Continuiamo a sentire lamentazioni e piagnistei sul lavoro che non c’è, sulla povertà, sull’economia che non funziona, sull’arretratezza della nostra Isola e via enumerando.
Sono poche ma qualificate le voci, invece, sul cosa fare di fronte a questo scenario disastroso. Scusateci quella che forse riterrete una bestemmia: i poveri vogliono restare poveri.
Il discorso, ovviamente, non vale per i malati, per gli ultrasessantacinquenni e per chi non è capace di intendere e di volere. Ma le persone che sono in discreta salute, se vogliono, possono trovare lavoro oppure possono addirittura inventarselo.
Mio padre era totalmente povero e la sua famiglia spesso dormiva sotto il cielo, stellato o piovoso. Non aveva studiato, ma aveva in sé una forte determinazione e cioè quella di non essere più povero.
Era il 1920 e la fame nera imperava in tutta l’Isola. Con il sacrificio e l’inventiva riuscì a farsi una discreta posizione economica e tirarsi fuori dallo stato di povertà, lavorando sempre con onestà.
I giovani dovrebbero capire subito, già forse a 13 anni, come l’unico modo per conquistarsi la libertà sia quello di studiare e apprendere cognizioni che li possano immettere nel mondo del lavoro a livello mondiale.
Tutto ciò anche se, purtroppo, Scuola e Università italiane non sono all’altezza delle migliori del mondo. Tuttavia, è sempre una questione di scelta e di farsi il culo quadro, sia nello studio che nella vita: il successo arriverà.
Noi continuiamo a considerare i cinesi un popolo povero. Ma essi stanno investendo massicciamente nel futuro, con le loro Università che laureano sette milioni di cittadini ogni anno (fonte: World economic forum). Ma i sette milioni di laureati cinesi non optano per corsi di studio inutili come Scienze della comunicazione, Lettere, Giurisprudenza, ecc… E non disperdono le loro energie per studiare più lingue quando è sufficiente imparare l’inglese alla perfezione.
Mentre gli studenti italiani vanno quasi controvoglia a fare il loro lavoro – perché hanno la pancia piena e perché a vent’anni ragionano come pensionati – gli asiatici sono concentrati nelle materie scientifiche racchiuse nell’acronimo inglese Stem (Science, technology, engineering and mathematics).
Vi sono poi le alternative alle moderne professioni tecnologiche, e cioè quelle manuali, dette anche mestieri (pasticcere, cuoco, pizzaiolo, potatore, sommelier, enologo, paramedico, maggiordomo e via scrivendo). Essi coniugano l’utilizzo delle mani con quello della testa.
C’è tanta richiesta di professionisti di lavori manuali. I sarti stanno scomparendo, ma quelli che lavorano hanno ricavi di notevole livello. L’artigianato è intramontabile, l’agricoltura e il turismo sono il futuro.
La mentalità dei giovani dovrebbe essere orientata a fare qualunque esperienza pur di crescere professionalmente e acquisire saperi. è inutile pensare di fare il giornalista: ve n’è una gran parte disoccupata, anche perché in Internet circolano informazioni redatte da non giornalisti, che però hanno un notevole seguito.
Gli artigiani con una mentalità un po’ più aperta, se hanno il coraggio e la capacità di andare all’estero, faranno fortuna, perché conoscono un mestiere che lì non sanno far bene. Ciò accade soprattutto negli Usa, dove chi esercita questi mestieri fa soldi a palate.
Questo giornale pubblica due volte la settimana annunci di lavoro che c’è e una volta le opportunità offerte dal franchising. Non sappiamo se i nostri lettori ne approfittino. Ci piacerebbe che ce ne dessero riscontro.
Oppure non li leggono e, se sono disoccupati, continuano a fare i parassiti. Parassiti perché, comunque, chi non ha mezzi propri vive di quelli altrui e anche dei servizi pubblici, come la sanità. Poi, ora, con la bella pensata dei pentastellati, addirittura il nullafacente, anche non bisognoso, potrebbe ricevere un assegno di 780 euro al mese.
A forza di non fare nulla, il sistema economico-sociale di una Comunità degrada e va indietro, perché anziché produre ricchezza con cui creare occupazione, fare investimenti produttivi, accelerare la ruota economica, produce assistenzialismo nei confronti di tanta gente che, non lavora e preferisce mendicare.
Ripetiamo, esclusi da questo sono i veri bisognosi. Gli altri si diano da fare. Basta con le inutili lamentele.
