totalmente informatizzato, in modo che chiunque voglia procedere a installare un impianto solare possa farlo senza difficoltà, anche utilizzando le facilitazioni e gli sgravi previsti dalla legge.
Anche questa attività, se ben guidata, mette in moto migliaia di posti di lavoro produttivi di ricchezza, scaricando i posti di lavoro passivi che si trovano nella Pubblica amministrazione.