Sviluppo infrastrutture e sicurezza nelle scuole - QdS

Sviluppo infrastrutture e sicurezza nelle scuole

Sviluppo infrastrutture e sicurezza nelle scuole

giovedì 04 Febbraio 2010

Forum con Giuliana Perrotta prefetto di Enna

È arrivata a Enna da pochi mesi, che situazione ha trovato?
“Diciamo che ho trovato una città silente, una città spenta, che sotto le ceneri ha delle braci ardenti di passione, di impegno civile, di voglia di riscatto. Enna essendo una provincia con una popolazione inferiore alle altre che la circondano è un pò penalizzata, io la considero un pò la “cenerentola” delle Provincie siciliane perché non sempre riesce a far sentire la sua voce. Nasce quindi l’esigenza di essere molto uniti e coesi, cosa di cui io spesso ne parlo con i sindaci e cerco di realizzare anche grazie allo strumento della conferenza permanente, strumento attribuito ai prefetti con la legge del 2002”.
Quali sono i problemi principali che ha trovato e che caratterizzano il territorio ennese?
“I problemi sono innumerevoli, intanto ci sono una serie di problematiche connesse alle carenze infrastrutturali che ci sono ad Enna: viabilità, scuole non idonee. Senza infrastrutture non ci può essere sviluppo.
Le poche infrastrutture esistenti sono fatiscenti: la rete stradale è franosa e risulta difficile intervenire. Due anni fa è crollata la Panoramica, unica via di fuga del centro. In questo campo ci siamo spesi molto e siamo riusciti a far venire due volta ad Enna il direttore generale della Protezione civile che ha inserito quest’opera all’interno del finanziamento dell’Apq (Accordi di programma quadro). Abbiamo attivato anche una serie d’iniziative per le scuole, in base alla direttiva dell’accordo tra Stato e Regione che ha dato ai prefetti il compito di monitorare la sicurezza strutturale delle scuole. Monitoraggio che al momento è in atto, anche se sussiste per molte scuole, essendo la maggior parte allocate nel centro storico, il problema dell’avere i requisiti per ottenere il certificato antincendio. Accanto a questi problemi ci sono quelli connessi all’ordine e alla sicurezza pubblica, l’infiltrazione della criminalità organizzata nelle pubbliche amministrazioni e nell’economia. Anche qui i compiti che a livello nazionale sono stati affidati ai prefetti sono di grande spessore anche se molto difficili da gestire, perché l’osservatorio del credito può servire a sbloccare quelle situazioni di difficoltà di accesso al credito, ad individuare fenomeni di estorsione e di usura, però tutta questa attività dipende dalla volontà degli interessati di segnalare i fatti. É necessario che gli imprenditori abbiamo fiducia nelle istituzioni e segnalino anche attraverso le associazioni.
Purtroppo dobbiamo registrare che in provincia di Enna, tranne a Leonforte, non abbiamo delle associazioni antiusura e antiestorsione operative. Anche qui siamo intervenuti recentemente con una riunione su questo problema, invitando i rappresentanti delle associazioni di categoria a creare delle associazioni antiusura e antiracket, grazie anche all’aiuto offerto dall’associazioni di Messina di Don Pino Puglisi che ha offerto il proprio know-how per far crescere queste associazioni. Nel campo nell’immigrazione non ci sono grandi problemi. Questi sono alcuni dei problemi che affrontiamo giornalmente, anche se tra i compiti del prefetto, che svolge un’attività a 360° e non a compartimenti stagno, c’è anche quello di diffondere i valori fondanti del sistema democratico. Una definizione molto bella dei prefetti è quella data dal presidente dell’Anci Sergio Chiamparino che ci ha definiti come “perno per fare sistema”, una bella affermazione che è un riconoscimento del ruolo che si inserisce nel sistema delle pattuglie locali come elemento catalizzatore del sistema ”.
Come giudica il livello d’informatizzazione dei vostri uffici?
“Il processo d’informatizzazione delle prefetture, procede non sempre con quella sveltezza che ci si augura, nel senso che ci sono problemi economici e problemi legati alla formazione del personale.
Noi abbiamo già una procedura d’ archiviazione e protocollazione informatica degli atti. Con i miei collaboratori stiamo anche valutando un progetto sperimentale, da attuare nell’ambito di un settore, per procedere alla dematerializzazione degli atti in modo da renderli tutti in formato informatico, passando così anche alla trattazione delle pratiche con l’utilizzo del corriere informatico.
 

 
Da quanti uomini è composto il vostro organico?
“L’organico è formato da una sessantina di persone. Siamo pochi, ma facciamo faville. Riusciamo, infatti, a raggiungere buoni risultati e anche in pochi mesi, grazie alla tanta voglia di fare e alla buona motivazione del personale”.
Com’è il rapporto con gli altri prefetti?
“Un buon rapporto di collaborazione. I Comitati interprovinciali vengono periodicamente effettuati. In questi quattro mesi dal mio insediamento abbiamo avuto già due riunioni a Palermo e due a Catania. Noi prefetti ci incontriamo spesso e cerchiamo di mettere in rete quali sono i nostri problemi, soprattutto in campo del contrasto della criminalità organizzata, visto che i meccanismi con cui va avanti sono sempre più veloci delle norme che si possono adottare.
Quale obiettivo vorrebbe raggiungere in quest’anno?
“Gli obiettivi da raggiungere rientrano tra quelli stabiliti dal ministro degli Interni, poiché noi siamo la sua mano nell’ambito del territorio. Io penso che non si può focalizzare l’attenzione su un obiettivo piuttosto che un altro, visto che la nostra è un’azione a 360° gradi. Ogni momento sorgono altre esigenze cui rispondere o delle problematiche da affrontare. Al momento ad esempio ci stiamo occupando dei Confidi, la presenza della criminalità nell’economia che va particolarmente attenzionata, evidenziando quei settori dove ci possono essere delle disattenzioni o carenze normative”.

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