Necessaria un'accurata impostazione terapeutica per contrastare il mieloma multiplo - QdS

Necessaria un’accurata impostazione terapeutica per contrastare il mieloma multiplo

redazione

Necessaria un’accurata impostazione terapeutica per contrastare il mieloma multiplo

mercoledì 12 Dicembre 2018

L’obiettivo è migliorare la prognosi del paziente, posticipando la comparsa di recidive, e contenere i costi per il sistema

in collaborazione con ITALPRESS
 
ROMA – Passare a un approccio di medicina sempre più basato sulla generazione di valore è la sfida a cui tutti gli operatori della sanità, dai clinici, alle istituzioni e ai payer, devono tendere per continuare ad assicurare la sostenibilità dei servizi sanitari. Da qui l’importanza dei risultati di uno studio di real life sull’impatto economico del mieloma multiplo presentato nel corso del simposio “Change the horizon: dal farmaco al disease management nel mieloma multiplo” promosso da Celgene in occasione del Congresso della Società italiana di farmacia ospedaliera e dei Servizi farmaceutici delle Aziende sanitarie (Sifo).
 
Lo studio, oltre a evidenziare il peso dei costi di ospedalizzazione, dimostra come un’accurata impostazione terapeutica iniziale permetta non solo di migliorare la prognosi del paziente, posticipando la comparsa di recidive e il conseguente cambio di trattamento, ma anche di assicurare un vantaggio economico significativo per il sistema.
 
Il mieloma multiplo è ancora oggi il secondo tumore del sangue più diffuso dopo i linfomi non-Hodgkin e colpisce ogni anno in Italia oltre 5.000 persone, prevalentemente anziani tra i 65 e i 70 anni, spesso affetti da comorbidità. Per sua natura, questa malattia, ancora oggi inguaribile, è caratterizzata da fasi di remissione e recidive, momenti in cui dopo un periodo di controllo il tumore torna a manifestarsi. “L’obiettivo del trattamento – ha spiegato Felicetto Ferrara, direttore del Dipartimento di Onco-ematologia dell’ospedale Cardarelli di Napoli – resta quindi quello di ritardare quanto più possibile la comparsa di una recidiva, o progressione, preservando la qualità di vita dei pazienti”.
 
La comparsa della recidiva nel mieloma multiplo ha un forte impatto sia da un punto di vista clinico e organizzativo che psicologico per il paziente. Se per quest’ultimo aspetto è fondamentale offrire tutto il supporto e le informazioni necessarie per essere preparato ad affrontare questo evento, dal punto di vista clinico e organizzativo la risposta arriva oggi dalle nuove terapie in grado di prolungare la fase di remissione e ritardare la ricomparsa del tumore.
 
I risultati dell’analisi in real life mostrano come i maggiori costi associati alla gestione dei pazienti con mieloma multiplo siano riconducibili a quelli di ospedalizzazione, in particolare in presenza di trapianto di cellule staminali. Su un costo medio per singolo paziente, calcolato annualmente, pari a 18.753,13 euro, i costi di ospedalizzazione pesano per il 56,8% seguiti da quelli per farmaci (32,5%) e per le prestazioni ambulatoriali (10,7%).
 
“Inoltre – ha spiegato Luca Degli Esposti, presidente e direttore generale CliCon – si è osservato come il periodo di tempo per il trattamento successivo si riduca con il proseguire dei cambi di linea terapeutica: dalla prima alla seconda linea è in media di 14,2 mesi mentre dalla seconda alla terza linea è in media di 11,5 mesi. Sia nel caso della prima che della seconda linea di trattamento si è registrata una tendenza decrescente nei costi del singolo paziente calcolati mensilmente dopo 24 mesi di terapia: rispettivamente da 3.759 euro a 448 euro e da 5.375 euro a 527 euro. Questi risultati suggeriscono che una scelta accurata della terapia iniziale può migliorare la prognosi dei pazienti, essendo collegata a un maggiore intervallo tra i trattamenti, e confermano i dati presenti in letteratura sul vantaggio economico legato al prolungamento del tempo della comparsa della recidiva”.
 
I dati incoraggiano un cambio di paradigma nella valutazione di patologie complesse come il mieloma multiplo, verso un approccio integrato che tenga in considerazione tutte le variabili nel medio-lungo periodo.
 
L’attenzione ai percorsi e agli effetti del farmaco sugli stessi deve essere un punto centrale nella politica e gestione dell’assistenza sanitaria. Un recente studio ha per la prima volta preso in esame la spesa farmaceutica in cinque Paesi europei, tra cui l’Italia, calcolata tenendo conto dei dati aggregati e pubblici sugli effetti degli sconti e degli accordi di rimborso condizionato, nonché di eventuali payback associati al superamento dei tetti di spesa.
 
“I risultati – ha spiegato Claudio Jommi, responsabile scientifico Osservatorio farmaci, Cergas, Sda Bocconi – evidenziano come il tasso annuale medio di crescita storica nei cinque Paesi europei (2010-2016), risulti pari al 3,4% e al 2% se si considera rispettivamente la spesa al lorda e al netta degli effetti di sconti e payback. La previsione di crescita netta è stimata nei cinque Paesi all’1,5% contro il 2,9% calcolata sui prezzi di listino. Numeri che dimostrano come i sistemi sanitari siano stati in grado di governare la spesa per farmaci e che la crescita futura della spesa farmaceutica effettiva sia in linea con i tassi di crescita economica a lungo termine”.
 
“Il dato – ha aggiunto – è particolarmente interessante per l’Italia dove, più che in altri Paesi e in particolare per i farmaci oncologici, si registra una propensione a ricorrere agli accordi di rimborso condizionato. In particolare, l’Italia è il Paese dove la differenza prospettica tra crescita della spesa a prezzi lordi e netti risulta maggiore (dal 3,2% annuo fino al 2021 all’1,1% netto)”.
 
“In oltre dieci anni di ricerca – ha affermato Jean-Yves Chatelan, amministratore delegato di Celgene Italia – abbiamo cambiato il paradigma di trattamento del mieloma multiplo, introducendo una classe di farmaci orali, gli immunomodulanti, che hanno contribuito a migliorare sopravvivenza, qualità di vita e controllo a lungo termine della malattia. L’attenzione alla sostenibilità dei sistemi sanitari è fondamentale ma da sola non basta a rispondere alle sfide future di salute. Deve continuare a muoversi di pari passo con l’impegno nella ricerca medica per continuare ad alimentare il progresso scientifico”.
 

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