Quando si chiede a qualcuno: “Come stai?”, l’interpellato si sente in dovere di elencare tutti i malesseri che l’hanno colpito negli ultimi dieci anni. Non solo, ma aggiunge tutte le disgrazie che hanno colpito i propri familiari anche appartenenti a diverse generazioni. Naturalmente, a nessuno interessa quando raccontiamo i fatti nostri e, quindi, faremmo bene a tacerli.
Solo che se non parliamo dei fatti nostri non sappiamo di che parlare. Ovvero, sì. Parliamo delle nostre collaboratrici domestiche, dei nostri figli, della squadra di calcio, dell’incidente cui fortuitamente abbiamo assistito, opportunamente teatrando ed esagerando le descrizioni, in modo da fare colpo sui nostri disgraziati interlocutori.
Chissà perchè non tentiamo, invece, di mettere al centro della nostra interlocuzione questioni di interesse generale, che possano fare elevare le nostre e le altrui conoscenze e ci facciano capire meglio come vanno o come dovrebbero andare gli eventi.
Se da un canto, la scelta degli argomenti dovrebbe sempre esulare dai fatti nostri, vi è anche il come noi discutiamo, se con serenità e tranquillità oppure con animosità o depressione. Lo stato sereno non è normale. è conseguenza della capacità del nostro corpo di produrre endorfina e, in particolare, serotonina, che ci fa vedere il mondo rosa.
La produzione di endorfina, nella nostra meravigliosa macchina chimica che è il corpo, non è sempre spontanea, ma deriva dalla nostra capacità di vedere rosa quello che è nero. In altre parole, la forza d’animo di ognuno di noi, deriva dalla positività che mettiamo nei nostri atti, guardando sempre il bicchiere mezzo pieno e pensando che a ogni problema corrisponde una soluzione. La morte, infatti, non è un problema perchè non ha soluzione. La morte non è altro che l’altra faccia della vita.
Non parliamo di malaugurati casi in cui i problemi sono di natura salutistica, economica, familiare o di altra. è proprio quando si verificano questi eventi che viene fuori la capacità (o l’incapacità) di ognuno di noi di affrontarli con coraggio e consapevolezza, consistente nel fare tutto quello che è in nostro potere per risolverli. E dopo? Ad impossibilia nemo tenetur. è inutile dare capocciate contro il cemento tanto sarà la nostra testa a rompersi e a sanguinare.
Per vivere in modo relativamente sereno bisogna tentare di prevedere gli eventi, possibilmente prevenirli e provvedere di conseguenza. è la regola delle tre P: Prevedere, Prevenire, Provvedere.
Poi vi è la regola delle dieci P: Prima Pensare, Poi Parlare, Perchè Parola Poco Pensata Poco Pesa. Il che fa il paio con quanto sosteneva Manzoni e cioè che Le parole pesano come pietre.
Se noi non tentiamo di guidare gli eventi saranno gli eventi a guidare noi. è una massima di buonsenso che tutti dovremmo tenere presenti per non perdere il nostro buonumore.
Ecco, il nostro buonumore, uno stato mentale che ci dovrebbe accompagnare tutto il giorno per tutti i giorni. Senza di esso gli animali sono bigi, il cielo è scuro, tutti sono cattivi e noi siamo povere vittime di non si sa bene quale complotto.
Il complesso della vittima affligge tanti esseri umani, soprattutto coloro che sono insicuri e immaturi e di ogni evento negativo danno la colpa agli altri. Mai che facessero un esame di coscienza, che vedessero la trave nel proprio occhio o che scopassero davanti al proprio uscio come parte della propria casa. Bando al malumore, dunque, e teniamoci il buonumore perchè la vita è tanto amara, ma una chitara la può allietare.
